Una semplice riflessione laica sulla morte di Papa Francesco – Monopoli Tre Rose
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Laveno (VA), 22/04/2025
Egregio Signor Direttore
Di “MONOPOLI TRE ROSE”
70043 MONOPOLI (BA)
UNA SEMPLICE RIFLESSIONE LAICA SULLA MORTE DI PAPA FRANCESCO
Egregio Direttore,
desidero esprimere una semplice riflessione laica, con un sentimento di smarrimento, riguardo la triste scomparsa di Papa Francesco, un Pastore sempre umile e semplice ma sempre coraggioso nell’esprimersi con forza in difesa degli ultimi, dei poveri, dei sofferenti, dei bisognosi e degli emarginati della società, come nella splendida enciclica “Fratelli tutti”, nonché in difesa dell’ambiente devastato e del nostro Pianeta, casa comune di tutti gli esseri viventi, condizione strettamente connessa con la diffusa povertà, le numerose diseguaglianze sociali e la dilagante ingiustizia sociale, come nell’altrettanto splendida enciclica “Laudato Si’”, per la Pace e il dialogo tra i vari popoli di religioni e di etnie diverse e per il disarmo degli Stati, che dovrebbero preoccuparsi principalmente delle difficili e precarie condizioni sociali dei rispettivi popoli mentre il mondo sta andando a pezzi in continue guerre sanguinose, tra la miopia e la brama di potere dei vari governanti, conflitti che servono solo ad arricchire ulteriormente i grandi produttori di armi.
Ogni morte evidenzia tutta la miseria e la precarietà della nostra condizione umana di fronte al suo profondo mistero, per cui mi tornano sempre alla mente le semplici ma efficaci parole di Orazio “Pulvis et umbra sumus”, della Genesi e del Qohelet “Memento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris”. Spero vivamente che il coraggioso e giusto percorso pastorale, sociale e umano faticosamente intrapreso da Papa Francesco, interpretando gli autentici insegnamenti sia del Vangelo che del Concilio Vaticano II, per combattere ogni forma di corruzione, di abuso e di ipocrisia nella Chiesa, aprendola al mondo contemporaneo e alle nuove questioni sociali senza escludere gli “altri” e i “diversi”, non vada perduto in un mondo in cui importa sempre di più soltanto il profitto economico e la ricchezza materiale da conseguire a qualsiasi costo umano e sociale e che la Chiesa e i “cristiani” non si facciano ingannare né influenzare dalle sempre più forti, quanto vuote e vane, grida degli ultraconservatori e “sovranisti”, soprattutto nordamericani, fin dall’inizio fortemente contrari alle giuste riforme ecclesiastiche e pastorali proposte da Papa Francesco, volti solo all’arido egoismo e al miope individualismo particolare e personale a danno degli “altri” esseri umani in difficoltà contro il Bene comune, valore che dovrebbe riguardare tutti gli esseri umani nati uguali. “Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio! … E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” (Marco X).
Ora che Papa Francesco, che osava levare, tra i pochi, la sua autorevole (anche se tante volte inascoltata) voce a favore degli ultimi, dei poveri, dei bisognosi, dell’eguaglianza e della giustizia sociale, è morto, chi parlerà per i tanti, troppi, che nella nostra arida società e nel mondo non hanno diritti?
Colgo l’occasione per rinnovare i miei più cordiali saluti … “quam minimum credula postero”.
Alberto Morandi
Laveno Mombello (VA)
Nato a Varese nel 1968
Diploma di maturità classica presso il Liceo classico statale “Ernesto Cairoli” di Varese
Laurea in giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
dipendente nella Pubblica Amministrazione
studioso e appassionato della storia e della cultura, classica, umanistica e medioevale.
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