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Matrimoni, business in aumento ma anche i prezzi (e i prestiti)


ll comparto del matrimonio viaggia su un doppio binario. Visto il giro d’affari si tratta ormai di una vera e propria industria. Ma se da una parte ci sono le nozze tradizionali, tra sposi italiani, che sono sempre meno ma nonostante questo alimentano un business da oltre 3,5 miliardi di euro (dati di Matrimonio.com sul 2023); dall’altra c’è un settore più di nicchia, che sta conoscendo da qualche anno un vero exploit. È il cosiddetto wedding tourism, ovvero gli sposalizi di coppie straniere che scelgono l’Italia come location. Senza badare a spese, tanto che il fatturato annuale più recente ha sfiorato il miliardo attestandosi a 930 milioni di euro, secondo i dati dell’indagine Destination Wedding in Italy 2024. È quest’ultimo a mostrare una crescita continua, di anno in anno.

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La contrazione dei matrimoni

L’ISTAT conferma invece un trend in atto da tempo, quello dell’incessante contrazione dei matrimoni. I dati provvisori dicono che nel 2024 sono stati 173mila, 11mila in meno sul 2023. Continua la forte riduzione di quelli celebrati con rito religioso (-9mila) e allo stesso tempo si osserva un calo di quelli celebrati con rito civile (-2mila). Complessivamente nel 2024 il tasso di nuzialità continua a scendere, portandosi al 2,9 per mille dal 3,1 del 2023. Il Mezzogiorno è ancora in testa con il 3,2 per mille contro 2,8 di Nord e Centro, ma è allo stesso tempo l’area in cui risulta più forte la contrazione. Ci si sposa per amore, però ai festeggiamenti non deve mancare nulla. Così i preventivi lievitano anche per gli italiani, garantendo buona salute al settore.

I costi medi delle nozze

Quanto costa un matrimonio tra italiani? La media, luna di miele esclusa, è oltre 13.721 euro secondo un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat sul 2023/2024. C’è anche chi non bada a spese e nello stesso arco temporale è passata dal 3 al 21% la quota di chi ha pagato tra i 20 e i 50mila euro. Prezzi che nei decenni si sono moltiplicati. Se negli anni Ottanta tra abiti, partecipazioni, fiori e catering erano sufficienti poco più di 7mila euro, calcola lo studio, chi si è sposato negli ultimi due anni ha dovuto mettere a budget, in media, quasi il doppio. Non è la cerimonia in sé a essere cara. Per la chiesa dove celebrare il rito religioso in genere è prevista un’offerta sui 300 euro, mentre le sale comunali per i riti civili hanno tariffe stabilite dalle amministrazioni locali e sono di solito contenute.

Le voci di spesa

La vera batosta arriva per il ricevimento di nozze, il cui costo varia tra i 1.000 e i 10mila euro a seconda dell’esclusività del luogo. Si spende poi tra i 100 e i 200 euro a ospite per il banchetto, senza talvolta includere la torta nuziale. Sempre più soldi vanno anche per il servizio fotografico, per cui la spesa oscilla tra i mille e i 5mila euro. A parte c’è poi l’intrattenimento musicale, a cui vanno dagli 800 ai 3mila euro. E ancora l’abito dello sposo, che costa tra i 600 e i 2mila euro, mentre quello della sposa va dai 1.500 ai 5mila circa. Per parrucchiere, truccatore, estetista la spesa media è tra i 1.000 e i 2.000 euro.

Quando il budget non basta

In un’Italia impoverita e dai salari fermi, non tutti riescono a coronare il proprio sogno di convolare a nozze. Sono sempre più numerose le coppie rinunciano a sposarsi perché non possono permetterselo. Nell’indagine di Facile.it tra i non sposati risulta pari al 21% la quota di chi ha dichiarato di essersi tirato indietro per ragioni di natura economica. Addirittura sono sette su dieci quelli che dovuto chiedere un aiuto, spesso rivolgendosi ai genitori, che restano la prima opzione per il sostegno economico. Ma cresce di pari passo il numero degli sposi che opta per un prestito personale. Negli ultimi due anni la percentuale è arrivata al 10% per cifre di poco superiori ai 9mila euro, con piano di ammortamento pari a cinque anni e un’età media che è passata dai 39 ai 41 anni.

Ogni territorio ha le sue tradizioni

Non dappertutto funziona allo stesso modo. Al Sud le cerimonie sono normalmente più sfarzose, così come il numero degli invitati. Giocoforza dunque che la richiesta di prestiti si concentri al Meridione, in particolare Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. È qui che la spesa media per le nozze aumenta tra il 14 e il 17% in più rispetto al Nord. Inevitabile che sia così anche in ragione di una lista di invitati pari in media a 110 persone con picchi di 300 nel 10% dei casi. Non succede quasi mai al Nord, dove la media è di 80 invitati.

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Non è un caso che a cambiare negli anni sia anche la modalità del regalo da parte degli invitati. Nel corso del tempo, osserva sempre Facile.it, è calata significativamente la percentuale di chi si presenta con un oggetto fisico (47% negli anni ’80, 23% oggi). La busta con contanti è da quarant’anni il regalo più comune, occupando circa il 50% del totale. Di contro la lista nozze, che continua a essere utilizzata, seppur meno rispetto al passato (era il 48% quarant’anni fa, è il 36% oggi).

È il bonifico il presente più apprezzato come contributo al viaggio di nozze. Un po’ il segno dei tempi. Era il 6% a inizio 2000, oggi rappresenta il 26%. Al viaggio di nozze non si dice del resto mai di no. Secondo il report a partire sono otto coppie su dieci, anche se sta salendo la percentuale di chi rimanda la data e ormai più di una coppia su quattro sceglie di partire lontano dalla cerimonia.

Il wedding tourism

Caso a parte è quello del turismo matrimoniale, ovvero il caso dei fidanzati che vivono all’estero e che per la celebrazione delle nozze scelgono l’Italia, realizzando spesso eventi da sogno, unici nel loro genere. Segno di come non passi mai di moda infatti l’attrazione esercitata dal Made in Italy e dai prodotti nostrani. «I dati evidenziano come il connubio tra paesaggi iconici, design italiano e cultura locale confermi l’Italia come una destinazione wedding insostituibile» ha commentato la Presidente di Convention Bureau Italia, Carlotta Ferrari. «Si tratta di un motivo d’orgoglio nazionale perché la penisola si posiziona saldamente come leader mondiale del settore, grazie all’aura di qualità e esclusività che è in grado di emanare».

I dati

I dati li snocciola il Centro studi turistici di Firenze per Destination Wedding Italia, costola di Convention Bureau. Nel 2024 in Italia sono state celebrate oltre 15mila nozze da parte di sposi stranieri. Il fatturato da 931,6 milioni di euro è in crescita del 16% rispetto ai valori stimati nel 2023. A spingerlo sono le spese per gli eventi, che risultano in incremento del 4% e pari a circa 61.500 euro. Inevitabile pensare che non si tratti quindi di tradizionali sposalizi, ma più spesso di feste esclusive. Diventano frequenti infatti gli eventi con un numero di inviati superiore a 100 unità. Le celebrazioni con un massimo di 30 partecipanti passano al 10,4% del totale. Stabili le segnalazioni per gli eventi con 31-50 partecipanti, mentre le cerimonie con un numero di invitati tra 51 e 100 si attestano al 56,1%. Gli aumenti riguardano arrivi e presenze, rispettivamente calcolati in 960.000 (+16%) e 2,6 mln (+7%).

E le prospettive future sono ancora più rosee. Quasi la metà, il 43%, degli intervistati dello studio, che ha coinvolto 896 imprenditori del settore, ritiene che gli affari andranno ancora meglio negli anni a venire. «Il segmento continua quindi a crescere, al netto di una normalizzazione dei tassi rispetto agli anni precedenti, attestandosi come una delle principali leve turistiche del Paese» fa notare Ferrari.

La tipologia di clienti

Non si tratta in questi casi di clienti di fascia media, per intendersi, ma spesso e volentieri di altospendenti. Anche considerando come il primo mercato di riferimento siano gli USA, Paese il cui reddito pro capite è sensibilmente più elevato che in Italia. Le coppie statunitensi sono seguite da quelle britanniche (20,7%) e tedesche (8,7%). Complessivamente la quota di mercato dei Paesi Europei è salita al 53%, un punto in più rispetto al 2023. Fanno capolino anche mercati di lungo raggio, in particolare Cina, Russia, Giappone ed Emirati Arabi. Un’espansione che secondo gli esperti può attrarre nuovi investitori e operatori internazionali in Italia.

Quanto alle preferenze territoriali, la quota maggiore di richieste si è concentrata sul Centro Italia (31,3%), mentre le regioni del Sud e le Isole hanno intercettato il 29,3% della domanda. In terza posizione, per volume di eventi organizzati, l’area del Nord Ovest (22,9%), seguita dal Nord Est (16,5%).

Un settore su cui investire

Che un terzo degli eventi si svolga nel Meridione deve far riflettere, ha sottolineato il Direttore di Convention Bureau Italia, Tobia Salvadori. «C’è una qualità dei flussi turistici anche per le destinazioni minori, come borghi medioevali e location insolite», ha spiegato. «Mentre per il turismo congressuale il Sud è indietro per problemi legati alle infrastrutture, nel caso del wedding acquista il 30% della quota di mercato. Dati che dimostrano come questo sia un settore sul quale è veramente importante investire». Anche perché non ci sposa più solo d’estate. Le stagionalità si allungano e se il 50% delle richieste è tra maggio e luglio, si registra una crescita negli altri mesi dell’anno. Le occasioni di creare utili e posti di lavoro in sostanza si moltiplicano.

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C’è un’altra conseguenza da non sottovalutare. Ed è l’affermarsi in pianta stabile di una nuova professione, il wedding planner. Nel 46,3% dei matrimoni ad alto budget, quindi quelli in ambito turistico, la cerimonia è stata organizzata con il supporto di questa figura, evidenziando anche la crescente domanda di servizi personalizzati. Secondo l’AIWP, l’associazione che raduna i wedding planner italiani, l’indotto del settore riguarda 83mila imprese e il giro d’affari generato è superiore ai 15 miliardi all’anno.  

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📸 Credits: Canva   

Articolo tratto dal numero del 1° maggio de il Bollettino. Abbonati!      





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