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I dazi USA hanno reso le banche europee a sconto?


I titoli bancari europei sono diventati un’opportunità di investimento dopo la forte volatilità delle Borse innescata dai dazi imposti dall’amministrazione Trump? Il comparto è stato quello che ha performato meglio nei primi tre mesi dell’anno, guadagnando il 20,65% e battendo l’indice Morningstar Developed Markets Europe di 15 punti percentuali. Le cose, però, si sono invertite con l’annuncio dei dazi USA. Dal 2 al 10 aprile scorsi, i titoli bancari del Vecchio continente hanno perso oltre il 12%, registrando un ritardo di 300 punti base rispetto all’indice della regione.

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Secondo Johann Scholtz, senior equity analyst di Morningstar, tra i titoli bancari si stanno creando nuovamente opportunità di investimento. “Prima del panico generato dalle tariffe USA, quasi tutte le banche europee da noi coperte avevano un rating di 3 stelle o addirittura inferiore; ora, più della metà di esse è valutato con un rating di 4 stelle”.

Tra i titoli scambiati a sconto sul mercato, BNP Paribas BNP e Lloyds Banking Group LLOY sono le migliori idee di investimento per gli analisti di Morningstar, ma anche Svenska Handelsbanken SHB A, che ha caratteristiche più difensive e che si è dimostrato resistente nelle passate fasi di crisi economica, merita secondo loro di essere preso in considerazione, anche in ragione del fatto che è l’unico titolo del comparto con un Morningstar Rating di cinque stelle. Relativamente ai titoli delle banche italiane coperte da Morningstar, UniCredit UCG e Intesa Sanpaolo ISP hanno guadagnato il 50% negli ultimi 12 mesi (al 31/03/2025) e nonostante la recente volatilità sono scambiate con un premio rispettivamente del 32% e del 18%.

Quali prospettive per i bancari europei

Secondo Brian Hall, Portfolio Manager del fondo BGF European Value Fund, la recente volatilità del settore è più legata a un cambiamento del sentiment del mercato che a un reale deterioramento dei fondamentali: “Sebbene i recenti annunci riguardo i dazi statunitensi abbiano provocato una correzione temporanea nel breve termine, questa non sembra legata a un indebolimento dei fondamentali. La resilienza degli utili è rimasta intatta, con le banche che hanno registrato solidi risultati nel quarto trimestre, sostenuti da un margine d’interesse stabile e al di là delle future decisioni della BCE. Nonostante le aspettative sui tassi di interesse si siano ridotte, il contesto nel suo complesso continua a supportare la crescita degli utili del settore”.

A essere convinto del buono stato di salute del comparto bancario europeo è anche Andrea Scauri, gestore del fondo azionario Lemanik High Growth, che evidenzia come rispetto alle crisi precedenti, le banche europee abbiamo ora una maggiore solidità patrimoniale: “In media, il CET1 (Common Equity Tier 1, l’indice che misura il rapporto tra il capitale primario e le attività ponderate per il rischio) è ben al di sopra dei livelli regolamentari, per questo motivo riteniamo che in seguito al recente sell-off alcune banche europee siano scambiate sul mercato su valori che sono al di sotto del loro patrimonio netto”.

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Gli esperti restano dunque ottimisti sul segmento dei bancari europei. Hall, che afferma di aver mantenuto pesi sostanziali nel settore per un certo periodo di tempo, elenca le ragioni per cui essere positivi su questi titoli: “In generale, il settore continua a offrire una prospettiva interessante nel medio termine: le banche appaiono ben capitalizzate e meno esposte ai prestiti speculativi, la maggior parte delle banche è posizionata per gestire la volatilità e i bilanci delle imprese sono in buone condizioni. Questo si aggiunge al fatto che ora i titoli hanno valutazioni di mercato più attraenti e offrono agli investitori buone prospettive di ritorno del capitale”.

Anche Andrea Scauri è positivo sul segmento e si aspetta che i bancari europei possano sovraperformare il mercato: “La performance di Borsa di questo comparto sarà legata alla tenuta della componente commissioni e a eventuali innalzamenti del livello di crediti in sofferenza. La nostra strategia è comunque basata su una maggiore selettività, considerando anche il contesto di M&A che si sta delineando in Italia e in Europa. Questo perché eventuali fusioni dovrebbero contribuire a creare sinergie importanti soprattutto in termini di costi”.

Qual è lo scenario peggiore per le banche?

Nel breve periodo, anche a causa del forte clima di incertezza prodotto dalla comunicazione a volte contraddittoria della Casa Bianca, il principale rischio scontato dal mercato è quello legato all’impatto che i dazi USA potrebbero avere sulla solvibilità delle aziende, a cui si aggiungerebbero le negative ripercussioni di una possibile recessione economica e di un taglio dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.

Tuttavia, aggiunge Scholtz, il vero spettro per i bancari della regione sarebbe quello di uno shock sistemico: “L’introduzione di un massiccio cambiamento di politica, come sta facendo l’attuale amministrazione statunitense, aumenta il rischio che qualcosa si rompa, provocando ulteriore panico e una spirale negativa generale. Le istituzioni finanziarie sono fortemente indebitate, per questo motivo anche una piccola variazione nella valutazione degli asset può ridurre significativamente il loro capitale. In questo caso, la liquidità si prosciuga e l’intero sistema è minacciato. Come abbiamo visto già in passato, è impossibile prevedere se e quando ciò possa accadere e quali siano le istituzioni più a rischio”.

L’autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.



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