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Cos’è il DMA dell’UE e perché il regolamento permetterà l’interoperabilità tra Whatsapp e Telegram


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Il Digital Markets Act (DMA), entrato in vigore il 1 novembre 2022, è un regolamento europeo che mira a regolamentare le grandi piattaforme digitali, definite come “gatekeeper”, al fine di garantire un mercato più equo e competitivo. Presentato dalla Commissione Europea nel dicembre 2020, si tratta di una delle iniziative più ambiziose dell’Unione Europea in ambito tecnologico e digitale degli ultimi anni che potrebbe avere conseguenze su app come Telegram e Whatsapp.

Questo regolamento rappresenta una svolta normativa significativa che potrebbe ridefinire il modo in cui operano le big tech in Europa e, potenzialmente, anche a livello globale.

Cos’è il Digital Markets Act

Il Digital Markets Act è un regolamento dell’UE che si inserisce nel quadro della strategia digitale europea, affiancandosi al Digital Services Act (DSA). Mentre il DSA si concentra sui contenuti e sulla responsabilità delle piattaforme digitali riguardo alla diffusione di contenuti online, il DMA si focalizza sulle dinamiche di mercato, mirando a prevenire comportamenti anticoncorrenziali da parte delle grandi aziende tecnologiche.

Il DMA si applica a quelle piattaforme digitali che svolgono un ruolo di “gatekeeper” (in italiano, “guardiano dell’accesso”). Si tratta di operatori che hanno una posizione dominante tale da fungere da snodo imprescindibile per altri operatori commerciali e per i consumatori, influenzando in modo significativo il mercato digitale.

Chi sono i “gatekeeper”

Secondo il testo del DMA, una piattaforma viene classificata come gatekeeper se soddisfa tre criteri principali:

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  • Ha una forte posizione economica e una presenza significativa nel mercato europeo.
  • Fornisce un servizio di piattaforma che funge da collegamento fondamentale tra aziende e consumatori.
  • Ha (o probabilmente avrà) una posizione consolidata e durevole nel tempo.

Per essere formalmente designata come gatekeeper, un’azienda deve raggiungere determinati parametri quantitativi:

  • Un fatturato annuo nell’UE pari o superiore a 7,5 miliardi di euro negli ultimi tre anni, oppure una capitalizzazione di mercato pari o superiore a 75 miliardi di euro.
  • Deve fornire un servizio di piattaforma principale (come motori di ricerca, social network, browser, marketplace, ecc.) con almeno 45 milioni di utenti finali attivi mensili nell’UE e almeno 10.000 utenti commerciali attivi annuali.

A settembre 2023, la Commissione Europea ha ufficialmente designato sei aziende come gatekeeper: Alphabet (Google), Amazon, Apple, ByteDance (TikTok), Meta (Facebook, Instagram, WhatsApp) e Microsoft.

Obiettivi, regole e sanzioni del DMA

Il DMA si pone l’obiettivo di:

  • Garantire mercati digitali più equi e aperti.
  • Promuovere l’innovazione e la concorrenza.
  • Evitare che i gatekeeper abusino della loro posizione dominante per soffocare la concorrenza.
  • Offrire maggiori opportunità alle imprese europee, in particolare alle PMI e alle startup, per accedere al mercato digitale.

Inoltre, introduce una serie di obblighi e divieti per i gatekeeper. Alcuni degli obblighi principali includono:

  • Interoperabilità: i gatekeeper devono consentire l’interoperabilità tra le proprie piattaforme e quelle di terzi. Ad esempio, un’app di messaggistica concorrente deve poter comunicare con WhatsApp (vedi Telegram).
  • Accesso ai dati: devono garantire alle imprese che utilizzano la loro piattaforma l’accesso ai dati generati dalle loro interazioni.
  • Neutralità delle piattaforme: non possono favorire i propri servizi o prodotti a scapito di quelli di terzi. Ad esempio, Google non può privilegiare i propri servizi nei risultati di ricerca.
  • Divieto di imposizione di condizioni sleali: non possono obbligare gli utenti commerciali a utilizzare determinati servizi complementari (come i sistemi di pagamento) per accedere alla piattaforma principale.
  • Portabilità dei dati: gli utenti devono poter trasferire facilmente i propri dati da una piattaforma all’altra.

Il DMA prevede sanzioni severe in caso di mancato rispetto delle regole. Le multe possono arrivare fino al 10% del fatturato mondiale annuo dell’azienda, e fino al 20% in caso di recidiva. Inoltre, la Commissione Europea ha il potere di imporre rimedi strutturali, come la dismissione di attività, qualora le infrazioni siano gravi e ripetute.

Impatti sul mercato e sulle aziende

Le implicazioni del DMA sono profonde. Le grandi piattaforme digitali dovranno ripensare molte delle loro pratiche commerciali. Alcuni esempi:

  • Apple potrebbe essere costretta a permettere l’installazione di app al di fuori dell’App Store o a consentire l’uso di sistemi di pagamento alternativi.
  • Meta potrebbe dover aprire WhatsApp a servizi di messaggistica esterni.
  • Google dovrà garantire che i suoi risultati di ricerca siano neutri e non penalizzino i concorrenti.

Questi cambiamenti potrebbero incentivare una maggiore varietà di servizi digitali e ridurre la dipendenza da poche grandi aziende. Al tempo stesso, le big tech stanno reagendo con preoccupazione e hanno già avviato ricorsi legali e modifiche tecniche per conformarsi alle nuove norme.

Le critiche e le sfide per il futuro

Non mancano le critiche. Alcuni esperti ritengono che il DMA possa frenare l’innovazione, imponendo regole troppo rigide e costi elevati per l’adeguamento. Altri temono che possa creare frammentazioni nel mercato digitale globale, rendendo l’UE meno attrattiva per gli investimenti tecnologici. Un’altra sfida riguarda l’effettiva applicazione delle norme. Sarà fondamentale che la Commissione disponga delle risorse e delle competenze per monitorare e far rispettare le regole, evitando che restino lettera morta.

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Nonostante le critiche, il DMA è visto da molti come un modello potenziale per altre giurisdizioni. Gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Australia e altri paesi stanno osservando con attenzione l’evoluzione della normativa europea, valutando l’adozione di misure simili. L’UE si è posta l’obiettivo di diventare una potenza normativa nel mondo digitale, e il DMA rappresenta uno strumento chiave per raggiungere questo scopo. Resta da vedere se le regole si tradurranno in una maggiore equità senza compromettere la capacità di innovare.

Siamo di fronte a un esempio concreto di come la regolamentazione possa influenzare non solo le dinamiche del mercato, ma anche il nostro modo di interagire con il digitale ogni giorno. Sarà cruciale osservare come si evolverà la situazione e quali saranno gli effetti tangibili per utenti, imprese e istituzioni nei prossimi anni.





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