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Olimpiadi circolari. Quando lo sport chiude il cerchio della sostenibilità


Nella costellazione di eventi pubblici di importanza mondiale, quelli sportivi hanno senza dubbio un ruolo primario. La cultura dello sport è sostenuta da tifosi di tutte le età, disposti a viaggiare anche oltreoceano per assistere alle competizioni del proprio idolo o della squadra del cuore. In questo contesto, l’infrastruttura che ospita l’evento sportivo diventa importante quanto l’evento stesso: è il teatro di quel ricordo indelebile vissuto dai tifosi. Sfruttando questo enorme potenziale, i progettisti possono trasmettere messaggi di rilevanza economico-sociale, spaziando da soluzioni che plasmano il profilo cittadino in via definitiva (ricucendo fratture) o riutilizzando in modo creativo i componenti dell’infrastruttura stessa. La manifestazione sportiva che, più di tutte, attiva questi processi, sono i Giochi Olimpici. La città che ospita le Olimpiadi può migliorare le proprie infrastrutture urbane, creare ambienti originali, accessibili e sostenibili: un’occasione imperdibile per realizzare progetti iconici e innovativi.

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Il caso più recente è quello delle Olimpiadi di Parigi 2024, che si sono distinte per l’attenzione al riutilizzo e per la riqualificazione di aree esistenti, con l’intento di celebrare il patrimonio di Parigi e di tutta la nazione. Un esempio è il progetto dello Stadio Nautico di Vaires-sur-Marne.

Lo studio Auer Weber ha rinnovato lo storico parco dell’Île de Loisirs de Vaires-Torcy, a 30 km dalla capitale francese e già luogo di regate, per ospitare le gare di canoa, slalom, canottaggio e kayak. Quest’area naturalistica era già dotata di corsi d’acque bianche (un grande lago e il fiume Marna), adatti a queste competizioni; inoltre, il valore storico-naturalistico dell’area – dato dalla presenza della fabbrica di cioccolato Menier, di un lago balneabile, di campi da golf e da tennis – la rendeva perfetta per un intervento di riqualificazione. Cogliendo l’opportunità di ammodernare il parco in vista della competizione olimpica, i progettisti hanno integrato strutture per ospitare gare ufficiali, ma anche zone per lo sport amatoriale e le attività ricreative quotidiane. Il parco diventa così luogo d’incontro anche dopo il termine dei Giochi.

Il concept progettuale sfrutta una competizione mondiale come motore di innovazione e trasformazione della città, proponendo un ecosistema urbano che è anche un polo attrattivo e arricchisce il patrimonio della nazione. Auer Weber integra nuove architetture con il paesaggio naturale esistente, rimanendo fedele all’identità del parco naturalistico che le ospita. Le strutture si inseriscono delicatamente nell’area verde del parco, attraverso un “plateau” che domina la sponda est del lago e crea percorsi paesaggistici al di sopra delle strutture per l’allenamento.

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Sono stati implementati percorsi pedonali e ciclabili e spazi ricreativi per eventi culturali e manifestazioni, affinché gli abitanti possano utilizzare quotidianamente un parco ora più vivo e dinamico. Si migliora in questo modo la qualità della vita cittadina, rispondendo in parallelo alle esigenze dei visitatori internazionali. L’elemento dominante del progetto resta l’acqua (punto di partenza e di arrivo), che delimita e allo stesso tempo unisce i suoi quattro centri nevralgici: l’area per attività di kayak e canottaggio, gli alloggi degli atleti, le infrastrutture acquatiche pubbliche all’aperto e quelle al coperto.

Luogo: Vaires-sur-Marne, Francia
Superficie: 40.000 m2
Completamento: 2021
Architetto: Auer Weber
Team di progetto: Moritz Auer, Markus Hennig, Géraldine Fischer-Pupolier, Florian Zopfy, Ingo Pucci, Chaoya Wang, Thomas Zeilhofer
Salvo diversamente indicato, fotografie: Christoph Gramann
Tutte le immagini courtesy Auer Weber

Anche le Olimpiadi di Tokyo 2020 ci offrono esempi di progettazione lungimirante, spesso con un’attitudine creativa. Nikken Sekkei, con la sua Athletes’ Village Plaza presso il villaggio olimpico e paralimpico, ha progettato uno spazio per eventi interamente realizzato con componenti lignei provenienti da ogni parte del Giappone.

La peculiarità del progetto è la possibilità di riutilizzo dei materiali: tutti i componenti della struttura sono stati scelti in modo che, al termine dell’evento, potessero essere restituiti al comune di appartenenza e riutilizzati in nuovi progetti o elementi d’arredo urbano. La celebrazione del Giappone e la volontà di trasmettere un chiaro messaggio di attenzione per la sostenibilità e la durabilità si sono fuse in un progetto che richiama la tradizione nipponica: un ambiente di comunione e festività, tipico di un villaggio locale. La sala conferenze, gli uffici e gli altri ambienti comuni presentano una forma regolare, decretata da assi tra loro perpendicolari, e ripropongono la tipica veranda giapponese lungo il perimetro.

Mentre questa veranda protegge dal sole naturale, il complesso accoglie un ramo d’acqua proveniente dal bacino circostante. La celebrazione del Giappone continua con la scelta di mantenere a vista la struttura: tutti i 40.000 componenti di legno, scelti sulla base della loro resistenza strutturale e all’umidità, sono il vero simbolo del progetto. Anche ogni elemento di scarto delle lavorazioni è diventato parte integrante del progetto stesso, perché è stato utilizzato per altri componenti o come elemento di design.

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Così, la diversità del Giappone è stata convogliata in una struttura unica: ogni componente del progetto, rappresentando una parte della nazione, ha trasferito in esso la sua spiritualità, per condividerla con tutti i visitatori e atleti. Al termine delle competizioni, questa spiritualità, ormai interconnessa con quella degli utenti, è stata restituita al suo proprietario (il comune di provenienza) portando con sé una nuova esperienza.

Luogo: Tokyo, Giappone
Superficie: 5.300 m2
Completamento: 2020
Architetto: Nikken Sekkei
Fotografie: Gankosha, courtesy Nikken Sekkei

Giochi Olimpici di Rio de Janeiro nel 2016 seguivano le stesse direttive: tutte le infrastrutture dovevano essere pensate come adattabili a scopi e funzioni future. L’intento era incrementare gli spazi pubblici e la vegetazione e creare un centro ricreativo che celebrasse la vita e la cultura della città brasiliana.

In questo contesto, lo studio Ecomimesis Soluções Ecológicas ha completato nel 2024 l’ammodernamento del Parco Rita Lee, un’area del parco olimpico di Barra da Tijuca, trasformando l’infrastruttura preesistente in un luogo ricco di stimoli, che riconnette frammenti della città e incrementa flora e fauna locali. Rio è una metropoli molto influenzata dal rapporto tra natura e società, data la vicinanza con la foresta pluviale tropicale, e mirava a reintrodurre la vegetazione autoctona nello spazio urbano.

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Partendo da questi presupposti, Ecomimesis ha trasformato i due elementi cardine del parco olimpico del 2016 (l’avenue centrale e i centri sportivi circostanti) in due parchi interattivi, che consentono agli utenti molteplici esperienze sensoriali: un parco lineare e un parco urbano. Il primo reinterpreta l’Olympic Way e collega per 1,2 km da nord a sud l’ex superficie olimpica fino a raggiungere la Laguna di Jacarepaguà. L’avenue dalla forma sinuosa è dotata di tutti i servizi necessari per favorire una piacevole passeggiata, grazie ad apposite aree di sosta e relax. Il viale è costeggiato da vegetazione autoctona e culmina con il Live Site, uno spazio circolare destinato all’attività collettiva, affacciato sulla laguna. Il secondo parco è una sintesi dello spirito di Rio, la città del carnevale per eccellenza.

Ecomimesis enfatizza questo dettaglio facendo del colore il punto di forza del progetto. Aree gioco, aree per sosta o pic-nic, campi sportivi, pareti da arrampicata e piste da skate vengono distinte attraverso un uso sapiente e giocoso del colore. Questo parco, che abbraccia quello lineare, cattura l’attenzione degli utenti e introduce nella città ambienti vibranti e accattivanti: percorrendo il lungo vialone centrale, si può scegliere di svagarsi con lo sport o rilassarsi nell’area ombreggiata dagli alberi della foresta.

Luogo: Rio de Janeiro, Brasile
Superficie: 136.000 m2
Completamento: 2024
Architetto: Ecomimesis Soluções Ecológicas
Team di progetto: Amanda Saboya, Caroline Fernandes, Pierre-André Martin
Fotografie: Rafael Salim
Tutte le immagini courtesy Ecomimesis Soluções Ecológicas

 

Giorgia Betto

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