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Imprese in calo in provincia di Cremona nel primo trimestre 2025: tasso di crescita -0,3%


L’economia cremonese rallenta: meno imprese nel primo trimestre 2025, con un tasso di crescita del -0,3%. Colpite soprattutto le attività tradizionali e l’artigianato. Segnali di tenuta solo nei servizi innovativi.

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Imprese in calo in provincia di Cremona

Nel primo trimestre del 2025, la provincia di Cremona mostra un quadro economico imprenditoriale in contrazione. Secondo i dati elaborati dal Servizio Promozione e Informazione Economica della Camera di Commercio, il saldo tra iscrizioni e cessazioni di imprese è negativo. A fine marzo si contano 27.497 imprese attive, con una perdita netta di 77 unità e un tasso di crescita pari al -0,3%.

La flessione non riguarda solo Cremona. Anche Mantova e Pavia registrano un calo nella natalità delle imprese. Complessivamente, nei tre territori il Registro Imprese conta 107.341 aziende, con un tasso di crescita medio pari al -0,3%. A livello regionale la Lombardia resta stabile, ma oltre la metà delle province presenta un bilancio negativo. Solo Milano, Brescia e Monza Brianza mostrano un andamento positivo.

Artigianato in difficoltà

Particolarmente preoccupante è la situazione del comparto artigiano, che rappresenta un terzo delle imprese totali. A Cremona, il saldo è negativo per 17 unità, con un totale di 7.904 attività registrate a fine marzo. Il tasso di crescita è pari al -0,2%. Le difficoltà colpiscono settori storicamente radicati sul territorio: manifatturiero (-0,6%), costruzioni (-0,1%), trasporto e magazzinaggio (-1,5%), commercio (-0,8%) e perfino ristorazione e turismo (-4%).

“La fotografia dei primi mesi dell’anno riflette le criticità strutturali del nostro tessuto produttivo”, afferma il presidente della Camera di Commercio, Gian Domenico Auricchio.

Tuttavia, sottolinea, “il primo trimestre è tradizionalmente un periodo debole, influenzato dalle chiusure di fine anno e da dinamiche di consolidamento”. Auricchio richiama anche l’attenzione su un fenomeno ormai consolidato: la crescita delle società di capitali (+0,2% a Cremona) a discapito delle forme più tradizionali come ditte individuali (-0,3%) e società di persone (-0,9%).

Settori in sofferenza e comparti in risalita

L’analisi settoriale della provincia cremonese mostra cali generalizzati nei comparti tradizionali: agricoltura (-1%), manifattura (-0,8%), commercio (-1,2%), costruzioni (-0,3%). Resistono invece (e in alcuni casi crescono) settori legati all’innovazione e ai servizi: informazione e comunicazione (+0,2%), attività finanziarie e assicurative (+2,5%), istruzione (+1,4%) e attività professionali (+0,5%).

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Anche all’interno dell’artigianato cremonese, alcuni settori mostrano segnali positivi. L’agricoltura (+7%) e i servizi di informazione e comunicazione (+5,9%) registrano crescite interessanti. Segnali che, pur nel quadro complessivo di difficoltà, testimoniano la capacità di adattamento e innovazione di una parte dell’imprenditoria locale.

Le incertezze legate al contesto internazionale e alle sfide strutturali rendono difficile una previsione sull’andamento dell’intero 2025. Ma le tendenze emerse in questo inizio d’anno tracciano una linea chiara: le imprese più resilienti sono quelle capaci di rinnovarsi, investendo in servizi e tecnologia. Per Cremona, il rilancio passerà anche da qui.



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