«Nameless al Bione? Ipotesi prematura»

«Mi viene in mente la canzone dei Baustelle “Un romantico a Milano”». Anche per Giovanni Cattaneo l’ipotesi di un ritorno di Nameless al Bione è un’idea romantica. «In ogni caso è un discorso molto prematuro. Non mi sento di commentare un titolo di giornale. Vedremo se ci saranno dei passaggi formali che ad oggi non ci sono stati» aggiunge l’assessore all’attrattività territoriale del Comune di Lecco.

In un’intervista rilasciata nei giorni scorsi a queste colonne Alberto Fumagalli, ceo di Nameless, aveva a sua volta definito “romantica” l’ipotesi di un ritorno del festival di musica elettronica nell’area del centro sportivo lecchese, lì dove si erano svolte le prime due edizioni dell’iniziativa nata nel 2013. Tante cose sono cambiate da quel periodo. È cambiato il prestigio di Nameless, ormai divenuto un evento di caratura internazionale in grado di toccare le 90 mila presenze nell’ultima edizione. Una crescita esponenziale, frutto del lavoro del team guidato da Fumagalli nonché della capacità di ingaggiare nomi di primo piano della scena musicale, che ha già portato a due traslochi: dal Bione alla zona Fornace di Barzio, dove nell’ultima edizione pre – pandemia si sono registrate 50mila presenze; dalla Valsassina alla Poncia di Annone, che ora il Nameless si appresta a lasciare dopo aver toccato le 90mila presenze lo scorso anno.

Negli ultimi dodici anni, però, è cambiato anche l’aspetto di quel tratto di lungolago di Lecco. Grazie a diversi finanziamenti regionali, sono stati realizzati molteplici interventi, dall’area sky – fitness fino al raddoppio della ciclopedonale, che hanno incrementato il valore turistico di quella zona, nonché l’apprezzamento da parte dei cittadini. Di contro, l’amministrazione comunale e il gestore del centro sportivo Bione hanno investito 50 mila euro per trasformare in via temporanea l’ex campo 5 in un’area per eventi. Proprio lì nelle scorse settimane si è tenuto il lunapark di Pasqua. Non risultano aggiornamenti, invece, sulla nuova caserma dei vigili del Fuoco nell’ex area spettacoli viaggianti, l’altro grande progetto che potrebbe ridisegnare l’aspetto dell’area.

«Nameless al Bione? Potrebbe essere piccolo. Loro hanno bisogno di spazio e possibilità di programmare» osserva Fabio Dadati, membro della giunta di Camera di Commercio Como – Lecco con delega al turismo. «Conosco bene Alberto Fumagalli – prosegue Dadati – e non mi permetto di giudicare le sue valutazioni da imprenditore. Credo che siamo in una fase ancora iniziale rispetto a ciò che Nameless può diventare nei prossimi anni. Mi dispiace che si debba spostare. Da un lato genera un indotto di alcuni milioni di euro per il territorio. Dall’altro rappresenta un elemento importante per perseguire uno sviluppo ampio e solido del sistema turistico, basato non solo sul turismo leisure ma anche su eventi musicali, eventi sportivi e congressi». La dimensione della perdita per il lecchese dipenderà da quanto lontano il Nameless si trasferirà. «Se il festival – sottolinea Dadati – si trasferisse a 10 – 15 chilometri cambierebbe poco. Se si spostasse per esempio al parco di Monza invece sarebbe molto diverso».

In generale, il consigliere di Camera di Commercio auspica un cambiamento culturale, anche nelle amministrazioni locali, affinché si possa arrivare «a guidare lo sviluppo del settore turistico e non a subirlo». «Il turismo non è quello delle case vacanze. Quelle strutture integrano uno sviluppo turistico fatto dagli organizzatori di eventi, come Nameless, e dai grandi alberghi che lavorano con il turismo organizzato» conclude Dadati.