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L’esenzione dai dazi spinge il tech: da Apple a Stm, chi guadagna di più. Ma intanto arrivano i primi aumenti dei prezzi




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Ultim’ora news 14 aprile ore 20


L’esenzione, anche se temporanea, dai dazi di numerosi prodotti tecnologici galvanizza i mercati. Festeggiano i titoli del settore, dall’americana Apple (+5% nel pre-market del 14 aprile) alla sudcoreana Samsung (+1,8%). A Piazza Affari corre Stm, rappresentante della filiera dei chip nel Ftse Mib (+2,3%). 

Speranze di dialogo 

Venerdì 11 aprile la Casa Bianca ha pubblicato una lista di prodotti che rimarranno per il momento esclusi dai dazi. Nell’elenco sono inclusi diversi prodotti di elettronica, dagli smartphone ai pc fino ai microprocessori e altri hardware. Sono oggetti che le big tech americane (Apple in primis) producono in Cina o in altri paesi asiatici.

Esentati, per ora, anche i semiconduttori. Su questo comparto, ha fatto sapere il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è in corso un’indagine più approfondita per stabilire tariffe ad hoc, sempre con l’obiettivo di spingere le aziende a portare la produzione negli Usa. 

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Sebbene lo stop ai dazi sia, secondo le dichiarazioni di Trump, solo temporaneo, i mercati lo hanno interpretato come un altro segnale positivo dopo la pausa di 90 giorni sui dazi reciproci. «Nonostante l’incertezza rimanga elevata, l’approccio dell’amministrazione americana appare più aperto al dialogo, soprattutto in settori molto sensibili come chip e consumer electronics», commentano gli analisti di Equita.

Titoli tech in fibrillazione 

La mossa del tycoon sostiene le azioni delle imprese del settore che, alla riapertura delle borse lunedì 14 aprile, scattano in rialzo. Apple, particolarmente esposta alla Cina dove produce ancora la maggior parte dei dispositivi (nonostante un aumento del 60% della produzione di iPhone in India, secondo Bloomberg), guadagna circa il 5% nel pre-market. Un’altra americana specializzata in computer e altri dispositivi elettronici, Dell, cresce di oltre il 6% prima dell’avvio degli scambi a Wall Street.

Ma la corsa è trasversale e coinvolge società di diversi continenti. Asustek Computer Inc, il produttore dei pc Asus, ha chiuso la seduta con un rialzo del 5,6% a Taipei, Lenovo ha strappato un +5,5% a Hong Kong mentre Samsung ha registrato un +1,8% a Seul. «In attesa di chiarimenti su tempistica, livelli e perimetro delle nuove misure, riteniamo che la rimozione dello scenario peggiore (per esempio, blocco delle forniture per effetto dei dazi oltre il 100% dalla Cina) sia un elemento di supporto, quantomeno temporaneo, per il settore», continuano gli esperti di Equita. 

A Milano i titoli più interessati dal nuovo scenario sono Stm (Ftse Mib) e Technoprobe (+3,7% sullo Star). «Stm ha circa il 20% del fatturato esposto al consumer electronics, di cui circa il 15% legato ad Apple, mentre Technoprobe ha un’esposizione di circa il 50%», calcola Equita. 

Primi ritocchi ai listini

Il clima di tensione, con dazi che compaiono e scompaiono quasi di giorno in giorno, ha però spinto alcune compagnie ad agire in via preventiva sui listini prezzi. Asus, ad esempio, ha già effettuato diversi aumenti sui prezzi dei suoi computer. Anche Sony ha deciso di alzare del 25% il costo della Playstation 5 in Europa, Australia e Nuova Zelanda con l’obiettivo di limitare i danni dei dazi. Nessun incremento ufficiale, per il momento, è comparso sui listini Apple ma, prima del passo indietro di Trump, gli analisti avevano stimato un aumento fino al 30-40% dei costi per Cupertino che, con ogni probabilità, ne avrebbe scaricato almeno una parte sui clienti finali. (riproduzione riservata)



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