I dazi imposti dall’amministrazione Trump su acciaio e alluminio, con un incremento del 25% e 10% rispettivamente, hanno sollevato nuove incertezze per il settore edilizio italiano. L’aumento dei costi delle materie prime si ripercuote direttamente sui prezzi delle costruzioni e ristrutturazioni, con rincari stimati tra il 5% e il 10% sui progetti edilizi.
L’Unione Europea, in risposta, ha minacciato ritorsioni tariffarie, predisponendo contromisure su beni statunitensi per un valore di 3,2 miliardi di euro, mentre il Parlamento europeo ha approvato nuove tariffe compensative. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno sospeso i dazi per 90 giorni dal 10 aprile 2025, in attesa di negoziati con l’UE.
Se da un lato l’aumento delle tariffe USA crea difficoltà per le imprese italiane, dall’altro il surplus di acciaio dalla Cina e altri mercati extra-UE potrebbe offrire un’alternativa a prezzi più competitivi. Tuttavia, le aziende siderurgiche italiane, già provate dalla pandemia, subiscono una doppia pressione: meno esportazioni verso gli USA e maggiore concorrenza interna. Dal 2018, le esportazioni di acciaio italiano verso gli Stati Uniti sono diminuite del 17,9%, con un’ulteriore flessione durante la pandemia.
Oltre all’impatto sui costi e sulla produzione, le tensioni commerciali generano un clima di incertezza che frena gli investimenti edilizi. Secondo il WTO, il commercio mondiale potrebbe contrarsi dello 0,2% nel 2025, e fino all’ 1,5% in caso di un rialzo delle tariffe europee sospese. La minore stabilità economica può ridurre la propensione a investire in nuovi progetti infrastrutturali e immobiliari, rallentando la ripresa post-pandemia.
L’UE sta cercando strategie per contenere gli effetti dei dazi e garantire maggiore stabilità. Il commissario Dombrovskis ha sottolineato la volontà di una soluzione negoziata con gli USA, che potrebbe ridurre le barriere tariffarie e dare nuova sicurezza ai mercati. Parallelamente, si sta discutendo un piano di autonomia strategica , incentivando investimenti in acciaio europeo e rafforzando la filiera edilizia.
In sintesi, i dazi sui metalli rischiano di aumentare i costi per i cantieri italiani e ridurre i margini per i produttori nazionali, creando incertezza per gli investimenti edilizi. Tuttavia, il mercato globale potrebbe temporaneamente bilanciare il rincaro con un surplus di offerta, mentre una negoziazione tra UE e USA potrebbe offrire uno scenario più stabile per il settore. Nel frattempo, le imprese italiane devono gestire i rischi di approvvigionamento, diversificare i fornitori e monitorare da vicino le contromisure europee.
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