Il terziario si conferma pilastro dell’economia piacentina: rappresenta il 63% delle oltre 19.000 imprese attive extra-agricole a fine 2024 e dà lavoro a oltre 49.000 persone, pari al 59% degli occupati della provincia. È quanto emerge dal nuovo “Diario Economico” semestrale realizzato da Format Research per conto di Confcommercio Piacenza, che analizza l’andamento dell’economia locale tra ottobre 2024 e marzo 2025.
L’indagine, basata su dati Istat, Infocamere, Banca d’Italia e INPS, restituisce un quadro in cui convivono segnali positivi e criticità persistenti. Tra i segnali incoraggianti spicca l’aumento delle nuove iscrizioni di imprese del terziario, salite a 488 nel 2024 rispetto alle 421 dell’anno precedente. Le nuove iniziative imprenditoriali si concentrano in particolare nei settori dei servizi (227), del commercio (176) e del turismo (85).
Parallelamente, però, si registra anche un aumento delle cessazioni: 895 contro le 798 del 2023. Il saldo complessivo tra nuove aperture e chiusure resta dunque negativo (-310), sebbene in miglioramento rispetto al -474 del 2023. In particolare, il comparto del turismo mostra la ripresa più marcata, con una riduzione del saldo negativo da -116 a -46.
«Questo studio conferma la vitalità del nostro terziario, un comparto che continua a generare nuove iniziative imprenditoriali – commenta il presidente di Confcommercio Piacenza Raffaele Chiappa –. Tuttavia, il significativo numero di cessazioni ci spinge a riflettere sulle sfide che le nostre imprese si trovano ad affrontare. È fondamentale un impegno congiunto per sostenere la crescita e la solidità del nostro tessuto economico».
L’analisi settoriale del commercio mostra una netta prevalenza del dettaglio (50,8%), seguito dal commercio all’ingrosso (34,9%) e dall’ingrosso auto (14,3%). Nel turismo, i pubblici esercizi rappresentano la quasi totalità delle attività (94,4%), mentre nel comparto dei servizi si distinguono le attività immobiliari (23,4%), le professioni tecniche (20,3%) e i trasporti (16,9%).
Anche sul fronte occupazionale il terziario si conferma trainante: dei circa 81.000 lavoratori impiegati nelle imprese extra-agricole piacentine, 49.685 sono occupati nel commercio, turismo e servizi. Tuttavia, si segnala un calo delle assunzioni a tempo indeterminato, scese del 4% rispetto al periodo pre-Covid. Una dinamica che, secondo Chiappa, non va sottovalutata: «Dobbiamo investire sulla formazione e sulle competenze per favorire l’occupazione di qualità. Il calo delle assunzioni stabili è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare».
Un’ulteriore criticità riguarda il credito. Alla fine del 2024, l’ammontare complessivo dei prestiti richiesti dalle imprese del terziario piacentino è calato a 1,3 milioni di euro, in diminuzione rispetto sia al 2023 che ai livelli pre-pandemici. Una tendenza opposta a quella nazionale, dove i prestiti alle imprese dei servizi si mantengono su livelli superiori al pre-Covid.
«L’accesso al credito è fondamentale per sostenere gli investimenti e la crescita delle imprese – conclude Chiappa – e la contrazione registrata a Piacenza è un segnale preoccupante, che richiede un’azione congiunta da parte delle istituzioni e del sistema bancario per invertire la tendenza. Occorre rafforzare i canali di finanziamento e mettere le imprese nella condizione di investire e innovare. Solo così potremo consolidare i segnali di ripresa che oggi, seppur timidamente, iniziano ad affiorare».
Nel complesso, dunque, lo studio disegna un terziario piacentino dinamico ma fragile: saldo negativo in attenuazione, vitalità imprenditoriale nei servizi e nel turismo, tenuta occupazionale, ma anche difficoltà nell’accesso al credito e nella stabilizzazione dei rapporti di lavoro.
Per Confcommercio, è il momento di accompagnare questa ripresa con strategie mirate e misure strutturali. «Il dato più interessante è proprio questo parziale recupero – prosegue Chiappa – che dimostra la tenuta del sistema imprenditoriale nonostante le difficoltà legate all’accesso al credito e all’instabilità economica generale. Dobbiamo insistere su misure concrete di sostegno alle microimprese, che rappresentano il 96% del nostro tessuto economico».
«Il dinamismo del terziario è fondamentale per l’economia piacentina. L’aumento delle nuove attività è un segnale incoraggiante, soprattutto in settori chiave come il turismo, che sta mostrando una buona vitalità. Tuttavia, non possiamo ignorare l’alto numero di cessazioni, che ci impone di lavorare per creare un ambiente più favorevole alla sopravvivenza delle imprese».
«Il commercio al dettaglio deve affrontare le sfide della digitalizzazione e dei nuovi modelli di consumo – sottolinea Chiappa –. Nel turismo, è fondamentale valorizzare il patrimonio del territorio per attrarre nuovi flussi. Nei servizi, l’innovazione e la professionalità sono le chiavi per competere».
«Il calo delle assunzioni a tempo indeterminato è un campanello d’allarme – ribadisce Chiappa –. Occorre affiancare le imprese nel percorso di qualificazione del capitale umano, investendo nella formazione tecnica e manageriale».
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