Sotto una pioggia scrosciante, che non ha smorzato l’entusiasmo della folla accorsa, si è aperto l’Expo 2025 a Osaka, in Giappone. A inaugurare il padiglione Italia è volato nel Paese del Sol Levante il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, impegnato in questi giorni in una missione nella regione Indo-Pacifica per rafforzare l’export in chiave anti-dazi.
Convinto che l’Esposizione Universale sia una vetrina d’eccellenza per promuovere un “Made in Italy che non ha rivali nel mondo”, il titolare della Farnesina ha presentato il padiglione come uno “straordinario strumento per la presenza politica ed economica dell’Italia in Giappone e in tutta l’Asia”. Una realtà alla quale “guardiamo con sempre maggiore attenzione”, ha assicurato, riconoscendo al contempo il “momento complicato a livello internazionale e commerciale” che stiamo vivendo.
Ma se su questo versante bisogna “aspettare di vedere cosa accadrà nei prossimi 90 giorni”, sul resto “non possiamo perdere tempo”. “Intanto lavoriamo su tutti gli altri fronti e l’area orientale – dall’Asia centrale fino al Vietnam, Sud Corea, Giappone, India, Filippine, Singapore e anche Australia e Nuova Zelanda – è una zona dove noi possiamo fare di più perché le opportunità sono tantissime”, ha sottolineato il ministro, intervenendo in un forum a margine per presentare il Piano d’azione per l’export promosso dal governo.
A maggior ragione ora, con il rischio di una guerra dei dazi, “questo padiglione sarà anche un luogo di business forum” perché l’Italia deve “rafforzare la presenza” nel mondo, “sia dal punto di vista industriale sia dal punto di vista commerciale”, “attraverso l’internazionalizzazione delle imprese e un incremento delle esportazioni”, ha ribadito il titolare della Farnesina, confermando l’impegno dell’esecutivo “per far crescere il nostro Paese e far stare meglio ciascuno dei 60 milioni dei nostri cittadini”. Tajani ha anche messo l’accento sulla “qualità del prodotto italiano” che permette di “abbattere alcune barriere tariffarie” perché “l’acquirente straniero paga anche di più pur di averlo”.
Per aiutare le aziende all’estero, il vice premier ha fatto sapere di aver deciso di trasformare le ambasciate “in centrali operative per sostenere le imprese”. “Gli ambasciatori devono essere grandi promotori economici per permettere alle nostre società di essere sostenute”, ha sottolineato, ricordando l’approvazione nei giorni scorsi della “riforma della Farnesina”, divenuta un “sistema obsoleto”, con l’istituzione di “una struttura a due teste, una politica e una economica”.
Quanto alla presenza del padiglione della Santa Sede all’interno di quello italiano, per Tajani “significa riconoscere l’importanza delle nostre radici culturali. Non possiamo dimenticare quanto sia importante il cristianesimo per la storia e la cultura italiana”.
Il ministro ha poi messo l’accento sull’impegno dei “nostri militari che sono parte di una presenza italiana nel mondo che non è aggressiva, ma serve a garantire pace, sicurezza e stabilità”, guardando ai soldati dispiegati tra Kosovo e Serbia e in Bosnia Erzegovina e nell’addestramento della polizia palestinese.
Alla cerimonia di inaugurazione ha preso parte monsignor Rino Fisichella, commissario della Santa Sede per l’Expo che ha inaugurato insieme al ministro ‘La Deposizione’ di Caravaggio. Il “ringraziamento” per la presenza dell’opera a Osaka “va a Papa Francesco: è lui che ha deciso che l’unica opera del Caravaggio in nostro possesso ai Musei Vaticani giungesse qui per essere ammirata da milioni di persone”, ha sottolineato, ricordando il “momento particolare” che sta vivendo il pontefice. Per Fisichella, “Papa Francesco ha voluto che questo padiglione creasse un evento di dialogo e confronto. Cosa che avverrà con la collaborazione dell’Italia anche nei vari eventi che nel corso di questi 185 giorni segneranno le tappe dell’Expo 2025”.
Parole di elogio sono state espresse da Tajani anche nei confronti di Mario Vattani, commissario italiano per l’Expo, “per aver organizzato questo padiglione in maniera straordinaria”. Da parte sua, l’ambasciatore ha affermato che si tratta del risultato di “un lavoro corale che ha impegnato per mesi tutti gli attori principali del Sistema Paese”.
Questo spazio, ha proseguito, “è un racconto di un’Italia che costruisce, che innova e che lo fa con un messaggio chiaro: l’arte rigenera la vita, l’arte intesa come cultura”, ma anche “scienza, tecnologia, ingegno. Per questo al centro abbiamo voluto l’Atlante Farnese che segna una rotta per il futuro”. “Il supporto del governo non ci è mai mancato”, ha aggiunto Vattani, sottolineando “collaborazione e visione”. Come madrina dell’inaugurazione è stata chiamata Serena Autieri che, accompagnata dalla Banda dei Carabinieri, ha intrattenuto i tanti ospiti con esibizioni canore.
Insieme alla diplomazia culturale e della crescita, è stato dato spazio a quella dello sport, con un momento dedicato al Giro d’Italia. Sul palco è salito il campione Vincenzo Nibali, fermamente convinto che il ciclismo “sia un modo per esportare il nostro Made in Italy. Non a caso – ha detto – nei prossimi giorni sarò anche in Albania proprio per raccontare cos’è la bike economy e tutto quello che è connesso trasversalmente con il nostro sport”. La competizione ciclistica “è un veicolo pubblicitario enorme che, oltre a raccontare storie di grandi fatiche sulle nostre Dolomiti, le nostre montagne, mostra anche quelle di grandi aziende che sono cresciute anche grazie al Giro d’Italia”, ha proseguito, facendo presente che “è una cartolina, un biglietto da visita grande e importante” che spinge le persone a ritornare nel “nostro territorio per visitarlo”. (AGI)
SCA
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