Per aiutare i cittadini e le imprese a trarre il massimo beneficio dalla legislazione europea, la Commissione intrattiene un dialogo costante con gli Stati membri al fine di garantire il rispetto del diritto dell’Unione. Può inoltre avviare procedure di infrazione contro gli Stati membri in caso di inadempienza.
Le decisioni prese oggi in relazione alle procedure di infrazione comprendono 38 lettere di costituzione in mora e 58 pareri motivati. La Commissione ha inoltre deciso di sottoporre 18 casi alla Corte di giustizia dell’Unione europea e di archiviare 83 casi in cui gli Stati membri coinvolti, in collaborazione con la Commissione, hanno posto fine alle infrazioni e assicurato il rispetto del diritto dell’Unione.
Le decisioni e i corrispondenti comunicati stampa sono disponibili qui. Maggiori informazioni sulle procedure di infrazione dell’Unione europea sono disponibili nella sezione di domande e riposte. Di seguito le procedure d’infrazione che riguardano l’Italia.
Ambiente
La Commissione invita l’ITALIA a conformarsi alla direttiva sulle emissioni industriali
La Commissione ha deciso di inviare una lettera complementare di costituzione in mora all’Italia (INFR(2013)2177) per il non corretto e incompleto recepimento della direttiva relativa alle emissioni industriali (direttiva 2010/75/UE). L’Italia non ha inoltre rispettato alcune delle disposizioni di tale direttiva per quanto riguarda lo stabilimento di Acciaierie d’Italia (impianto siderurgico ILVA) a Taranto. La direttiva mira a prevenire, ridurre e, per quanto possibile, eliminare l’inquinamento proveniente da attività industriali per proteggere la salute umana e l’ambiente. Secondo la sentenza della Corte di giustizia dell’UE del 25 giugno 2024 (C-626/22), la legislazione italiana non è in linea con la direttiva sulle emissioni industriali. In particolare, non tiene conto dell’impatto delle installazioni sulla salute umana, non considera tutte le sostanze inquinanti emesse dall’installazione al momento del rilascio dell’autorizzazione e non sospende l’esercizio di un’installazione qualora la violazione delle condizioni di autorizzazione presenti un pericolo immediato per la salute umana o per l’ambiente. Inoltre l’Italia non garantisce che lo stabilimento di Acciaierie d’Italia a Taranto operi in conformità alla normativa dell’UE sulle emissioni industriali, con gravi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera complementare di costituzione in mora all’Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.
Giustizia
La Commissione invita l’ITALIA a recepire correttamente la direttiva sui diritti degli azionisti di società quotate
La Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia (INFR(2025)4004) per il non corretto recepimento della direttiva sui diritti degli azionisti (direttiva 2007/36/CE). L’impegno nel lungo periodo degli azionisti nelle società in cui investono è essenziale per garantire che queste ultime siano ben amministrate e sostenibili. La direttiva tutela e responsabilizza gli azionisti promuovendo la trasparenza, la responsabilità e il buon governo societario nelle società quotate. Stabilisce una serie di norme e diritti per garantire che gli azionisti abbiano voce in capitolo nelle società in cui investono e che i loro interessi siano rappresentati e rispettati. La legge italiana mina la libertà degli azionisti di scegliere senza limitazioni il proprio rappresentante per le assemblee generali, imponendo invece un rappresentante designato a livello di società. In tal modo viola il diritto degli azionisti, ai sensi della direttiva, di presentare delibere per qualsiasi punto all’ordine del giorno, compresi quelli di nuova introduzione, negando così ai rappresentanti designati dalla società gli stessi diritti di cui godrebbero gli azionisti che essi rappresentano. La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera di costituzione in mora all’Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.
Mobilità e trasporti
La Commissione invita l’ITALIA ad attuare correttamente il telepedaggio su tutto il territorio
La Commissione ha deciso di inviare una lettera complementare di costituzione in mora all’Italia (INFR(2020)2318) per la mancata corretta attuazione della direttiva sul servizio europeo di telepedaggio (S.E.T.) (direttiva (UE) 2019/520). Nel dicembre 2020 la Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia perché quest’ultima non aveva provveduto all’avvio e alla conclusione positiva delle negoziazioni tra gli esattori di pedaggi e i fornitori del S.E.T. affinché il telepedaggio potesse essere offerto agli utenti in tutta Italia. Nel frattempo alcune di tali negoziazioni si sono concluse positivamente e il telepedaggio è ora disponibile sulla maggior parte del territorio italiano. La suddetta lettera complementare di costituzione in mora adegua pertanto l’ambito di applicazione della procedura di infrazione agli ultimi sviluppi. L’infrazione è ora limitata alla regione Sicilia, dove il telepedaggio non è ancora disponibile. Il fatto che i fornitori del S.E.T. non possano operare in Sicilia costituisce un ostacolo all’interoperabilità tra i sistemi di telepedaggio stradale degli Stati membri e all’applicazione transfrontaliera dell’obbligo di pagare i pedaggi stradali nell’UE. Ciò significa che i conducenti che viaggiano verso l’Italia o l’attraversano potrebbero essere obbligati ad avere più di un contratto di abbonamento, più di un fornitore e più di un’unità di bordo. La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera complementare di costituzione in mora all’Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.
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