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“Entro maggio l’accordo per Ast”. C’è chi brinda e chi resta scettico


Sodddisfatte istituzioni e azienda, cauti se non scettici i sindacati. Entro maggio è atteso l’agognato accordo di programma per Arvedi Ast. “Siamo ormai prossimi alla firma”, così il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, indicando l’obiettivo di raggiungere l’intesa tra l’azienda, il governo e le istituzioni regionali e locali entro fine mese, nel summit convocato ieri al Ministero.

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Prosegue il piano industriale da 560 milioni di euro da investimenti da realizzare entro il 2028. L’azienda definisce “positiva” la riunione sottolineando che è stato affrontato il tema del costo dell’energia (vero nodo cruciale dell’accordo) garantendo che, anche senza intesa, gli investimenti andranno avanti. Arvedi Ast ha ribadito, inoltre, l’impegno a mantenere i livelli occupazionali. Al momento sono circa 2.400 i dipendenti diretti e sono previste ulteriori 59 assunzioni.

Il ministro Urso: “L’accordo sarà un passaggio cruciale per il rilancio dello stabilimento di Terni, che vogliamo riportare al centro della strategia nazionale sulla siderurgia, in un’ottica di autonomia produttiva, innovazione tecnologica e sostenibilità. L’accordo definirà con precisione gli impegni che ciascun attore, pubblico e privato, assumerà per garantire una prospettiva solida al sito”. Il governo contribuisce al piano industriale con 70 milioni di euro a fondo perduto.

Per l’accordo di programma, si stanno poi approfondendo possibili agevolazioni per le aziende energivore, nell’ambito del rinnovo delle concessioni idroelettriche previste al 2029 e l’introduzione di incentivi all’acquisto di rottame per l’acciaio speciale. La presidente della Regione, Stefania Proietti, ritiene positivo l’incontro e s’impegna “fin da ora, con una delle forme di legge come il partenariato pubblico-privato, a utilizzare parte dell’energia finalizzandola a politiche industriali e di sviluppo della provincia di Terni”.

“Finalmente si registrano segnali positivi sull’accordo di programma – dichiara l’assessore comunale allo sviluppo Sergio Cardinali -. Al Mimit l’azienda ha presentato un piano industriale con investimenti per 550 milioni ai quali si aggiungeranno altri 70 di investimenti pubblici a fondo perduto. L’ad Caldonazzo ha affermato che gli investimenti previsti andranno avanti a prescindere dalla data o meno di un accordo”.

Ma i sindacati premono per avere certezze sul piano di investimenti di cui temono un ridimensionamento, dopo che la crisi dell’automotive ha portato Arvedi a legare i 400 milioni da destinare all’acciaio magnetico all’andamento del mercato dell’auto elettrica. La Fiom Cgil parla di “nulla di fatto” al tavolo. La Uilm chiama “tutte le istituzioni a impegnarsi per la crescita della più grande realtà industriale dell’ Umbria”. La Fim Cisl definisce l’accordo “fondamentale per ridurre il costo dell’energia e permettere la competitività dell’azienda”. Per la Fismic “nessuna decisione concreta è stata assunta: registriamo con forte preoccupazione che il progetto industriale ha subito un ridimensionamento sostanziale, sono stati messi in pausa gli investimenti sul magnetico e sulla nuova linea a freddo”. L’Ugl chiede di “approfondire il piano industriale”.

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Ste.Cin.



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