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Crescita record per le startup spagnole: la lezione per l’Italia


Guardare alla Spagna come possibile mercato delle startup da cui prendere spunto per continuare a far crescere e sviluppare quello italiano può essere esercizio utile sotto diversi punti di vista. Non solo o non soltanto per questioni di vicinanza linguistica, approccio culturale e visione complessiva, ma soprattutto perché un provvedimento legislativo specifico approvato solo pochi anni fa ha già permesso alla Spagna di raggiungere risultati importanti.

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Numeri, ma soprattutto investimenti, competenze e condivisione di idee e progetti, in un mercato come quello delle startup che per prosperare ha necessariamente bisogno di tutte queste componenti. Nessuna esclusa.

La Ley de Startups: l’impulso normativo alle startup spagnole

Alla fine del 2022 il governo spagnolo approva la cosiddetta “Ley de Startups” un provvedimento unitario che contiene al suo interno un pacchetto corposo di misure e iniziative pensate in favore di startup, investitori e settore dell’innovazione iberico in generale.

Principi e obiettivi della Ley de startups

Principi e obiettivi sono raccolti all’interno del testo ufficiale e integrale del provvedimento in cui si legge ad esempio: “Gli obiettivi generali della presente legge sono i seguenti:

  • promuovere la creazione, la crescita e la delocalizzazione di imprese emergenti in Spagna, in particolare micro, piccole e medie imprese imprenditoriali, creando al contempo condizioni che favoriscano la loro capacità di internazionalizzazione;
  • attrarre talenti e capitali internazionali per lo sviluppo dell’ecosistema delle startup spagnole;
  • stimolare gli investimenti pubblici e privati ​​nelle imprese emergenti;
  • promuovere l’interrelazione tra aziende, agenti finanziatori e territori per aumentare le possibilità di successo delle start-up, con particolare attenzione alla promozione di centri di attrazione di start-up nelle aree rurali, soprattutto in quelle in calo demografico, per una maggiore coesione sociale e territoriale;
  • promuovere il riavvicinamento tra la formazione professionale e le università e le imprese emergenti;
  • contribuire ad aumentare il trasferimento di conoscenze dall’Università e dagli enti pubblici di ricerca e altri agenti pubblici del sistema spagnolo di scienza, tecnologia e innovazione al mondo delle imprese;
  • eliminare i divari di genere esistenti nell’ecosistema delle startup spagnole; sostenere lo sviluppo di poli di attrazione per aziende e investitori;
  • promuovere appalti pubblici innovativi con le aziende emergenti; garantire l’efficacia e la coerenza del sistema statale di aiuti all’imprenditorialità basata sull’innovazione;
  • promuovere il monitoraggio partecipativo dell’evoluzione dell’ecosistema delle startup spagnole e dei risultati della presente legge”.

Come le startup spagnole hanno raggiunto i 100 miliardi di valore

I principi generali contenuti nella Ley de Startups sono naturalmente condivisibili, ma troppo spesso in passato è accaduto che le buone intenzioni rimanessero solo propositi senza che ci fossero ricadute economiche e imprenditoriali misurabili. Il caso spagnolo invece si distacca, mostrando come un ambiente sano e favorevole sia a livello di provvedimenti che di possibilità di finanziamento faccia sbocciare quasi inevitabilmente nuove imprese innovative di successo.

Secondo un report di Dealroom, infatti, il valore dell’ecosistema delle startup spagnole ha superato i 100 miliardi di euro nel 2023 (dati più recenti a disposizione), con un aumento del 14% rispetto all’anno precedente (il dato è stato ottenuto da Dealroom sommando le valutazioni di tutte le startup dell’ecosistema spagnolo. Sono state utilizzate valutazioni stimate basate sui round di Venture Capital più recenti, sui mercati e sulle valutazioni divulgate pubblicamente).

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Tale valore non era mai andato oltre i 100 miliardi di euro per la Spagna. In Italia la stima del valore complessivo dell’ecosistema delle startup è di circa 60 miliardi di dollari, secondo un calcolo dell’Università Bocconi di Milano. Sempre nel 2023 le startup spagnole hanno raccolto 2,2 miliardi di euro attraverso oltre 850 round di finanziamento. Investimenti così distribuiti: 1 miliardo di euro è andato a round inferiori a 15 milioni di euro, 782 milioni di euro a round tra 15 e 100 milioni di euro e 405 milioni di euro a round superiori a 100 milioni di euro.

Il confronto tra le startup spagnole e quelle europee

Inghilterra, Germania e Francia da tempo hanno un valore combinato delle loro startup superiore ai 100 miliardi di euro, ma la risalita della Spagna è innegabile. Infatti nel periodo compreso tra il 2019 e il 2024 il valore dell’innovazione spagnola è stato uno di quelli in più rapida crescita tra i principali ecosistemi europei, moltiplicando il proprio valore di quasi 3 volte. Meglio solo la Norvegia, mentre nello stesso periodo l’Italia, sempre secondo Dealroom, ha avuto un moltiplicatore appena inferiore a quello spagnolo. Intanto nel primo trimestre del 2024 gli investimenti in venture capital spagnoli stanno seguendo un andamento superiore a quello del 2019 e del 2020, sempre secondo le stime di Dealroom.

Le startup spagnole e la resilienza agli investimenti in calo

Altri numeri interessanti sono stati presentati da PwC lo scorso giugno durante il South Summit, grande evento dedicato al tech organizzato a Madrid assieme a IE University. Come riferito in un suo articolo da Il Sole 24 Ore sui dati presentati al South Summit, nel 2023 gli investimenti sono scesi del 38% a livello globale, del 39% in Europa, ma solo del 33% in Spagna che dimostra una resilienza superiore alla media. Secondo PwC a frenare la discesa è stata proprio la Ley de Startups che tra le misure al suo interno prevede l’abbattimento per quattro anni dal 25% al 15% dell’imposta societaria e un’esenzione fiscale delle stock options estesa fino a 50mila euro l’anno.

Il supporto pubblico alle startup spagnole

Non solo la Ley de Startups, perché anche il pubblico si affianca all’ecosistema privato di startup e investitori per fornire il proprio supporto economico. Sono due in particolare le iniziative che negli ultimi anni hanno avuto rilievo in Spagna in questo senso. La prima è il Next-Tech Fund, il secondo più grande in Europa dopo la sua controparte tedesca, iniziativa congiunta dell’Instituto de Crédito Oficial e della Segreteria di Stato per la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale.

L’obiettivo di questo fondo è favorire lo sviluppo di progetti digitali innovativi ad alto impatto e gli investimenti in scale-up rafforzando gli strumenti di finanziamento pubblico, attraendo fondi internazionali e dando impulso al settore del capitale di rischio. È costituito come fondo di fondi e pertanto investe principalmente in fondi o veicoli che a loro volta investono principalmente in aziende spagnole operanti nei settori tecnologici target e in dimensioni di scala, investimenti tra capitale di rischio e capitale di espansione. L’obiettivo è mobilitare fino a 4 miliardi di euro in partenariati pubblico-privati ​​con il settore del capitale di rischio spagnolo acquisendo partecipazioni e sottoscrivendo impegni in aziende/fondi specializzati principalmente nei seguenti settori: digitale e intelligenza artificiale. La seconda è Spain Up Nation, strategia governativa che punta al rafforzamento dell’ecosistema imprenditoriale e alla creazione di un ambiente in cui le startup possano prosperare. Combinando incentivi fiscali, finanziamenti pubblici e privati ​​e un quadro giuridico favorevole, Spain Up Nation ha attratto con successo negli ultimi investimenti significativi e posizionato la Spagna come uno dei leader emergenti dell’innovazione europea.



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