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Primo maggio: occupazione in calo, ma artigiani investono in formazione e welfare


ROVIGO – Nel Rodigino il sistema manifatturiero continua a soffrire. A indicarlo i dati elaborati dal centro Studi di Cna Padova e Rovigo su quelli della CCIAA di Venezia Rovigo secondo cui, a fronte di una contrazione nel numero delle imprese il comparto produttivo dell’economia del territorio si registra una più che congrua riduzione dell’occupazione (-16,7% tra 2015 e 2024).

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Meno marcato il fenomeno tra 2023 e 2024: nella provincia di Rovigo tra 2023 e 2024, complice anche un anno difficile per il sistema economico nel suo complesso, la flessione dell’occupazione nel settore produttivo è stata superiore a quella del totale degli altri comparti economici con un calo del 1,3% contro una media dello 0,7%.

“Sono dati che confermano le difficoltà di un tessuto produttivo che ha bisogno di supporto – dichiara Luca Montagnin, presidente di Cna Padova e Rovigo. –  Ma credo sia doveroso fare anche un’altra riflessione attorno al nostro mondo: per la propria natura il lavoro artigiano vede nelle competenze e nella creatività un elemento fondamentale per lo sviluppo del proprio valore aggiunto. Proprio per questo i nostri imprenditori tendono a scommettere più di altri sulla formazione e sullo sviluppo del know how dei propri collaboratori. In questo senso siamo convinti che il mondo artigiano necessiti di regole diverse e più flessibili rispetto alla grande impresa. Regole che riconoscano l’investimento che gli artigiani ogni giorno mettono in campo per lo sviluppo del mondo del lavoro”.

Una recente indagine di Cna Padova e Rovigo sui propri iscritti mostra che le imprese artigiane dei due territori, pure faticando a investire, tengono duro e continuano a puntare sul futuro. Proprio a partire dalla formazione: nel 2025, infatti, cresce la quota di chi ha scelto di spendere in formazione (dal 21,7% al 24,9%) e consulenza (dal 4,4% al 5,7%). Rispetto al 2024 si registra, invece, un calo negli investimenti in macchinari e attrezzature (dal 59,6% al 51,2%).

“Ma non è solo con gli stipendi e con il welfare aziendale che gli artigiani restituiscono al proprio territorio la ricchezza che creano – continua Montagnin – ma anche con la formazione e lo sviluppo di quelle competenze che sono un patrimonio tanto dell’azienda quanto dei singoli individui che vi collaborano. L’artigianato ha anche investito sul welfare con strumenti come Ebav, il nostro ente bilaterale che da 35 anni garantisce ai dipendenti forme sostengono al reddito, istruzione, trasporto. Inoltre con la più recente introduzione del fondo sanitario Sani in Veneto riesce a garantire prestazioni sanitarie a più di 100.000 lavoratori. In questo senso dovremmo leggere quella parte dell’articolo 45 della nostra Costituzione che affronta il tema dell’artigianato aprendo una specifica riserva costituzionale per il nostro comparto. Un comparto che ha il diritto di vedere riconosciuta dalla legge sia la propria specificità che quel ruolo di supporto diretto al proprio tessuto socio-economico di riferimento. Gli artigiani sono imprenditori e sono anche lavoratori che si impegnano al fianco dei propri collaboratori ogni giorno per produrre beni e servizi necessari alla comunità. Un ruolo di cui ciascuno di noi va particolarmente fiero. Per questo ci sentiamo orgogliosi di augurare un buon Primo Maggio a tutte e tutti”.  





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