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Nuove opportunità per promuovere l’occupazione femminile: il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), ha ufficialmente adottato i decreti attuativi per il “Bonus Assunzione Donne”. L’annuncio è stato pubblicato sul portale del Programma di Governo (“Bonus assunzioni giovani e donne: adottati i decreti attuativi”).

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Cos’è il Bonus Assunzione Donne

L’incentivo, rivolto ai datori di lavoro privati, consiste in un esonero contributivo pari al 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, fino a un massimo di 8.000 euro annui per ogni lavoratrice assunta. La misura è pensata per favorire l’inserimento e la stabilizzazione delle donne nel mercato del lavoro, in particolare di quelle in condizioni di svantaggio.

Le principali novità del nuovo incentivo

Rispetto alle versioni precedenti, il nuovo bonus introduce alcune novità significative:

  • Estensione ai contratti a tempo determinato: non solo assunzioni a tempo indeterminato, ma anche a termine;
  • Periodo di validità: per le assunzioni effettuate dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025;
  • Cumulabilità: l’incentivo può essere cumulato con altri sgravi previsti dalla normativa vigente.

Questi elementi aumentano l’attrattività della misura e ne ampliano il potenziale impatto sul mercato del lavoro.

Chi può accedere al Bonus Assunzione Donne 2025

L’incentivo è destinato ai datori di lavoro privati che assumano donne rientranti in particolari categorie svantaggiate, tra cui:

  • Donne di qualsiasi età, prive di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti del Fondo Sociale Europeo;
  • Donne che svolgono professioni o lavorano in settori caratterizzati da una forte disparità di genere;
  • Donne disoccupate da almeno dodici mesi, indipendentemente dall’area geografica.

Come richiedere il bonus

Per usufruire del beneficio, i datori di lavoro devono presentare apposita domanda all’INPS attraverso i canali telematici predisposti. È fondamentale che l’assunzione produca un incremento netto del livello occupazionale aziendale, rispetto alla media dei dipendenti nei dodici mesi precedenti.

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Inoltre, le imprese devono garantire il rispetto di:

  • principi di parità di trattamento e non discriminazione;
  • normative sulla salute e sicurezza sul lavoro;
  • obblighi contributivi e retributivi.

Impatto atteso sull’occupazione femminile

Secondo le analisi dei Ministeri promotori, la misura si propone di contribuire a ridurre il divario di genere nel mercato del lavoro, che in Italia rimane ancora marcato rispetto alla media europea. Favorendo l’inserimento e la stabilizzazione lavorativa delle donne, si mira non solo ad aumentare i livelli occupazionali femminili, ma anche a promuovere un cambiamento culturale verso una maggiore equità di genere.

Un tassello del PNRR per l’inclusione lavorativa

Il “Bonus Assunzione Donne” si inserisce nel più ampio pacchetto di riforme e investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che dedica particolare attenzione alla promozione dell’occupazione giovanile e femminile. La crescita inclusiva, sostenibile e intelligente è uno degli assi portanti del programma di rilancio economico post-pandemia.

Le politiche attive del lavoro previste dal PNRR, unite a strumenti incentivanti come il nuovo bonus, puntano a creare un mercato del lavoro più equo e dinamico, capace di valorizzare i talenti femminili e di superare le storiche disparità occupazionali.

Un’agevolazione differenziata per le ZES e il resto d’Italia

È importante sottolineare che il Bonus Assunzione Donne è finanziato anche dal “Programma giovani, donne, lavoro 2021-2027”. In questo quadro, è prevista un’agevolazione differenziata a seconda del territorio: nelle Zone Economiche Speciali (ZES) – ovvero aree geografiche individuate per favorire lo sviluppo economico tramite regimi fiscali e amministrativi agevolati – viene applicato un regime di incentivo più vantaggioso rispetto al resto d’Italia. Un esempio di ZES è quella istituita in Calabria, che comprende gran parte del territorio regionale con l’obiettivo di attrarre investimenti e creare nuova occupazione. La ZES unica mira a promuovere in modo particolare l’occupazione nelle aree meno sviluppate del Paese, contribuendo a ridurre i divari territoriali.



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