La Regione Toscana si conferma nel panorama italiano, con la Legge Regionale 9 dicembre 2024, n. 57[1], un vero e proprio laboratorio di innovazione sia normativa che di processi legati alla transizione digitale.
Questo provvedimento normativo, che va a modificare la precedente Legge Regionale 54/2009 sul sistema informativo regionale e sul coordinamento delle infrastrutture e dei servizi digitali, si può considerare non solo come un adeguamento ai tempi, ma come una vera e propria visione strategica per il futuro digitale della Toscana.
In un’epoca di trasformazione digitale accelerata, dove la tecnologia ormai permea qualsiasi aspetto della vita quotidiana, la Toscana si pone l’obiettivo di governare questa rivoluzione, trasformandola in un motore di sviluppo inclusivo e sostenibile. Il tutto a beneficio dei cittadini, delle imprese, delle pubbliche amministrazioni e di tutta la comunità toscana.
Innovazione digitale: perché nasce la Legge 57/2024
La Legge n. 57/2024 – rivolta a tutto il territorio toscano, cittadini, imprese, enti locali e regionali ed il mondo della Sanità – nasce dalla consapevolezza che l’innovazione digitale non è un fine, ma un mezzo. Un mezzo per migliorare la qualità della vita, per rafforzare il tessuto economico, per rendere più efficiente la pubblica amministrazione e per promuovere una società più equa e partecipativa. Il testo legislativo si articola in due direttrici fondamentali: da un lato, la promozione dell’innovazione digitale con un presidio strutturato della Regione Toscana nelle infrastrutture e piattaforme di livello regionale; dall’altro, la tutela dei diritti di cittadinanza digitale come garanzia di inclusione ed equità, con particolare attenzione a quelle aree più lontane dai centri abitati, dove il digital divide può avere un impatto maggiore.
Le strategie per l’innovazione nei territori
Sei sono gli ambiti chiave da presidiare con maggior attenzione per la transizione digitale in Toscana:
1) la cybersicurezza della infrastruttura di rete regionale;
2) infrastrutture digitali e datacenter gestiti da Regione Toscana, anche al fine di assicurare una adeguata migrazione degli applicativi ad architetture cloud integrate e interoperabili con le stesse;
3) le reti di telecomunicazioni per la popolazione, le imprese, gli enti pubblici;
4) la rete regionale dei responsabili per la transizione digitale delle pubbliche amministrazioni toscane, anche in forma associata;
5) il coordinamento efficace delle iniziative regionali che promuovono la crescita delle competenze digitali nella popolazione;
6) le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.
Su ciascuno di questi temi la Legge individua un ruolo per Regione Toscana a garanzia dell’attenzione dell’Amministrazione Regionale per queste tematiche che, come sappiamo, sono quelle più critiche per tutti i territori e non solo nel nostro Paese.
Molti di questi ambiti (la cybersicurezza, l’intelligenza artificiale, le competenze digitali) sono anche alla base delle recentissime strategie europee sul periodo 2025-27 e dei relativi nuovi investimenti da 1,3 miliardi di euro[2].
La cybersicurezza: il nuovo terreno per la resilienza dei servizi pubblici
La Legge Regionale affronta questa nuova sfida globale – che riguarda il mondo delle aziende, delle Pa, ma anche i singoli cittadini – andando da un lato a consolidare e rafforzare il ruolo di Regione Toscana nella protezione delle infrastrutture digitali critiche per tutto il territorio toscano, dall’altro a modellare lo CSIRT Toscana come elemento organizzato e strutturato – secondo gli standard internazionali – di attuazione delle politiche europee e nazionali per l’organizzazione dei centri di risposta cyber. A partire dalla Strategia di cybersicurezza europea e poi nazionale in ambito PNRR Missione 1 Investimento 1.5, infatti, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale sta sempre più coinvolgendo le Regioni ed i territori come punto di contatto e di attuazione delle politiche di presidio e rafforzamento costante delle infrastrutture digitali pubbliche e dei relativi dati e servizi della cittadinanza.
Intelligenza artificiale: fra innovazione, etica e responsabilità
La Legge Regionale ha – fra le prime Amministrazioni in Italia – recepito lo AI Act e tratta in uno specifico articolo il tema dell’intelligenza artificiale, al fine di tener conto di principi di trasparenza, etica, non discriminazione, equità, responsabilità, accessibilità, inclusività, protezione dei dati personali e, non ultimo, coinvolgimento delle persone.
Si prevede per Regione l’adozione di linee guida operative a supporto delle PA del territorio per sostenere e supportare l’adozione concreta di tecnologie IA, raccordandosi con quanto già pubblicato da AGID nelle recenti Linee guida per la IA[3].
In ogni caso si intende promuovere la sperimentazione dell’IA in contesti strutturati e controllati al fine di testare le nuove tecnologie per i servizi della PA, valutando comunque i rischi connessi.
La regulatory sandbox: un’idea innovativa dallo AI Act recepita nella Legge Regionale
Proprio allo scopo di favorire la sperimentazione di IA, la Legge prevede un articolato dedicato ai regulatory sandbox. Questo strumento permette di testare nuove soluzioni digitali in un ambiente controllato, prima di applicarle su larga scala. In pratica, aziende e pubblica amministrazione potranno sperimentare innovazioni senza rischi, valutandone gli effetti e i benefici prima di una diffusione definitiva. Su questo tema la Legge prevede un ruolo di indirizzo da parte di Regione nel promuovere questo strumento e nel definirne le modalità di adozione a livello regionale. Sono in corso attività con le Università ed in raccordo con gli enti centrali ed europei al fine di sviluppare iniziative di regulatory sandbox.
Connettività e competenze digitali
Entrambi sono ambiti rilevanti e strategici per la transizione digitale della regione, particolarmente presidiati nella Legge Regionale e anche in raccordo con la recente Legge Regionale 11/2025 sulla Toscana Diffusa[4]. L’alfabetizzazione digitale di cittadini ed imprese, la presenza di una rete di punti di facilitazione digitale e la possibilità di accedere ai servizi pubblici e privati con adeguata connettività fissa e mobile rappresentano delle priorità per la Regione, da declinarsi con particolare attenzione nelle aree più lontane dai centri urbani principali (definite nel concetto di Toscana Diffusa descritto nella Legge dedicata), dove i rischi del digital divide sono maggiori per chi voglia continuare a vivere e lavorare in zone più distanti dalle città.
Collaborazione con le Università
La Toscana ha scelto di non lavorare da sola per scrivere questa Legge e per attuarla, ma di coinvolgere i saperi del mondo accademico che, in Toscana, rappresentano un patrimonio di conoscenza e di competenze come poche altre Regioni possono vantare. Le università toscane hanno giocato un ruolo fondamentale nella stesura del testo normativo, contribuendo con competenze tecniche e studi approfonditi sulle migliori strategie di digitalizzazione.
Questa collaborazione sarà centrale anche in futuro, per aggiornare e migliorare continuamente le politiche digitali regionali e per attuarle nelle diverse progettualità. In particolare la Toscana beneficia di ben tre centri di competenza a cui partecipano Università e centri di ricerca in ambito BigData e Ai, Cybersecurity e 5G.
RTRT, DTO e RTD: una cabina di regia per l’innovazione
Per rendere efficace la trasformazione digitale, la legge prevede una vera e propria cabina di regia. A guidare questo processo saranno tre organismi fondamentali:
- Rete Telematica Regionale Toscana (RTRT) – Un modello di coordinamento tra Regione, enti locali e altri soggetti per la gestione delle infrastrutture digitali comuni.
- DTO (Digital Transformation Office) – Ufficio che avrà il compito di supportare la transizione digitale con strategie e strumenti adeguati.
- RTD (Responsabili per la Transizione Digitale) – Figura chiave in ogni ente, per garantire che l’innovazione non resti sulla carta, ma venga concretamente applicata.
Soggetti e strumenti principali della Legge
Un punto cardine della Legge 57/2024 è senza dubbio la Rete Regionale Telematica Toscana meglio nota come RTRT che, come si legge direttamente dall’art. 17 della medesima legge, consiste in un modello organizzativo, una comunità e una forma stabile di coordinamento del sistema regionale delle autonomie locali e di altri soggetti, fondato sul concetto della condivisione degli obiettivi, della cooperazione e della compartecipazione a infrastrutture digitali comuni, capace di produrre e sostenere processi di innovazione digitale.
Con questa nuova Legge, dunque, la Regione Toscana vuole rimettere al centro il ruolo della comunità degli enti locali toscani relativamente alle politiche del digitale, promuovendo un approccio inclusivo e di maggiore condivisione nelle scelte.
Il ruolo centrale della gestione associata e della figura del RTD
Un punto fondamentale della Legge è la valorizzazione della gestione associata dell’innovazione digitale, per il quale assume un ruolo chiave il Responsabile per la Transizione Digitale (RTD), figura che la legge punta a valorizzare, inserendola nella cabina di regia della Direzione Tecnico Operativa della Rete Telematica Regionale Toscana, il punto di incontro degli enti toscani per la condivisione e definizione di strategie di sistema per il territorio toscano in ambito di innovazione digitale.
La forma associata dell’ICT viene valorizzata in molteplici forme, a partire dalla collaborazione con le Associazioni che in Toscana aggregano Comuni, Unioni di Comuni e Province e Public Utilities, alla messa a sistema delle esperienze fatte dalle diverse inhouse operanti in Toscana a livello regionale, provinciale e comunale in ambito ICT.
Il nuovo ruolo del Consorzio Metis
Per presidiare gli ambiti strategici dell’innovazione, la Regione Toscana ha deciso di rafforzare il ruolo del Consorzio Metis. Questo organismo inhouse Regionale, che già supporta la Regione e la Sanità regionale nella digitalizzazione, avrà ora una funzione più ampia, diventando un punto di riferimento per sanità e pubblica amministrazione.
Il Consorzio aiuterà gli enti locali a implementare le strategie digitali, fornendo assistenza tecnica e coordinando le attività di innovazione. L’idea è quella di creare un modello di supporto condiviso, che permetta a tutte le realtà territoriali di accedere alle competenze e alle risorse necessarie.
La Legge Regionale Toscana 57/2024 è molto più di una legge sull’innovazione digitale. È una visione strategica per il futuro, un progetto ambizioso che mira a costruire una Toscana digitale, inclusiva, sostenibile e competitiva. La legge dimostra la lungimiranza della Regione nel cogliere le opportunità della rivoluzione digitale, ma anche la sua attenzione ai valori fondamentali di equità, inclusione e partecipazione democratica. Con questa legge, la Toscana intende porsi come un modello per l’Italia e per l’Europa, dimostrando che è possibile governare la trasformazione digitale, mettendo la tecnologia al servizio del progresso sociale e del benessere di tutti i cittadini mediante l’uso di strumenti innovativi come la gestione associata, il supporto ai RTD e la regulatory sandbox.
La sfida ora è passare dalle parole ai fatti: il successo della legge dipenderà dalla capacità di enti pubblici, imprese e cittadini di collaborare e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla digitalizzazione. La Toscana è pronta a diventare una Smart Region, dove l’innovazione è davvero al servizio di tutti.
Note
[1] https://raccoltanormativa.consiglio.regione.toscana.it/articolo?urndoc=urn:nir:regione.toscana:legge:2024-12-09;57
[2] https://digital-strategy.ec.europa.eu/it/news/commission-invest-eu13-billion-artificial-intelligence-cybersecurity-and-digital-skills
[3] https://www.agid.gov.it/it/notizie/intelligenza-artificiale-in-consultazione-le-linee-guida-pa
[4] https://raccoltanormativa.consiglio.regione.toscana.it/articolo?urndoc=urn:nir:regione.toscana:legge:2025-02-04;11
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