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Digital retail, l’IA può aiutare la crescita


L’adozione diffusa delle tecnologie potrà consentire all’Italia di sfruttare appieno le opportunità offerte dal digital retail e migliorare la propria competitività a livello globale, a patto di colmare il ritardo nella digitalizzazione e nell’adozione dell’intelligenza artificiale.

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Nella visione offerta da Netcomm, il Consorzio del commercio digitale italiano, si condensa l’urgenza di accelerare l’innovazione del retail. Le fondamenta non mancano. La compagine di consumatori italiani che sceglie i canali online si è infoltita, con almeno 10 milioni di nuovi acquirenti in soli cinque anni, per un totale di 33,7 milioni nel 2024. Questo incremento è il risultato dell’affermazione di un modello ibrido, basato innanzitutto su una maggiore integrazione tra canali di vendita online e offline. Oltre un terzo delle decisioni di acquisto in negozio sono influenzate da touchpoint digitali, ma i consumatori di oggi non fanno più distinzione e si aspettano un’esperienza d’acquisto fluida e integrata, indipendentemente dal canale utilizzato. Oltre all’avanzata del modello ibrido, a caratterizzare l’evoluzione degli acquisti è anche la crescita delle aziende italiane che hanno un proprio sito e-commerce. Vale soprattutto per i comparti arredamento e home living, auto e ricambi, food and grocery. Insomma, fattori che hanno un denominatore comune: la capacità di innovare.

Il retail ha subito una trasformazione significativa negli ultimi anni, in parte accelerata dalla pandemia che ha cambiato radicalmente le abitudini di consumo. Questa trasformazione ha portato gli acquirenti digitali a diventare più esigenti, spingendo i retailer a migliorare continuamente le loro offerte per soddisfare le aspettative. Per raggiungere questo obiettivo, spiega Netcomm, è necessario che le imprese sviluppino strategie di adattamento alla costante evoluzione tecnologica, investendo nell’innovazione.

Tra le tecnologie più trasformative svetta l’intelligenza artificiale che – come registra la Survey Netcomm 2024 – è considerata cruciale per affrontare le sfide e sfruttare le opportunità nel marketing digitale. La sua applicazione al mondo del commercio digitale pervade, potenzialmente, tutti gli ambiti.

Dal machine learning e i big data per fornire informazioni dettagliate sul comportamento dei clienti e sulle tendenze del mercato, fino all’integrazione di chatbot e assistenti virtuali per migliorare l’esperienza di chi acquista. Dalla realtà aumentata che permette ai clienti di visualizzare i prodotti in un contesto reale prima di riempire il carrello, fino all’ottimizzazione dell’inventario, ma anche della fase di copywriting e di aggiornamento dei cataloghi online. Un’innovazione che coinvolge anche l’ultimo miglio della logistica, con la possibilità di analizzare automaticamente i dati di spedizione, il traffico e le condizioni meteo per prevedere i tempi di consegna e identificare le rotte più efficienti.

Ma a che punto siamo in Italia? Secondo il Digital Economy and Society Index, nonostante il 70% delle imprese italiane sia in possesso di un livello base di intensità digitale, solo il 6% sfrutta l’IA per ottimizzare i processi. Un ritardo che si sconta anche nel mondo del commercio digitale. Secondo i dati della Commissione europea, solo il 13% delle piccole e medie imprese vende online e appena il 6,3% utilizza l’AI nelle proprie operazioni. Valori significativamente inferiori alla media europea per un gap che potrebbe ostacolare la competitività del Paese.

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Grafico a cura di Silvano Di Meo 

La corsa troppo lenta alla digitalizzazione penalizza anche l’export online delle piccole e medie imprese italiane: solo il 7,1% delle imprese vende oltre confine tramite canali digitali. Serve un forte impegno delle istituzioni e delle imprese per promuovere la digitalizzazione e l’adozione dell’AI. È essenziale, avverte Netcomm, che i policy maker adottino politiche favorevoli e proattive per supportare il settore. Tra queste l’implementazione di regolamenti equilibrati che non ostacolino le aziende con oneri eccessivi, ma che al contempo garantiscano la sicurezza e la qualità dei servizi offerti.



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