La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

la competizione tra le potenze mondiali


  • Le terre rare nel mondo sono 17 e fanno parte della famiglia dei metalli. Indispensabili oggi per le produzioni industriali di semiconduttori, batterie al litio, microchip, pannelli solari ma anche armi e droni.
  • Sono disponibili a tonnellate nel sottosuolo, ma il punto è che questi minerali si trovano concentrati solo in poche aree del mondo.
  • Ecco allora che da una casuale mappatura a livello geografico, la questione si sposta a livello geopolitico e strategico-militare, diventando di fatto critica.

Materiali che, seppur nascosti sono terra, sono in grado di muovere le fila delle dinamiche mondiali, influenzare le trattative di pace, determinare la direzione da seguire per le strategie industriali delle più grandi potenze del mondo.

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

Si tratta delle cosiddette terre rare, vale a dire risorse naturalmente presenti nel sottosuolo come cobalto, nichel, rame, ma anche litio, titanio e uranio. Il loro utilizzo è ormai primario per quanto riguarda il settore tecnologico, quello della produzione di energia rinnovabile e perfino della difesa, dai laser ai droni.

Il punto è che questi materiali si trovano concentrati in poche aree del mondo. Ed è lì che, da una casuale distribuzione delle terre rare a livello geografico, la questione si sposta a livello geopolitico e strategico-militare, diventando di fatto critica e innescando sfide ardue da gestire.

Dove si trovano le terre rare

I dati relativi a chi ha più terre rare al mondo parlano chiaro: si tratta della Cina che praticamente possiede circa il 50% delle riserve mondiali di questo nuovo “oro nero”.

Infatti, stando agli ultimi dati aggiornati del United States Geological Survey1, le riserve di terre rare a livello mondiale si stima che si aggirino intorno ai 90 milioni di tonnellate, di cui 44 solo in Cina, dal punto di vista geologico, ma il primato per la produzione e la raffinazione è assoluto.

Il Brasile possiede circa 21 milioni di tonnellate e l’India quasi 7 tonnellate. Il primato della Cina appare evidente in modo inequivocabile, tenendo conto che dalle sue riserve proviene il 98% delle terre rare utilizzate nel mondo.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Questo anche grazie alla sua presenza in Africa, considerando la lunga storia di collaborazione che vede protagonisti proprio la Cina e la Repubblica del Congo.

Quest’ultimo ha sempre ricevuto il sostegno economico della Cina che ha investito ben 12,8 miliardi di dollari al Congo per realizzare infrastrutture in grado di facilitare l’estrazione e la lavorazione di questi minerali, tra il 2000 e il 2021. 

Ora il Congo si mostra intenzionato a scambiare parte delle sue risorse minerarie così ricercate anche con gli Usa, che promette un aiuto al paese africano nella lotta contro i ribelli del M23.

Appare però scontato che la Cina non accetti di buon grado questa situazione e che il Congo dovrà ben guardarsene, considerando che i finanziamenti cinesi rappresentano un quarto del Pil per questo paese.

Cresce insomma l’instabilità nella Repubblica Democratica del Congo, contesa al momento tra Stati Uniti e Cina, soprattutto per quanto riguarda l’approvvigionamento di cobalto.

Per cosa vengono utilizzate le terre rare

L’espansione del settore tech, la richiesta crescente di produzione di energia rinnovabile e lo sviluppo di armi sempre più avanzate necessitano alla base dell’utilizzo di materiali ben specifici, quali il cobalto ad esempio, il nichel, il rame ma anche ma anche litio, titanio e uranio.

1. Il settore tech

Tutte le più grandi aziende mondiali utilizzano le terre rare per le loro produzioni industriali e per l’elettronica avanzata.

Basti pensare che tutti i semiconduttori contengono tali minerali, in una competizione a livello globale che vede protagonisti colossi del calibro di Samsung, Apple, Huawei, Microsoft, Google, Dell, Sony ma anche società del settore automobilistico e tecnologico da Tesla, Ford, General Motors, BMW, Volkswagen a Daimler-Chrysler e altre.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

2. La transizione energetica

Le tecnologie rinnovabili e le batterie indispensabili per i veicoli elettrici necessitano tutte di questo genere di minerali per poter funzionare.

La stima è di una domanda di litio che aumenterà di ben nove volte da qui al 2040 mentre il fabbisogno di grafite potrebbe concretamente quadruplicarsi. Ancora una volta è la Cina che mantiene il primato assoluto, con il 60% di fornitura di terre rare a livello globale e il 68% per quel che riguarda produzione ma anche raffinamento del cobalto.

Il rischio di dipendere da un solo Paese per l’approvvigionamento di questi materiali critici è elevato.

L’Unione europea, dal canto suo, si è attivata per garantirsi la fornitura di terre rare a fini energetici, finanziando programmi di investimento come  il BERD e InvestEU, a oggi dal valore di 100 milioni di euro collaborando con paesi come Canada, Ucraina, Namibia, Argentina e Congo.

Il Ruanda invece, che è attualmente coinvolto in estrazioni illecite di tali risorse, è oggetto di sanzioni comunitarie e ha interrotto i rapporti con Bruxelles.

3. Sistemi di difesa e droni

Il gruppo di 17 elementi chimici delle cosiddette terre rare è di vitale importanza proprio per la produzione di armi moderne, motori, sensori e sistemi di controllo ma anche radar, missili, jet da combattimento e droni. 

Va da sé che l’industria militare e i sistemi di difesa delle più grandi potenze del mondo non possono prescindere da tale fornitura. Il punto è che, considerando per l’appunto il primato cinese a livello globale, sotto questo punto di vista, i rischi per la sicurezza dei propri confini nazionali sono tangibili. 

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Motivo per cui si cercano alleanze differenti, sostanzialmente atte ad arginare l’influenza della Cina, per garantire l’approvvigionamento delle terre rare, ognuno per il proprio Paese. Il che a oggi rappresenta il principale cruccio statunitense, l’oggetto principale dei colloqui intervenuti di recente tra Trump e Zelensky e il motivo alla base dell’imposizione dei dazi americani.

Terre rare Ucraina e Trump: il nuovo accordo

In quest’ottica si colloca la pressione che Trump sta mettendo in atto sull’Ucraina di Zelensky, offrendo sicurezza in cambio delle risorse desiderate. Altrettanto allettanti però anche per la Russia, che non ha mai fatto mistero di puntare alle ricchezze minerarie del paese.

L’accordo di questi giorni tra Washington e Kiev prevede una via preferenziale per l’accesso degli Stati Uniti alle riserve minerarie del territorio ucraino, a fronte della costituzione di un fondo di investimento per la ricostruzione.

Le terre rare restano di proprietà di Kiev che stabilisce dove effettuare l’estrazione e la partnership con Washington è al 50%. Gli Stati Uniti, dal canto loro, finanzieranno solo progetti minerari, petroliferi e del gas, nonché infrastrutture e processi di lavorazione ma soprattutto nuove tecnologie innovative per l’Ucraina, che ad esempio potrebbe beneficiare di nuovi sistemi di difesa aerea.

In Italia dove si trovano le terre rare

I depositi non sono quantitativamente appetibili come quelli presenti in altri paesi, soprattutto africani e sudamericani, come già evidenziato, però anche l’Italia presenta alcuni giacimenti nelle varie regioni, a cui Trump in particolare potrebbe strizzare l’occhio, vista anche l’intesa a quanto pare ottimale con Belpaese.

Basti pensare che ad esempio il Piemonte è ben ricco di cobalto, soprattutto nella zona di Punta Corna nei pressi di Torino e che, per quanto sfruttato in parte, il giacimento è stato poi abbandonato. La Liguria, per quanto molto vincolata dal punto di vista ambientale, abbonda di titanio.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Il litio è presente in apprezzabili quantità nel Lazio e in Campania, mentre lo zinco nella zona di Bergamo, tra l’altro abbandonato a se stesso dagli anni Ottanta. L’elenco non è esaustivo: sotto il suolo italiano ci sono vere e proprie miniere di tungsteno in Calabria, in Sardegna e nelle Alpi centro-orientali, di bauxite (da cui si ricava l’alluminio) in Sardegna, di circa 3 milioni di tonnellate di fluorite a Silius (Cagliari), essenziale per le batterie al litio, e ancora di grafite nel torinese e in provincia di savonese e nella Sila calabrese.

Ma da noi l’estrazione delle terre rare a livello industriale non c’è e quindi la dipendenza dai mercati esteri, per il loro approvvigionamento, resta una realtà.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio