La violenza economica, sovente frutto di “infedeltà finanziaria” o di veri e propri maltrattamenti patrimoniali, incide pesantemente sulla libertà di chi la subisce e può sfociare nel sovraindebitamento. Grazie alle ultime riforme del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) – in particolare il “Correttivo Ter” (D.Lgs. 136/2024) – e alla spinta della Direttiva (UE) 2024/1385 in materia di violenza contro le donne e violenza domestica, esistono nuovi strumenti giuridici e fondi di sostegno per fuoriuscire da queste situazioni. Vediamo come. Per l’approfondimento consigliamo il volume Le tutele del nuovo sovraindebitamento: come uscire dal debito.
1. Violenza economica e infedeltà finanziaria: definizioni e rischi
La violenza economica consiste in azioni volte a impedire, limitare o controllare l’accesso di una persona alle risorse finanziarie. Può manifestarsi nell’ambito di relazioni di coppia, familiari o lavorative, e spesso comporta:
- Occultamento di debiti o stipula di finanziamenti a nome della vittima (infedeltà finanziaria);
- Controllo coercitivo di spese, redditi e rapporti bancari;
- Divieto di lavorare o di intraprendere percorsi formativi, per rendere la vittima economicamente dipendente;
- Minacce o ritorsioni con lo scopo di subordinare ogni scelta economica e personale all’abusante.
Le conseguenze possono essere devastanti: perdita d’autonomia, impossibilità di far fronte alle spese quotidiane, emarginazione sociale e, spesso, accumulo di debiti che conducono la vittima in una spirale di sovraindebitamento.
1.1 Riconoscimento giuridico
Numerose pronunce giudiziarie, fra cui la sentenza n. 1268/2025 della Cassazione, richiamano la Convenzione di Istanbul nel qualificare la violenza economica quale forma di maltrattamento rilevante ex art. 572 c.p. (maltrattamenti in famiglia), quando produce uno stato di soggezione psicologica e impedisce l’autonomia della vittima. La recente Direttiva (UE) 2024/1385 richiama espressamente il concetto di “controllo economico” all’interno della violenza domestica, chiedendo agli Stati membri di adottare misure di prevenzione, protezione e risarcimento. Per l’approfondimento consigliamo il volume Le tutele del nuovo sovraindebitamento: come uscire dal debito.
Le tutele del nuovo sovraindebitamento. Come uscire dal debito
Aggiornato al terzo decreto correttivo del CCII (D.Lgs. 13 settembre 2024, n. 136), il volume, giunto alla sua II edizione, propone un’ampia ricognizione delle rilevanti novità normative e del panorama giurisprudenziale sul tema della crisi da sovraindebitamento. Sono raccolti diversi casi giudiziari riguardanti piani, omologati e non, ove emergono gli orientamenti dei vari fori e le problematiche applicative della normativa di riferimento. Il taglio pratico rende l’opera uno strumento utile per il professionista – gli organismi di composizione e i gestori della crisi, gli advisor e i liquidatori – al fine di offrire un supporto nelle criticità e i dubbi che possano sorgere nella predisposizione del Piano.
Monica MandicoAvvocato cassazionista, Founder di Mandico&Partners. Gestore della crisi, curatore, liquidatore e amministratore giudiziario. È presidente di Assoadvisor e coordinatrice della Commissione COA Napoli “Sovrain- debitamento ed esdebitazione”. Già componente della Commissione per la nomina degli esperti indipendenti della composizione negoziata presso la CCIAA di Napoli. Esperta in crisi d’impresa e procedure di sovraindebitamento e presidente di enti di promozione sociale. Autrice di numerose pubblicazioni, dirige la Collana “Soluzioni per la gestione del debito” di Maggioli Editore, ed è docente di corsi di alta formazione e master accreditati presso Università e ordini professionali.
Monica Mandico | Maggioli Editore 2025
2. Sovraindebitamento e “Correttivo Ter”: procedure più snelle per consumatori e famiglie
Quando la vittima di violenza economica si ritrova con debiti insostenibili, può ricorrere agli strumenti di composizione della crisi da sovraindebitamento previsti dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII). Con le modifiche introdotte dal “Correttivo Ter” (D.Lgs. 136/2024), le procedure dedicate ai soggetti non fallibili sono:
- Piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore
- Valido se i debiti sono stati contratti a fini estranei ad attività professionale o imprenditoriale.
- Consente di proporre al giudice un piano di pagamento dilazionato (con eventuale moratoria fino a 2 anni sui crediti privilegiati), purché la soddisfazione dei creditori sia almeno pari a quanto otterrebbero in una liquidazione.
- Concordato minore
- Riguarda debiti derivanti anche da attività professionale o imprenditoriale di piccole dimensioni o cessate di recente.
- Richiede il voto dei creditori e necessita di un apporto di risorse esterne se di carattere prevalentemente liquidatorio.
- Liquidazione controllata
- Prevede la vendita dei beni (eccetto quelli impignorabili) per estinguere i debiti, con possibilità di esdebitazione se il debitore è “meritevole”.
- Ammessa anche quando uno dei debitori sia un ex imprenditore cancellato dal registro delle imprese, superando alcuni dubbi interpretativi delle versioni precedenti del CCII.
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3. Le procedure familiari: riforme per la crisi di coppia e dei nuclei conviventi
La procedura familiare (art. 66 CCII) consente a più membri di una stessa famiglia, conviventi oppure legati da un debito di origine comune (ad esempio per fideiussioni reciproche o mutui solidali), di presentare un’unica domanda di sovraindebitamento. Ciò risulta utile specialmente se uno dei congiunti è vittima di violenza economica e si trova coobbligato su prestiti contratti dal partner.
3.1 Caratteristiche essenziali
- Unicità della procedura: pur rispettando la separazione delle masse attive e passive, i familiari possono avviare un percorso unitario, con un solo Organismo di Composizione della Crisi (OCC) e un tribunale di riferimento.
- Scopo: ottenere un risanamento complessivo del nucleo, evitando procedure parallele.
- Limite: se almeno uno dei debitori non è consumatore (ad esempio, ex imprenditore cancellato), tutta la famiglia dovrà accedere al concordato minore (anziché al piano del consumatore) oppure alla liquidazione controllata.
3.2 Effetti del mancato voto favorevole
Se la proposta di concordato minore non ottiene la maggioranza dei crediti ammessi al voto (situazione frequente in presenza di pochi creditori rilevanti), anche il consumatore interno alla procedura familiare può vedersi negare l’omologa, venendo travolto dagli effetti dell’esecuzione individuale o dalla liquidazione. È una delle criticità rilevate dalla giurisprudenza, che sottolinea la necessità di bilanciare il principio di responsabilità patrimoniale (art. 2740 c.c.) con l’obiettivo di tutelare il debitore di buona fede.
4. Fondi di sostegno alle vittime di violenza economica e strumenti integrativi
4.1 Reddito di Libertà
Dal 2025, il Reddito di Libertà prevede fino a 500 euro mensili, per un massimo di 12 mesi, a favore delle donne vittime di violenza che si trovino in condizioni di povertà e siano seguite dai centri antiviolenza riconosciuti e dai servizi sociali. L’obiettivo è garantire un minimo di autonomia economica, specie nelle fasi iniziali di fuoriuscita dal maltrattamento.
4.2 Microcredito e assistenza finanziaria
Esistono linee di microcredito e progetti promossi da enti religiosi (es. Caritas) o da fondazioni bancarie, che offrono prestiti a tasso agevolato per avviare attività lavorative o ristrutturare piccoli debiti.
5. Educazione finanziaria: chiave di prevenzione e riscatto
La nuova Direttiva (UE) 2024/1385 raccomanda di puntare su percorsi formativi e supporto informativo per le vittime di violenza domestica, inclusa quella economica. In Italia, sono disponibili numerose iniziative:
- Comitato per l’Educazione Finanziaria – www.quellocheconta.gov.it: corsi e materiali gratuiti sul risparmio e sulla gestione del bilancio familiare.
- Siti specializzati in alfabetizzazione finanziaria, come
- economiapertutti.bancaditalia.it (“Le donne contano”)
- gltfoundation.com/pubblicazioni per approfondire opportunità di microcredito e sostegni specifici.
Imparare a leggere un estratto conto, monitorare i movimenti bancari, saper valutare un contratto di finanziamento o un mutuo a tasso variabile sono competenze spesso decisive per prevenire ricatti e manipolazioni.
6. Consigli operativi per uscire dal circolo vizioso dell’abuso
- Denunciare e documentare
- Se si subisce una coercizione economica grave, è possibile rivolgersi a Forze dell’Ordine, Centri Antiviolenza o avvocati specializzati;
- È importante raccogliere prove (corrispondenza, estratti conto, contratti firmati a insaputa o con intimidazioni).
- Valutare le procedure di sovraindebitamento
- Il consumatore può proporre la ristrutturazione dei debiti, mentre chi ha debiti misti (professionali o imprenditoriali) può tentare il concordato minore;
- Nei casi più gravi, si ricorre alla liquidazione controllata per liberarsi dai debiti residui e ottenere l’esdebitazione.
- Accedere ai sostegni economici
- Reddito di Libertà per donne vittime di violenza;
- Microcrediti e aiuti da organizzazioni religiose e laiche (Caritas, fondazioni).
- Puntare sulla formazione
- Frequentare corsi di educazione finanziaria;
- Informarsi sui meccanismi di prevenzione dell’indebitamento (es. scorrette pratiche di “buy now, pay later”).
7. Conclusioni
Nel 2025, il contrasto alla violenza economica e l’agevolazione delle procedure familiari di sovraindebitamento rappresentano uno snodo cruciale per proteggere le vittime da situazioni di sopruso patrimoniale. Il Correttivo Ter del CCII semplifica l’accesso al concordato minore e alla liquidazione controllata anche se uno dei membri della famiglia non è consumatore, mentre la Direttiva (UE) 2024/1385 rafforza la tutela delle donne vittime di maltrattamenti domestici, ivi compresi gli abusi finanziari.
Oltre agli strumenti giuridici, i fondi di sostegno (come il Reddito di Libertà) e l’educazione finanziaria giocano un ruolo determinante per prevenire e superare la dipendenza economica. La possibilità di ricorrere in modo unitario a procedure negoziali, quando più membri del nucleo familiare condividono l’origine del debito, offre una chance di risanamento complessivo, purché si tuteli la separazione patrimoniale di ciascuno e si eviti la paralisi delle maggioranze di voto nel concordato minore.
Il messaggio chiave è che la violenza economica non è inevitabile: esistono gli strumenti normativi e i supporti finanziari per uscirne, recuperando autonomia patrimoniale e dignità personale. Sta alle vittime e ai professionisti (avvocati, commercialisti, consulenti, operatori dei centri antiviolenza) collaborare per attivare queste risorse, costruendo un percorso di rinascita economica e umana.
(Articolo a cura dell’Avv. Monica Mandico, con le integrazioni dal “Correttivo Ter” del Codice della Crisi, la Direttiva (UE) 2024/1385 e le pronunce giurisprudenziali in tema di violenza economica.)
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