L’indagine congiunturale con le previsoni delle imprese cuneesi per il secondo trimestre 2025, elaborata dal Centro Studi di Confindustria Cuneo sulla base delle valutazioni di circa 300 imprese, di cui 200 manifatturiere e 100 dei servizi, evidenzia un rilancio della fiducia, soprattutto nel comparto manifatturiero, che dopo un avvio d’anno cauto torna a crescere su alcuni dei principali indicatori.
A livello piemontese, l’indagine condotta a fine marzo ha coinvolto quasi 1.300 imprese, segnalando una discreta tenuta del tessuto produttivo regionale, con saldi tornati positivi su produzione e ordini interni, mentre restano negative le previsioni sull’export, condizionate da uno scenario internazionale alquanto incerto. In ripresa anche gli investimenti, con un lieve calo del ricorso alla cassa integrazione e una prosecuzione della fase espansiva nei servizi, pur con qualche segnale di rallentamento.
Nello specifico del Cuneese, il sentiment delle imprese manifatturiere registra un miglioramento rispetto alla rilevazione di dicembre: tornano positivi i saldi su ordini totali (da -10,5% a +3,4%) e produzione (da -8,1% a +5,6%), con il 19% delle aziende che prevede un aumento dei livelli produttivi. Il saldo sull’occupazione passa da 4,1% a 12,8%, mentre si riduce l’utilizzo della cassa integrazione (da 9,9% a 6,3%). Gli investimenti significativi coinvolgono il 23,9% del campione (-2 punti), mentre quelli marginali il 52,3% (contro 51,8%). Il tasso di utilizzo di impianti e risorse rimane stabilmente al di sopra del livello di ciclo economico normale, senza particolari variazioni (77,3% contro il precedente 77,2%). Permangono incertezze sui mercati esteri (il saldo ordini dall’estero resta fermo a -4,8%) e crescono le preoccupazioni su prezzi di commodity e logistica. Le attese su un aumento dei prezzi energetici sono più che raddoppiate, passando da 26,7% a 60,9%.
Guardando ai singoli settori, la metalmeccanica rimane orientata alla prudenza pur con il recupero di alcuni indicatori (ordini totali e produzione: da -15,4% per entrambi a -9,8% e -3,9%; attese sulle vendite all’estero: da -6,3% a -16,3%; prospettive su occupazione: da 0 a 5,9%; ricorso alla cassa integrazione da 9,6% a 10,2%); espansive le indicazioni provenienti dall’alimentare (nuovi ordini: da -16,1% a +17,6%; occupazione: da 9,7% a 20,6%); più positivo rispetto al primo trimestre il clima di opinione tra le imprese di edilizia e indotto (livelli produttivi: da -8,3% a +7,5%; ricorso a cassa integrazione: da 19,4% a 7,7%); rimangono favorevoli, ma più caute, le attese delle aziende della chimica e gomma-plastica (livelli produttivi: da 12,5% a 0; ordini totali: da +6,3% a -5,9%; occupazione: da 0 a 23,5%; ricorso alla Cig: da 6,3% a 5,9%); recupera la fiducia tra le imprese della cartaria-grafica (livelli produttivi e nuovi ordini: da -33,3% per entrambi a 14,3% e 28,6%); continua a essere cedente il clima di opinione delle realtà attive nell’ambito dell’estrazione e lavorazione di minerali non metalliferi (livelli produttivi a -33%, ordini a -22,2% e vendite all’estero -16,7%).
Per quanto concerne i servizi, le circa 100 imprese interpellate mantengono un clima di fiducia favorevole, anche se con qualche indicatore in rallentamento. Le attese sul livello di attività si attestano a 9,1% (da 9,4%), mentre quelle sugli ordinativi scendono a 2,3% (da 4,7%). In miglioramento le prospettive occupazionali (da 7,1% a 9,1%). Stabile all’1,2% la quota di aziende che prevedono il ricorso alla cassa integrazione.
Nel comparto trasporti e logistica, il saldo sul livello di attività, pari a 20% a dicembre, perde oltre 26 punti e si attesta -6,7%. Si mantengono invece espansive le attese nei servizi innovativi (nuovi ordini: da 11,8% a 13,5%; occupazione: da 14,7% a 18,9%). Pur con il recupero di alcuni indicatori, le attese nei servizi commerciali e turistici sono improntate alla prudenza (livello di attività da -25% a 0; nuovi ordini da -33,3% a -21,4%; occupazione da -8,3% a +7,1%); è favorevole, infine, il clima di fiducia tra le imprese delle utilities: passano entrambi da zero a 25% i saldi su livello di attività e acquisizione di nuovi ordini; il saldo sull’occupazione recupera 41,7 punti ed è pari a sua volta a 25%.
Come ogni primavera, l’indagine ha raccolto anche i consuntivi economico-finanziari dell’anno precedente. Il 2024 si è chiuso positivamente per la maggior parte delle imprese cuneesi: il 70,8% ha chiuso in utile, il 35,6% ha aumentato il fatturato e oltre la metà (53,4%) ha incrementato gli investimenti. Tra le manifatturiere, il 73,7% ha chiuso in utile, mentre solo il 6,7% ha subito una perdita (7,4% l’anno precedente). Il 58,4% delle aziende ha aumentato gli investimenti (contro il 29,8% del 2023). Nei servizi, il 45,5% delle imprese ha registrato un fatturato in crescita a fronte del 19,3% che lo ha visto diminuire e del 28,4% che lo ha mantenuto ai livelli dell’anno precedente.
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