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Stecca, una scommessa di innovazione ai piedi del Vesuvio, tra artigianato e digitale


Una scommessa vinta in grado di coinvolgere il territorio, la comunità di imprenditori e professionisti e la rete di innovatori locali. Stecca è l’incubatore di imprese dell’area vesuviana, nato nel 2018 a Torre del Greco, in provincia di Napoli, e che oggi si caratterizza come un progetto di ampio respiro che, grazie all’animazione territoriale e a tanti servizi finalizzati a creare valore e imprenditoria di qualità, sta costruendo con pazienza un nuovo modello di sviluppo per le realtà attive nelle aree urbane ai piedi del Vesuvio. 

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Il tessuto produttivo dell’area vesuviana di Napoli è da sempre caratterizzato dalla robusta presenza di industrie tradizionali, artigianato di alta qualità e una vivace comunità di piccole e medie imprese saldamente radicate nel territorio locale. Un’area con una vocazione d’impresa tradizionale, come quella dell’artigianato artistico, con la filiera legata alla lavorazione del corallo, in particolare a Torre del Greco, ma anche fortemente connotata da elementi culturali.

Il turismo legato al Parco Nazionale del Vesuvio e soprattutto ai siti archeologici vicini – Pompei ed Ercolano – contribuisce indirettamente a sostenere l’economia locale. Inserita in un contesto metropolitano dinamico, l’area vanta anche un tessuto commerciale e di servizi estremamente sviluppato, con oltre 300mila imprese attive nella provincia di Napoli nel complesso. Tra queste, circa 30mila sono artigiane e altre 32mila rappresentano imprese giovanili, secondo i dati di Infocamere. La provincia di Napoli è inoltre terza per numero di startup innovative – sono 835 le realtà registrate nel primo trimestre del 2025 – , superata solo da Milano e Roma. 

L’obiettivo del team di Stecca è sempre stato quindi quello di costruire un dialogo virtuoso con la rete imprenditoriale locale per portarla in una nuova dimensione: quella dell’innovazione, della digitalizzazione e dei servizi avanzati. «Il nostro progetto – spiega ad Artuu Magazine Giuliana Esposito, CEO e founder di Stecca – nasce nel 2018 su impulso del comune di Torre del Greco che, dopo la riqualificazione di un’area industriale dismessa a ridosso del porto, ci ha consentito di dare vita a un incubatore finalizzato alla valorizzazione delle attività artigianali locali».

L’obiettivo del team di Stecca – che si è formato anche fuori da Napoli ma che ha poi scelto di tornare per investire nel proprio territorio – è quello di generare impatto sociale attraverso la proposta di strumenti e linguaggi nuovi. Innovazione e territorio, tradizione e digitalizzazione. «Puntiamo – continua Esposito – a rafforzare il legame con il posto in cui operiamo, perché ci proponiamo di facilitare le relazioni tra imprese, tra professionisti e verso l’esterno. Per questo disponiamo di una realtà di circa mille metri quadri, con aule di formazione, coworking, business office. Oggi Stecca ospita 14 imprese incubate, di cui 5 innovative. Il nostro focus si è ampliato pur rimanendo focalizzato sull’artigianato digitale».

L’ecosistema di eccellenza legato alla lavorazione del corallo, del cammeo ma anche del legno e della ceramica è uno degli asset del tessuto produttivo locale. Fare impresa ai piedi del Vesuvio significa contare su tante risorse, a partire dai settori a valore aggiunto che fanno parte della tradizione locale, ma anche su diverse criticità. «Dal punto di vista dei progetti legati a startup e innovazione – chiarisce Esposito – il territorio vesuviano era quasi ‘vergine’, inesplorato. Noi abbiamo proposto una collaborazione con una visione di sistema, in grado di tenere insieme tanti elementi, competenze, talenti diversi. Parliamo di un tessuto abituato alla piccola dimensione, al lavoro artigianale in bottega. Ma non bisogna farsi ingannare da questi aspetti: quella del vesuviano è una popolazione intraprendente ma anche attenta ai rischi della realtà in cui si muove. Non bisogna dimenticare infatti che operiamo in una zona rossa legata al rischio sismico».

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Ed è proprio la connessione tra la qualità e l’eccellenza dell’artigianato locale, legato all’abilità nell’arte orafa, e le opportunità di sviluppo connesse alle tecnologie digitali, a rappresentare il cuore dei progetti di Stecca. «Abbiamo da poco concluso – spiega Esposito – due progetti in ambito design, artigianato, moda e architettura, finanziati dal Pnrr – TOCC Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale. Abbiamo collaborato con il Centro di Artigianato digitale di Cava de’ Tirreni allo scopo di  costruire figure professionali che rispecchiano il nostro modello: quello di facilitatori formati per fornire nuovi strumenti nei settori tradizionali».

Un altro progetto fortemente identitario si è invece focalizzato sulla promozione di materiali ecosostenibili per la lavorazione di ceramiche e corallo e ha coinvolto l’area che va da San Giorgio a Cremano fino a Vietri sul Mare. «Partendo dalle nostre caratteristiche e dalle vocazioni della comunità vesuviana – sottolinea Esposito –  guardiamo a quei settori che ci rendono unici, come l’artigianato, l’arte orafa, la cultura e il turismo, per stimolarli con competenze innovative». Il futuro parla ancora di questo legame tra tradizione e innovazione. «Stiamo lavorando – conclude Esposito – sulla costruzione di uno spazio dedicato alle tecnologie immersive che vogliamo mettere a disposizione delle aziende del territorio come una sorta di show room virtuale delle loro produzioni. Un’altra traiettoria è legata al mare, a noi così vicino: creeremo una piattaforma in grado di tenere insieme gli operatori turistici e culturali legati all’economia del mare, per offrire competenze sempre più specializzate»





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