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Elon Musk: i primi 100 giorni con Trump gli sono costati oltre 1 miliardo di dollari al giorno. Passo indietro dal Doge e forse anche da Tesla


Il crollo delle azioni Tesla e il forte calo delle vendite di auto elettriche non è un buon bilancio del primo test di Musk che si è ora defilato dalla gesione dell’amministrazione: meglio dedicarsi all’azienda e soprattutto allo Spazio. Intanto in Texas si vota per fondare la “sua” città

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Chissà se lo immaginava così Elon Musk il bilancio dei suoi 100 giorni trascorsi sul carrozzone di Donald Trump, che a sua volta ha appena festeggiato lo stesso periodo alla presidenza degli Stati Uniti.

I numeri sono impietosi: se per Trump le cifre dei sondaggi di gradimento continuano a scendere, per Musk l’anniversario dei 100 giorni significa un patrimonio netto crollato del 25%, secondo il Bloomberg, ovvero una perdita di 113 miliardi di dollari, oltre 1 miliardo di dollari al giorno.

Eppure Musk era il paladino dei progressisti americani, poi il cambio radicale

La personalità pubblica di Elon Musk, 53 anni, è cambiata radicalmente negli ultimi anni. Un tempo eroe degli americani progressisti che vedevano in lui e in Tesla la forza trainante della transizione verde, ora è disprezzato da molti degli stessi che ora lo vedono invece come un oligarca di destra e complice della caotica e pericolosa politica di Trump.

Dopo aver finanziato efficacemente la campagna repubblicana, Musk ha ricoperto il ruolo di “dipendente pubblico speciale” nell’amministrazione Trump, ovvero guida del Doge, il Dipartimento per l’Efficienza Governativa. Gli storici faticheranno a comprendere i 100 giorni del Musk-politico: alcuni hanno visto trattare l’amministrazione fondata da George Washington nel 1776 come una start up di nerd nella Silicon Valley.

Il mandato su Doge ridotto a briciole rispetto ai propositi

L’obiettivo principale è stato di tagliare decine di migliaia di dipendenti e finanziamenti pubblici in un’ottica di contenimento dei costi, presentandosi con la motosega, già icona del populista argentino Javier Milei. Nel contempo Musk ha ottenuto un accesso senza precedenti ai corridoi del potere e dei dati, ha partecipato agli incontri del presidente Donald Trump con leader stranieri e segretari di gabinetto, ha espresso il suo parere su politiche di difesa e tariffe e, soprattutto, ha smantellato decine di agenzie in qualità di volto pubblico di Doge.

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Durante la tumultuosa corsa di Musk, le sue aziende private (SpaceX, l’impresa di impianti cerebrali Neuralink e la startup di intelligenza artificiale XAI) hanno beneficiato di nuovi finanziamenti, mentre il valore del debito contratto quando ha convertito Twitter nella società privata X è salito alle stelle.

Ma in questa sua performance i risultati non sembrano essere quelli delle attese. Il mandato di Musk prevedeva inizialmente un risparmio di 2.000 miliardi di dollari in “frodi, sprechi e abusi” governativi, mentre gli ultimi dati parlano di soli 160 miliardi, cifra che alcuni esperti ritengono comunque esagerata.
Nel frattempo, il Budget Lab dell’Università di Yale sostiene che i licenziamenti di massa operati dal Ddoge all’interno dell’Agenzia delle Entrate statunitense finiranno per costare miliardi di dollari in mancati introiti fiscali, mentre altri economisti temono che i tagli ai contratti del settore privato mettano a rischio le piccole imprese e il mercato del lavoro.

Doge non ha guadagnato la fiducia della maggioranza degli americani. Secondo un sondaggio Ipsos di aprile pubblicato da Washington Post e ABC News, il 57% degli americani disapprova la gestione del DOGE da parte di Musk, in aumento rispetto al 49% rilevato a febbraio.

Le ripercussioni su Tesla: dal crollo delle azioni alle vendite di auto

Il coinvolgimento di Musk nell’amministrazione Trump ha politicizzato l’immagine della sua azienda, generando boicottaggi e proteste con l’obiettivo di “mandarlo in bancarotta”, secondo gli analisti. Le auto, gli showroom e le stazioni Supercharger di Tesla hanno subito un’ondata di proteste e sporadici atti di incendio doloso e vandalismo. Bersaglio particolare è stato il Cybertruck, il veicolo in acciaio inossidabile più strettamente associato a Musk.

Ma il peso maggiore della rabbia pubblica contro di lui e le sue politiche si è abbattuto proprio su Tesla Inc., l’unica azienda di Musk quotata in borsa e una delle principali fonti di ricchezza. Il prezzo delle azioni Tesla, da cui Musk trae circa il 60% della sua ricchezza, è crollato del 33% rispetto al periodo precedente all’insediamento di Trump, e del 41% rispetto al picco record del dicembre 2024, mentre le vendite di veicoli elettrici hanno registrato un calo del 13% nei primi tre mesi dell’anno, gli utili sono crollati del 71%, mentre il fatturato del 9%. Fattori che hanno fatto innervosire il cda della casa automobilistica, tanto indurlo ad avviare la ricerca di un nuovo Ceo per sostituire Musk, secondo il Wall Street Journal.

Il ripensamento soft di Musk

La situazione si è fatta dunque fragile sia sul fronte del Doge, sia su quello di Tesla. Musk si è scontrato anche con il consigliere presidenziale per il commercio Peter Navarro, che Musk ha definito “più stupido di un sacco di mattoni” riguardo la politica tariffaria di Trump, un pilastro dell’amministrazione. Ha anche criticato l’impatto negativo dei dazi di Trump nella conference call sugli utili di Tesla, affermando che, nonostante abbia cercato di convincere Trump del contrario, il presidente è “nel suo diritto di fare ciò che vuole”. Musk ha talmente irritato l’amministrazione Trump e il Congresso da dover incontrare più volte a settimana il capo dello staff della Casa Bianca, Susie Wiles, per tenerla informata sulle sue mosse, secondo quanto riporta Bloomberg.

A conti fatti, Musk ha deciso allora di defilarsi dalla missione in Doge per dedicarsi di più all’azienda automobilistica. “Il tempo che ho trascorso nel governo ha subito qualche contraccolpo”, ha detto. A partire da maggio, il “tempo dedicato al DOGE diminuirà significativamente”.

Tuttavia pochi si aspettano che abbandoni completamente il fianco di Trump. I suoi assistenti rimangono in servizio presso le agenzie federali. Infatti, mentre annunciava la sua uscita soft dal governo, Musk ha lasciato aperta la possibilità di consigliare Trump fino alla fine dell’amministrazione: “Dovrò continuare a farlo, credo, probabilmente per il resto del mandato presidenziale, solo per assicurarmi che gli sprechi e le frodi che abbiamo fermato non tornino a prevalere”, ha dichiarato durante la conference call sui risultati di Tesla. Per Trump invece, parlando con i giornalisti la scorsa settimana, il ruolo di Musk nell’amministrazione suonava già come un concetto del passato. “È stato di grandissimo aiuto, sia nella campagna elettorale che in quello che ha fatto con DOGE”, ha detto Trump.

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Ci sono segnali che la situazione possa migliorare per Musk, almeno per Tesla. Il suo patrimonio è risalito a circa 335 miliardi di dollari mentre le azioni Tesla sono in ripresa – anche se ancora ben al di sotto del picco di dicembre 2024 – dopo la sua dichiarazione, ma gli analisti dicono che la soluzione non sarà immediata. Secondo Dan Ives, noto analista di Tesla e direttore di Wedbush Securities, Musk è inscindibile dal marchio Tesla. Se non si fosse allontanato dal Ddoge, Tesla avrebbe continuato a essere il bersaglio dell’ira degli americani nei confronti di Musk e del suo ruolo nel governo Trump.

I successi di SpaceX e di X

A differenza di Tesla, SpaceX ha più beneficiato del periodo trascorso da Musk a Washington. L’influenza è emersa immediatamente dal discorso d’insediamento del presidente, quando Trump ha fatto eco all’entusiasmo di Musk per la missione su Marte, riporta Bloomberg. Trump ha poi scelto Jared Isaacman per guidare la NASA, nominando un miliardario che ha pagato due volte per volare a bordo delle capsule SpaceX. A febbraio, il Dipartimento di Giustizia ha archiviato una causa contro SpaceX per discriminazione sul lavoro.

Negli ultimi mesi, SpaceX ha beneficiato di un sostegno governativo ancora maggiore. Il Dipartimento della Difesa le ha assegnato 5,9 miliardi di dollari per l’invio in orbita di satelliti di intelligence, una cifra superiore a quella dei concorrenti. Ha ottenuto il sostegno repubblicano per un ruolo più importante in un’iniziativa federale da 42 miliardi di dollari per portare la banda larga nelle aree rurali americane.

Alla Federal Aviation Administration, Musk ha incaricato ingegneri di SpaceX di installare terminali Starlink in tutto il sistema aereo statunitense. I dipendenti sono stati avvertiti che se avessero ostacolato i progressi sarebbero stati segnalati a Musk e avrebbero rischiato di perdere il lavoro, ha riportato Bloomberg News.

E poi c’è il robotaxi. Il lancio è previsto ad Austin, in Texas, è previsto per giugno. Gran parte della valutazione ancora elevata di Tesla è legata all’idea di Musk di un taxi a guida autonoma, a cui si è dedicato molto tempo durante la conference call sui risultati finanziari della scorsa settimana.

L’influenza di Musk alla Casa Bianca lo ha aiutato a risolvere rapidamente una causa con Trump sulla decisione di X – allora noto come Twitter – di bannare il presidente nel 2021, in seguito all’insurrezione del 6 gennaio al Campidoglio. E ha spinto gli inserzionisti a tornare su X dopo anni di lott. X è ora pronta per il suo primo anno di crescita del fatturato dal 2021.

Si vota in Texas per fondare la città di Elon Musk

Questo week end si vota in Texas per decidere se le proprietà che informalmente fanno parte di Starbase, la base da cui partono i razzi Space X, possa diventare un municipio autonomo, consentendo a Elon Musk di gestire direttamente servizi locali e infrastrutture.

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Circa 300 persone, per lo più dipendenti di SpaceX, votano per trasformare il complesso Starbase, sito costiero di 4 chilometri quadrati al confine con il Messico, in una città a tutti gli effetti. La maggior parte di loro ha già votato in anticipo. Secondo Remi Garza, funzionario elettorale della contea di Cameron, il miliardario non aveva ancora preso una decisione al 29 aprile, data di chiusura per il voto anticipato.

SpaceX ha stabilito il suo complesso industriale in questa zona umida costiera, delimitata dal fiume Rio Grande e da aree naturali, per condurre test e lanci di razzi. Il sito è operativo dal 2019. L’azienda spaziale ha affermato di gestire già le infrastrutture della zona, tra cui strade, servizi sanitari e scuole. Inoltre ha promesso che la creazione della città non avrebbe compromesso gli sforzi per ridurre il suo impatto ambientale. Nel 2024, l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente ha multato SpaceX per aver scaricato illegalmente rifiuti nei corsi d’acqua del Texas. SpaceX è stata anche accusata di aver danneggiato i nidi di uccelli selvatici con i suoi razzi.



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