È praticamente un record: Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, viene confermato numero due del Ppe. Un incarico che ricopre dal 2002 ma la cui convalida stavolta non era affatto scontata. Eppure è secondo per numero di voti complessivi (438 su 546), dietro al premier finlandese Petteri Orpo (452) e superando il tedesco-britannico David McAllister (432), che era forte dell’endorsement del cancelliere tedesco in pectore Friedrich Merz. È la conclusione, ieri, del congresso del partito Popolare europeo, la principale famiglia politica del Parlamento Ue. La due giorni ha visto la partecipazione di oltre 800 delegati, tra cui sei capi di Stato e di governo ed ha confermato (unico candidato) il tedesco Manfred Weber alla presidenza del partito per un secondo mandato triennale. Tra i temi principali dei due giorni di dibattito competitività, sicurezza, immigrazione, transizione energetica e lotta ai populismi, ma anche i dazi e il sostegno all’Ucraina. E non a caso Tajani chiude il suo intervento con «Slava Ukraini (Gloria all’Ucraina, ndr)» tra gli applausi.
LA UE
Il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha espresso la sua preoccupazione per «l’imprevedibile» politica tariffaria dell’amministrazione statunitense di Donald Trump. «I dazi sono come le tasse. Danneggiano sia i consumatori che le imprese. Colpiscono Wall Street così come Main Street. Milioni di cittadini vedranno aumentare il costo dei generi alimentari. I medicinali costeranno di più, i trasporti costeranno di più. E questo – evidenzia la von der Leyen – danneggia in particolare i cittadini più vulnerabili». Sulla stessa linea Tajani che auspica un accordo con gli Stati Uniti: «L’ideale sarebbe zero dazi con un mercato unico Stati Uniti-Ue». In merito alla politica economica, invece Tajani auspica «un sostegno alle imprese che devono essere accompagnate dal cambiamento di alcune importanti scelte fatte nel passato con il Green Deal». «Siamo fortemente impegnati nella difesa dell’ambiente e condividiamo – aggiunge – le parole di Papa Francesco: la questione sociale non può essere esclusa dalla lotta contro il cambiamento climatico. Quindi bisogna cambiare con un atteggiamento meno ideologico e più pragmatico». Infine il tema della difesa: «L’Ucraina fa parte dell’Europa, e l’Italia farà tutto il possibile per la sua adesione all’Ue nel breve termine. È importante proteggere i Paesi dell’Est, tra cui Moldova e quelli balcanici, perché perderli sarebbe un errore gravissimo». Ma il tema è più generale perché per il numero uno di Fi c’è la necessità di una maggiore presenza dell’Ue nel mondo: «Anche in Medio Oriente serve più Europa. Non possiamo permetterci di perdere il Medio Oriente e l’Africa, regione su cui ci si deve concentrare di più, in parallelo all’America Latina, perché oggi lì ci sono Russia, Cina e Iran che si muovono. Il compito dell’Ue è quello di difendere i propri interessi e sostenere le democrazie ovunque».
IL VOTO
Tornando al voto delle cariche del Ppe, il gruppo italiano si è mosso per cercare i voti necessari a Tajani. In particolare il capo delegazione Fi Fulvio Martusciello che conosce meglio i colleghi della Ue. Anche perché il congresso (che ha visto la riconferma di cinque dei sei vicepresidenti precedenti) vedeva 12 candidati per 10 posti alla carica. Ma Forza Italia è stata centrale nei lavori grazie ai suoi 28 delegati votanti (quarta forza dopo la Cdu tedesca, gli spagnoli del Partido Popular e la Coalizione Civica polacca). Una delegazione composta dagli europarlamentari, i presidenti di Regione Alberto Cirio, Vito Bardi, Roberto Occhiuto e Francesco Roberti, il sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi, i capigruppo Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, i vicepresidenti di Camera e Senato Giorgio Mulé e Licia Ronzulli, i vicesegretari nazionali Deborah Bergamini e Stefano Benigni e la presidente della Commissione Esteri Stefania Craxi. Ed alla fine il risultato positivo per il gruppo italiano è arrivato. «La sua elezione non è solo un successo personale ma anche la consacrazione di una linea politica portata avanti giorno dopo giorno da Forza Italia», dicono gli europarlamentari azzurri.
«La sua rielezione in continuità dal 2002, dimostra la centralità del nostro progetto e di come Forza Italia sia protagonista nel Partito Popolare per la difesa dei valori che sono l’anima dell’Europa. Il successo di oggi (ieri ndr) – aggiungono i parlamentari – per noi non è un punto di arrivo ma un punto di partenza per un partito che oggi dimostra di avere un grande leader riconosciuto e riconoscibile».
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