La sindaca Funaro: «Non vogliamo demonizzare il settore». Rinnovato lo stop nel centro storico Unesco. Incentivo alle locazioni di medio-lungo periodo
Moratoria di tre anni sulle superficie minime delle stanze degli immobili destinati agli affitti turistici brevi per i proprietari già operativi alla fine del 2024, così da evitare un effetto retroattivo e mettersi al sicuro da una valanga di ricorsi in tribunale. E, in parallelo, un incentivo alle locazioni di medio-lungo periodo: per chi affitterà l’appartamento per almeno 30 giorni in un anno (quindi non a fini turistici) non scatterà la decadenza dell’autorizzazione come previsto inizialmente.
Queste le due novità introdotte tramite auto-emendamento dalla Giunta in occasione dell’approvazione in Consiglio comunale del regolamento fiorentino per gli affitti brevi, figlio dei nuovi poteri concessi dal testo unico regionale sul turismo.
L’atto, dopo la pubblicazione sull’albo comunale, entrerà in vigore tra 15 giorni, cioè dal 21 maggio.
«Non vogliamo demonizzare il settore ma dare una cornice chiara con regole e limiti dentro cui stare. Con la delibera rinnoviamo lo stop nel centro storico Unesco: c’è la necessità di dare un segnale per farlo tornare attrattivo e abbiamo già avviato uno studio per l’applicazione anche in altre aree della città», spiega la sindaca di Firenze, Sara Funaro.
A favore del provvedimento, approvato solo in tarda notte dopo la discussione di oltre 100 emendamenti sotto lo sguardo attento delle associazioni degli host turistici in platea, la maggioranza formata da Pd, Avs-Ecolò e lista Funaro. Contrari invece il centrodestra (FdI, Fi, Lega), lista Schmidt e Italia Viva. Si sono astenuti invece i consiglieri di M5S, Sinistra e Firenze democratica.
«Siamo convinti sia un primo passo fondamentale per la gestione di un fenomeno che ha dimensioni importanti, i numeri sono sotto gli occhi di tutti», sottolinea l’assessore allo Sviluppo economico, Jacopo Vicini, riprendendo il ragionamento della sindaca secondo cui «il numero degli affitti brevi in città ormai è il doppio degli alloggi popolari presenti».
In tutto sono cinque gli auto-emendamenti approvati dalla maggioranza.
La superficie minima
Il principale riguarda l’articolo 12: fatto salvo il requisito della dimensione minima di 28 mq dell’appartamento la Giunta prevede una moratoria fino al 2028 per le altre prescrizioni (camere singole 9 metri quadrati, doppie 14 mq, cucina abitabile 9 mq e bagni 2,5 mq) nelle strutture con già regolare agibilità.
Una correzione di rotta necessaria per non entrare in contraddizione con il testo unico del turismo — che dispone una deroga triennale all’autorizzazione per gli immobili già destinati nel 2024 al turistico-ricettivo — evitando ricorsi in tribunale per l’impatto retroattivo della norma.
QUando scatta la decadenza
L’altra novità, inserita invece tramite emendamento Pd, addolcisce uno dei casi che fanno scattare la decadenza dell’autorizzazione, l’inattività superiore ai 12 mesi: basterà affittare l’appartamento per almeno 30 giorni con regolare contratto. Un modo anche per smuovere i proprietari verso la prospettiva di un affitto non turistico.
Resta inalterato invece l’ossatura del regolamento comunale che introduce l’obbligo di richiedere un’autorizzazione quinquennale per ogni unità immobiliare destinata agli affitti brevi, la cui validità verrà meno in caso di compravendita. La decadenza scatterà alla terza violazione riscontrata: le principali sono, l’evasione della tassa di soggiorno, la presenza di lavoro irregolare e il mancato ripristino entro il termine assegnato.
Altri obblighi
Oltre all’obbligo di possesso ed esposizione del Cin le unità immobiliari dovranno avere conformità edilizia, igienico-sanitaria, impiantistica, antincendio e acustica. A cui si aggiunge l’obbligo di rendere disponibili in ogni alloggio istruzioni e sacchetti per la raccolta differenziata e un vademecum sul turismo sostenibile.
Grazie all’accordo con il dipartimento Memotef dell’Università La Sapienza di Roma, guidato dal professore Filippo Celata, si prevede anche un monitoraggio e un’analisi del fenomeno. In questo modo il Comune potrà valutare l’impatto delle misure e la possibilità di estenderle in ulteriori aree della città.
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