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Decreto bollette, la Camera vota la fiducia: cosa prevede il testo


Il disegno di legge di conversione del decreto che introduce misure urgenti di sostegno a famiglie e imprese per far fronte al caro energia passa ora al Senato. Al centro bonus sulle forniture di energia elettrica, fondi per tagliare gli oneri di sistema, sconti in fattura e possibilità di consulenze per i consumatori

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Il governo Meloni ha ottenuto la fiducia in aula alla Camera sul dl bollette, cioè sul disegno di legge di conversione del decreto che introduce misure urgenti di sostegno a famiglie e imprese per far fronte al caro energia: 182 deputati hanno votato sì, 113 no e 4 si sono astenuti.

Il decreto, dopo il voto finale previsto per mercoledì mattina, passerà poi all’esame del Senato per la seconda lettura e dovrà essere convertito in legge entro il 29 aprile.

Le dichiarazioni di voto

In mattinata è stato il momento delle dichiarazioni di voto.

La deputata del Pd Anna Ascani, vicepresidente della Camera, ha presentato un ordine del giorno al decreto bollette per impegnare il governo ad adottare misure strutturali per la fornitura di energia all’Arvedi Acciai Speciali Terni a prezzi che consentano di sostenerne la competitività e «garantire così il rilancio di questa azienda strategica non solo per l’Umbria: si tratta di uno dei più importanti poli siderurgici europei».

«Occorre intervenire, soprattutto in una fase economica così critica, con i dazi trumpiani che mettono a dura prova l’attività del nostro tessuto produttivo, con responsabilità, ciascuno per la propria parte di competenza. Prendendo impegni precisi e dandogli concretezza», sottolinea Ascani. E aggiunge: «Sciogliere il nodo dei costi dell’energia è parte fondamentale di questa azione. L’azienda è un’opportunità in termini produttivi, sociali, occupazionali e ambientali non solo per il territorio di Terni, ma per il paese e l’Europa».

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Cosa prevede il testo

Con le dichiarazioni di voto inizia il round finale di una staffetta obbligata per scongiurare ulteriori corse a ostacoli a colpi di emendamenti che manderebbero in fumo l’approvazione del decreto.

Per le famiglie sono in ballo tre miliardi di euro contro il caro-energia, che prevedono un bonus di 200 euro sulle forniture di energia elettrica per tutti i clienti domestici con redditi medio bassi, vale a dire con un Isee (indicatore della situazione economica equivalente) fino a 25mila euro. Un contributo speciale a cui l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ha dato il via libera ricordando che la risorsa vale anche per i percettori del bonus sociale elettrico con un Isee fino a 9.530 euro e fino a 20mila per le famiglie numerose.

Tra le misure di agevolazione per le imprese, al fine di sgravare i costi dell’energia, il decreto destina 600 milioni di euro alla riduzione degli oneri di sistema per le piccole e medie imprese; mentre altri 600 milioni di euro saranno utilizzati a sostegno del fondo per la transizione energetica nel settore industriale, soldi cioè recuperati dalle aste Ets, sulle emissioni, che verranno anticipati alle aziende energivore.

Il decreto introduce la figura del consulente per la gestione delle utenze per aiutare il consumatore con la selva di tariffe e normative esplose dopo la liberalizzazione dei servizi precedentemente gestiti dallo Stato.

Tra gli emendamenti approvati dalla commissione Attività produttive della Camera, anche quello che consente ai clienti vulnerabili del sistema a tutele graduali di essere reinseriti nel mercato di tutela anche dopo la cessazione del 31 marzo 2027. Per gli utenti vulnerabili arriva poi lo stop al pignoramento della casa se il mancato pagamento di bollette della luce condominiali è inferiore a 5mila euro e la casa è l’unico immobile di proprietà del debitore.

Nel testo uscito dall’esame in Parlamento, c’è semaforo verde anche per l’emendamento che ridefinisce il bonus elettrodomestici. Prevede un contributo fino al 30 per cento della spesa e sarà erogato direttamente con uno sconto in fattura, vale a dire attraverso lo sconto su un prodotto o servizio applicato dal fornitore al cliente finale. Riduzione del prezzo di pari importo che viene applicato sulla fattura del fornitore che acquisisce il diritto a una detrazione fiscale in percentuale variabile in funzione delle disposizioni normative in vigore.

Per quanto riguarda le auto aziendali, il decreto salva dal sistema di tassazione dei fringe benefit previsto dall’ultima legge di bilancio i veicoli aziendali ordinati entro il 31 dicembre 2024 e consegnati entro il 30 giugno 2025.

Tra le altre misure, con l’approvazione del decreto bollette, verranno stanziati 10 milioni in più nel 2025 per l’erogazione di contributi a fondo perduto destinati a ridurre il costo dell’energia nelle piscine.

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