Luciano Caveri alla riunione del Comitato europeo delle Regioni
POLITICA & ECONOMIA
Ha detto in Consiglio Valle l’assessore agli Affari europei, riferendo in aula sulle attività svolte dalla Regione per l’attuazione delle politiche promosse dall’Unione europea
Caveri: «La Russia e Trump ci costringono a ripensare l’Europa»
«La guerra di aggressione della Russia, prima, e, più di recente, l’impatto dell’elezione di Trump – con il suo cambio di atteggiamento nei confronti dell’Ue – ci stanno costringendo a ripensare l’Europa. Siamo un territorio piccolo, ma la storia politica della Valle d’Aosta mostra un marcato interesse per le sfide europee». Ha detto in Consiglio Valle l’assessore agli Affari europei Luciano Caveri, riferendo in aula sulle attività svolte dalla Regione autonoma Valle d’Aosta nel 2024 per l’attuazione delle politiche promosse dall’Unione europea.
Europa degli Stati
«Non è tutto rose e fiori il rapporto con l’Ue, chi ha un approccio di tipo federalista non può non constatare che questa continua a essere un’Europa degli Stati – ha proseguito Caveri -. Bisogna lavorarci sopra: noi siamo una regione di montagna che ha sempre sentito il dovere di essere capofila delle politiche della montagna e se oggi esiste una citazione specifica delle zone di montagna nei Trattati europei, questo è la conseguenza di un lungo lavoro svolto anche con il nostro contributo. Tuttavia, la coesione territoriale non si è mai compiuta e la prossima settimana sarà creato un intergruppo per capire come mettere a terra una politica europea della montagna più concreta che tenga conto non solo dell’agricoltura ma di tutta una serie di aspetti che caratterizzano i territori delle terre alte, come ad esempio quello dei sovraccosti in montagna».
«Esiste una seria preoccupazione per la gestione dei fondi di coesione che concretizzano la politica regionale che, se fossero gestiti in una logica macroregionale, creerebbero una sorta di triangolazione con Roma mentre noi, da tempo, abbiamo instaurato dei rapporti diretti con Bruxelles».
Le sfide future
«Sono tante le sfide future che ci aspettano – ha concluso – e che avranno ricadute dirette sulla nostra regione come la questione della cancellazione a partire dal 2026 dei dazi sulle importazioni di acciaio da Paesi terzi; la gestione dell’idroelettrico che nella maggior parte dei Paesi europei è assegnato senza gara; la questione del traforo del Gran San Bernardo per il prolungamento della concessione e il raddoppio di quello del Monte Bianco; la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale che sono situati nell’ambito di schemi giuridici sovranazionali. Altrettanto rilevanti e curiosi sono i rapporti con Roma che interviene sulla nostra facoltà di gestire la cooperazione transfrontaliera o per quanto riguarda la rappresentanza delle Regioni nel Consiglio europeo, prevista da una legge statale in caso di trattazione di materie di loro interesse che purtroppo non trova sempre riscontro nella realtà».
(re.aostanews.it)
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