Le più grandi industrie farmaceutiche globali, tra cui Pfizer, Eli Lilly, AstraZeneca ma anche Sanofi e Novartis hanno lanciato un appello alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen esercitando pressioni affinché i prezzi dei medicinali aumentino. La ragione di questa richiesta, nella lettera di Big Pharma rivolta all’Ue, sarebbe da ricercare nei dazi di Trump. Dall’annuncio del Presidente Usa infatti sono stati annunciati oltre 150 miliardi di dollari di investimenti negli States. La pressione dei ceo delle grandi industrie farmaceutiche europee sarebbe volta ad evitare l'”esodo” delle imprese verso il suolo americano. “L’Ue ha aumentato le spese per la difesa, ora deve sostenere la sua sovranità sanitaria“, ha dichiarato Pascal Soriot, ceo di AstraZeneca.
Farmaceutica, pressioni Big Pharma su Commissione Ue: “Alzare prezzi medicine contro dazi Usa”, Ceo Astrazeneca: “Più spesa per sovranità sanitaria”
Big Pharma ha lanciato un appello alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen:”Alzare i prezzi dei medicinali per contrastare i dazi di Trump“. È questo il messaggio di almeno tre dozzine di aziende farmaceutiche tra cui Pfizer, Eli Lilly, AstraZeneca ma anche Sanofi e Novartis. La loro richiesta è che a livello europeo vengano implementate delle “misure urgenti” per “sostenere la competitività dell’industria farmaceutica europea” ed evitare che la produzione venga delocalizzata negli Stati Uniti (e in Cina). Sebbene le tariffe Usa sui medicinali non siano ancora state implementate, le principali industrie hanno già annunciato investimenti su suolo americano pari a oltre 150 miliardi di dollari, per esempio: Novartis ne ha già stanziati 23 miliardi, Eli Lilly 27 miliardi di dollari, Merck & Co. 8 miliardi di dollari, mentre Roche ha presentato un piano di 50 miliardi. La francese Sanofi al momento non ha annunciato misure simili, anche a seguito dell’annuncio di Macron di non investire negli Stati Uniti.
“In Europa non ci sono stati annunci simili“, hanno commentato i due manager di Novartis e Sanofi, Vas Narasimhan e Paul Hudson, secondo i quali i prezzi dei medicinali in Europa dovrebbero “allinearsi” su quelli americani (circa il triplo) per una questione di “aumento dell’attrattività sui mercati“. Sulla stessa linea il ceo di AstraZeneca Pascal Soriot ha dichiarato: “L’Ue ha aumentato le spese per la difesa, ora deve sostenere la sua sovranità sanitaria“, poiché, a suo dire, “sta perdendo terreno nell’attrarre investimenti in ricerca e sviluppo e produzione“. Mentre da una parte i Big Pharma aumentano le pressioni sull’Unione Europea, dall’altra le autorità Ue non sembrano intenzionate a modificare il piano di riforma dell’industria farmaceutica, attualmente in discussione tra Parlamento e Consiglio Ue e che prevede, tra le altre cose, di rendere più accessibili i prezzi dei medicinali, esattamente il contrario di quanto a gran voce richiesto dai colossi farmaceutici.
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