Il valore dell’export si attesta a 163 miliardi secondo l’indagine di Intesa Sanpaolo, che prende in esame 22.700 imprese distrettuali in tutta Italia. Dalla Turchia all’India, nel biennio 2023-2024 le aziende hanno allargato i confini delle esportazioni
Il fatturato resta stabile ma la competitività industriale è alta e aumentano i chilometri percorsi dalle merci esportate dall’Italia, che guardano sempre più ai mercati extra-Ue. Sono alcuni dei risultati del rapporto Economia e Finanza dei distretti Industriali del dipartimento di ricerca di Intesa Sanpaolo, secondo cui nel biennio 2023-2024 il giro d’affari delle imprese distrettuali – 22.700 quelle analizzate – rimane stabile intorno ai 344 miliardi di euro, con un margine operativo lordo dell’8,1%, in crescita di 3 punti percentuali rispetto a un anno fa. Nelle ore in cui l’Europa è in attesa delle decisioni di Trump sui dazi all’Unione europea e Giorgia Meloni si trova a Washington per dialogare con il tycoon, colpisce che a rendere forti i distretti nel 2024 sia stato l’export, con un valore di 163,4 miliardi (+0,9%) trainato dall’agroalimentare (+7,1% nel 2024 rispetto all’anno precedente). I distretti con la patrimonializzazione migliore sono quello dolciario di Alba e Cuneo, quello della Componentistica della Val d’Elsa e quello di maglieria e abbigliamento concentrato nell’area di Perugia.
L’impatto dei dazi e le strategie possibili
Secondo l’ufficio di ricerca di Intesa, alle tariffe doganali imposte e annunciate sulle merci importate negli Stati Uniti gli imprenditori dovranno contrapporre le forze produttrici interne e guardare agli altri mercati. Il punto di partenza potrebbero essere le destinazioni cresciute nel 2024, in particolare il resto d’Europa e le mete extra Ue come Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Vietnam, Messico, Brasile, India. Dall’indagine emerge che le aziende stanno già lavorando per ampliare i propri confini commerciali e diversificare gli sbocchi, con una distanza media percorsa dall’export passata da 3.150 chilometri nel 2005 a 3.434 nel 2023. Tra le imprese più performanti, l’8% si trova nel nord Ovest, una quota simile nel Mezzogiorno, il 7,3% nel Nord est e il 6,9% al Centro.
Chi fa meglio investe su innovazione e sostenibilità
I distretti più performanti sono quelli che hanno puntato su innovazione e sostenibilità, con risultati misurati anche attraverso le certificazioni. Chi ha ottenuto attestati di qualità, ma anche brevetti, marchi e qualifiche ambientali, ha visto salire i margini operativi dal 9,3% nel 2022 al 10,2% nel 2023. Tra il 2021 e il 2023 (solo) l’8% delle imprese si è distinta per presenza di giovani e parità di genere nei consigli di amministrazioni nonché per capacità di rivolgersi a un contesto internazionale e tecnologicamente avanzato. La tecnologia e la transizione green hanno rappresentato un’ottimizzazione dei consumi energetici e accresciuto la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tra i fattori determinanti della crescita delle aziende è stato il piano di Transizione 4.0 unito a un’attenzione nella logistica verde e alla valorizzazione del capitale umano.
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