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incentivi per le imprese che assumono a tempo indeterminato gli under 30


La priorità per le forze di maggioranza è favorire il rinnovo dei contratti e alzare i salari. Tutte le anime sono concordi. In questo senso tra le file dei partiti che sostengono il governo si fa strada l’ipotesi di mettere in campo incentivi per chi paga bene e per premiare le imprese virtuose. La volontà è ridurre i periodi di vacanza contrattuale. Unire welfare e sicurezza, come chiede Fratelli d’Italia e aumentare l’indice di produttività delle aziende, cui legare gli aumenti salariali, come da tempo sostiene Forza Italia. L’ultima novità in ordine tempo è leghista e può prendere forma entro la prossima settimana.

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Le ipotesi

Il Carroccio è pronto a depositare alle Camere un disegno di legge con l’intento di far crescere i salari dei lavoratori italiani e di favorire l’assunzione a tempo indeterminato dei giovani. La volontà è evitare la fuga all’estero dei laureati, creando quindi le condizioni affinché possano trovare un posto di lavoro in Italia, invertendo la rotta rispetto all’esodo che negli ultimi dieci anni ha portato 352 mila ragazzi e ragazze tra i 25 e i 24 anni, di cui oltre un terzo con una laurea, a spostarsi fuori dai confini nazionali per trovare un’occupazione. Il provvedimento viaggerà in parallelo alle misure che il governo discuterà giovedì con i sindacati e che dovranno dare sostanza alle risorse per la sicurezza sul lavoro approvate alla vigilia del Primo Maggio, con lo stanziamento di altri 650 milioni che portano a 1,2 miliardi i fondi di cui potrà disporre l’Inail. Allo studio misure per favorire l’assunzione a tempo determinato degli under 30, incentivare la trasformazione dei contratti a termine in contratti stabili e permettere il rientro dei lavoratori in Italia. La strada è quella della decontribuzione. Il progetto prevede di garantire contributi zero per tre anni per le imprese che assumo under 30. Inoltre i nuovi assunti con un reddito fino a 40mila euro potranno beneficiare di una flat tax al 5%. «Meno tasse per tutti anche sul lavoro», ha commentato il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, sintetizzando i contenuti del provvedimento.

L’inflazione

Un secondo filone di lavoro guarda al recupero dell’inflazione. Nonostante i miglioramenti, gli ultimi dati Istat segnalano come le retribuzioni contrattuali reali di marzo 2025 siano ancora inferiori di circa l’8% rispetto a quelle di gennaio 2021. La proposta sulla quale lavorano i leghisti mira a sollecitare i rinnovi dei contratti nazionali e adeguare così i salari all’inflazione. Lo stratagemma messo a punto è un adeguamento che può arrivare fino al 2% e che sarà corrisposto come un anticipo degli aumenti contrattuali. La rivalutazione anticipata potrebbe implicare un adeguamento minore delle retribuzioni nel periodo successivo, a contratto rinnovato. I dettagli sono in fase di scrittura. Non ci sarà alcun ritorno alle gabbie salariali, ossia la parametrazione delle retribuzioni al costo della vita nelle diverse regioni d’Italia, né, tanto meno ci sarà un ritorno alla scala mobile, il meccanismo per adeguare i salari all’inflazione.

 





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