Energia, geopolitica, catene del valore: come cambia la strategia delle imprese
Il 2025 si apre in un contesto economico e geopolitico che impone nuove riflessioni strategiche alle imprese italiane. Il costo dell’energia è tornato a salire, il rischio di dazi imposti dagli Stati Uniti sull’import europeo ha modificato gli equilibri del commercio internazionale, e non si esclude che l’Unione Europea possa introdurre misure di ritorsione che renderebbero più onerose alcune importazioni. Nel frattempo, cresce l’urgenza di accorciare le filiere produttive, consolidare la resilienza industriale e intervenire sui costi.
In questo scenario, il Mezzogiorno d’Italia si conferma un’area di grande interesse per le imprese. Anche grazie a un pacchetto di misure incentivanti particolarmente favorevole, che offre nuove opportunità per concretizzare progetti che fino a poco tempo fa apparivano meno accessibili.
Energia in aumento: il Sud protagonista della transizione green
Secondo i dati ARERA, a marzo 2025 il prezzo dell’energia elettrica per le imprese energivore ha superato i 173 €/MWh, in aumento del 28% rispetto a dicembre. Anche il gas naturale risente delle tensioni geopolitiche e della riduzione delle capacità di stoccaggio a livello europeo.
Il Mezzogiorno, che ospita oltre il 45% della produzione fotovoltaica nazionale (fonte GSE), si conferma un’area chiave della transizione energetica. Qui, alta intensità solare, disponibilità di superfici industriali e accesso prioritario ai fondi pubblici rendono più vantaggioso investire in autonomia energetica.
Il MIMIT ha pubblicato il bando “Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI”, finanziato con risorse PNRR. Prevede contributi a fondo perduto fino al 40% per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo. Il 40% dei 320 milioni di euro di risorse complessive è riservato alle regioni del Sud.
Con un investimento di 120.000 euro in un impianto fotovoltaico da 80 kWp con accumulo, una PMI può ottenere fino a 48.000 euro di contributo. Il risparmio energetico annuo stimato varia tra i 20.000 e i 25.000 euro, con un tempo di rientro dell’investimento inferiore a tre anni.
ZES Unica: credito d’imposta automatico per investimenti al Sud
La ZES Unica per il Mezzogiorno, attiva dal 1° gennaio 2025, rappresenta uno strumento fiscale rapido e accessibile per investimenti in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Prevede un credito d’imposta fino al 70% per l’acquisto di impianti, macchinari nuovi ed eventuali immobili strumentali.
L’agevolazione varia in base alla dimensione e localizzazione dell’impresa. L’investimento deve essere effettuato tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025, con prenotazione all’Agenzia delle Entrate entro il 30 maggio.
È cumulabile con i crediti d’imposta 4.0 e 5.0.
Esempio: una PMI localizzata in Campania che acquista un capannone da 400.000 euro e investe 500.000 euro in macchinari può ottenere un credito fino al 60% su 700.000 euro, per un’agevolazione netta di 420.000 euro compensabile in F24.
Contratti di sviluppo: strumenti per progetti industriali complessi
Per investimenti strategici di medio-lungo periodo, i Contratti di Sviluppo restano lo strumento più potente e flessibile. Nel 2025 sono attive sia la linea ordinaria, sia una versione straordinaria finanziata dal PNRR, dedicata a filiere innovative e transizione industriale.
Gli investimenti devono partire da 7,5 milioni di euro per l’agroalimentare e 20 milioni per altri settori (meccanica, farmaceutica, moda e arredo, ecc.). Le imprese possono ottenere un’agevolazione, richiedibile nella forma di contributi a fondo perduto, fino al 60%.
Mini Contratti di Sviluppo STEP: focus su tecnologie strategiche e filiere innovative
Tra le novità del 2025, i Mini Contratti di Sviluppo STEP rappresentano una nuova opportunità pensata per supportare progetti in ambiti considerati strategici a livello europeo.
Il bando, attivo su tutto il territorio del Mezzogiorno, è rivolto a imprese con almeno due bilanci approvati e un fatturato minimo di 3 milioni di euro, che intendano realizzare investimenti tra 5 e 20 milioni.
I progetti devono riguardare la produzione di tecnologie critiche in campo digitale, green e biotech – in particolare nei settori della transizione verde e digitale – o il rafforzamento delle filiere produttive innovative.
L’agevolazione, composta da un contributo a fondo perduto fino al 55% per le PMI, è cumulabile con il credito d’imposta 4.0.
Le domande possono essere presentate fino al 27 maggio 2025.
Bando R&S Tecnologie Critiche: incentivi per la ricerca nel Sud
È inoltre aperto il nuovo bando per Progetti di Ricerca e Sviluppo per tecnologie critiche, promosso dal MIMIT e destinato a PMI e grandi imprese, anche in forma congiunta, attive nel Mezzogiorno.
L’intervento sostiene attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, con un investimento compreso tra 1 e 20 milioni di euro, nei seguenti ambiti strategici:
- Microelettronica e semiconduttori
- Intelligenza artificiale
- Cybersecurity
- Biotecnologie
- Energie rinnovabili
- Batterie
- Materiali avanzati e critici
- Quantum computing
Il sostegno prevede un mix di contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato, fino a coprire l’80% dei costi ammissibili.
L’obiettivo è incentivare lo sviluppo di tecnologie chiave in settori ad alta intensità di innovazione, rafforzando la competitività delle imprese nel Sud.
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