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La montagna può guidare l’innovazione: “Belluno ha capito che la marginalità si contrasta con competenze, digitalizzazione e relazione tra imprese e università”


BELLUNO. Il caso Belluno come uno dei più emblematici a livello nazionale di rigenerazione produttiva e attrazione di innovazione in un contesto periferico: la nostra Provincia sarà infatti tra i protagonisti di un seminario nazionale sulle strategie per rafforzare i territori periferici. “A Belluno abbiamo capito che l’unico modo per contrastare la marginalità è organizzarsi come un sistema coeso, capace di investire su competenze, digitalizzazione e relazione tra imprese, scuola e università. Solo così un territorio montano può diventare competitivo e attrattivo anche per i giovani” afferma Andrea Ferrazzi, direttore di Confindustria Belluno Dolomiti.

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Ferrazzi sarà infatti a Nuoro il 17 aprile per testimoniare come anche le aree montane possano guidare l’innovazione. “L’economia della conoscenza non è solo appannaggio delle grandi città: anche un distretto alpino, se ben governato, può diventare un hub di innovazione”.

 

In un’economia sempre più fondata sul sapere e la tecnologia, il divario tra grandi centri urbani e territori periferici rischia di ampliarsi perché le metropoli attraggono talenti, investimenti e infrastrutture digitali, mentre molte aree interne faticano a trattenere giovani e competenze. È in questo scenario che si inserisce l’evento promosso dal progetto nazionaleRete”, finanziato dal Ministro per lo sport e i giovani e nato per valorizzare le competenze dei giovani, indirizzare verso il lavoro desiderato, aiutare a realizzare le idee di impresa e proporre stage in Italia e all’estero: giovedì 17 aprile si riuniranno infatti a Nuoro esperti e rappresentanti istituzionali per discutere come i territori decentrati possano competere nell’economia della conoscenza.

 

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Cos’è però l’economia della conoscenza? E’ un modello in cui la produzione di valore è sempre più legata all’innovazione, all’informazione e alla formazione continua. Molte aree interne, però, si ritrovano prive di strumenti per trattenere i giovani e attrarre nuove iniziative: da qui la necessità di promuovere politiche territoriali che integrino sviluppo imprenditoriale, cultura locale e sostenibilità.

 

In tal senso a Belluno è attivo il progetto “Belluno synergy lab: Co-progettare l’economia della conoscenza nel bellunese”, uno dei 17 progetti finanziati da Fondazione Cariverona nell’ambito del bando STeP (Sviluppo territoriale partecipato) con un importo di 116mila euro. L’obiettivo è creare un polo per lo sviluppo dell’economia della conoscenza attraverso la promozione di diverse attività nel biennio 2025-2026, tra cui la creazione di un percorso di alta formazione co-progettato con università e imprese, la creazione di un gruppo di lavoro permanente formato da soggetti rappresentativi di interessi pubblici e privati e la riqualificazione di alcuni spazi di Palazzo Crepadona come hub di lavoro.

 

Il progetto coinvolge molti attori: tre partner operativi (Ipa Prealpi Bellunesi, Camera di Commercio Treviso-Belluno Dolomiti, Comune di Belluno) e 7 sostenitori (Provincia di Belluno, Dmo Dolomiti Bellunesi, Appia Cna, Confindustria Belluno Dolomiti, Fondazione Fantastiche Dolomiti, Fondazione Elserino Piol, Fondazione Teatri delle Dolomiti).

 

“La nostra esperienza – conclude Ferrazzi – dimostra che non esistono territori condannati alla marginalità, ma territori che devono riorganizzarsi con visioni nuove. A Belluno abbiamo puntato su progetti di innovazione, infrastrutture tecnologiche, alta formazione e valorizzazione delle filiere locali. È un lavoro di squadra che Nuoro e altri territori possono replicare, adattandolo al proprio contesto”.





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