In un contesto economico globale incerto, con mercati instabili, tassi di interesse ancora elevati in molte economie avanzate e tensioni geopolitiche persistenti, scegliere dove e come investire richiede attenzione e visione strategica. Ed è proprio in un simile scenario che emergono le opportunità più interessanti per chi guarda al medio-lungo periodo. Una di queste, secondo Morgan Stanley, è l’India.
Il colosso della consulenza finanziaria ha recentemente riaffermato la sua visione positiva sul mercato azionario indiano, definendo questo il momento ideale per puntare sulla “crescita strutturale di lungo termine” del Paese asiatico.
Perché investire sulle azioni indiane
L’attuale fase congiunturale è dominata da numerosi fattori di incertezza: il rallentamento dell’economia globale, le politiche monetarie restrittive delle principali banche centrali, le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e in Ucraina, senza dimenticare il continuo ridisegnarsi delle catene del valore globali.
In tale scenario, molti investitori sono portati ad adottare strategie difensive o a rifugiarsi in asset considerati “sicuri”. Eppure, Morgan Stanley ribalta questa visione: è proprio adesso che si può cogliere l’occasione di investire in India, un Paese che – pur immerso nella complessità globale – dimostra una notevole tenuta macroeconomica, una forte domanda interna e una crescente capacità produttiva.
Secondo la nota diffusa dalla banca d’investimento, infatti, “l’opportunità di investire nella crescita strutturale dell’India è ora, anche se richiederà pazienza, vista la sua natura di lungo periodo”. In altre parole, non si tratta di una scommessa speculativa a breve termine, ma di una strategia fondata su solidi fondamentali economici, sociali e politici.
Tra gli elementi che rafforzano la fiducia in India vi sono:
- l’inflazione sotto controllo, grazie anche a prezzi alimentari e del petrolio più contenuti;
- un mercato domestico ampio, giovane e in crescita costante, con una classe media in espansione e consumi in aumento;
- la minore dipendenza dell’economia indiana dalle esportazioni rispetto ad altri mercati emergenti, tanto che beneficia di una struttura produttiva sempre più autonoma.
Un altro fattore che rende l’India attraente agli occhi degli investitori riguarda le politiche della Reserve Bank of India (Rbi), orientate alla stabilizzazione e alla crescita, che contribuiscono a creare un clima favorevole agli investimenti.
In parallelo, anche la politica fiscale fornisce stimoli mirati: dai tagli dell’Iva (Gst) fino alla negoziazione di accordi commerciali strategici, come quello in fase avanzata con gli Stati Uniti. Tutto ciò rafforza la competitività dell’India nel commercio internazionale e migliora la fiducia degli operatori economici.
I settori da monitorare
Morgan Stanley, inoltre, non si ferma a segnalare le opportunità di investimento ma, nella sua nota, suggerisce anche su cosa puntare, ovvero: sui settori domestici ciclici, piuttosto che su quelli difensivi o maggiormente esposti ai mercati globali. L’indicazione è chiara: guardare a settori come finanziario, beni di consumo discrezionali e industriali, tutti sostenuti da fattori interni robusti come l’aumento del credito, la ripresa degli investimenti privati e la crescita della spesa dei consumatori.
In particolare, il settore finanziario rappresenta uno dei pilastri che hanno spinto le previsioni ottimistiche di Morgan Stanley. Questo perché, secondo gli esperti, la qualità degli attivi bancari è migliorata, i coefficienti patrimoniali sono solidi e la crescita dei prestiti è in accelerazione. In aggiunta, l’espansione dell’accesso al credito e dei servizi finanziari digitali nei centri urbani e rurali rende questo comparto uno dei più promettenti del continente asiatico.
Per questo motivo l’India – assieme a Singapore, Cile, Emirati Arabi e Giappone – è stato definito uno dei mercati emergenti più promettenti proprio nel comparto finanziario oggi.
Una scommessa sulla resilienza
La resilienza dell’India non è frutto del caso. È il risultato di una combinazione virtuosa di riforme strutturali, dinamismo demografico, digitalizzazione accelerata e apertura agli investimenti. Il governo indiano ha investito fortemente in infrastrutture, energia, sanità e formazione, creando le basi per una crescita inclusiva e duratura.
Naturalmente, i rischi non mancano. Morgan Stanley riconosce che la volatilità di breve termine può persistere, ma invita a non farsi distrarre dal “rumore” congiunturale. Il consiglio agli investitori è quello di restare concentrati sul quadro di lungo periodo e di costruire progressivamente la propria esposizione ai settori chiave, approfittando delle correzioni di mercato.
Per chi è disposto ad avere pazienza, diversificare in modo intelligente e credere nei fondamentali, questo potrebbe davvero essere il momento giusto per investire in azioni indiane. Non si tratta di seguire una moda, ma di scommettere su un Paese che – con tutti i suoi limiti – ha dimostrato di avere visione, capacità di adattamento e potenziale di trasformazione. E in un mondo sempre più incerto, la vera ricchezza sta nella resilienza. L’India ne ha da vendere.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link