La notizia del sequestro senza facoltà d’uso dell’altoforno 1, al centro dell’incendio che ha riguardato una tubiera, non ha mancato di creare preoccupazioni nel ministro alle Imprese e al Made in Italy, Adolfo Urso.
«Temo che le ultime notizie non incoraggino i nuovi investitori in quello che è un percorso che sapevamo difficile, sfidante, per tutti, a cui spero tutte le istituzioni partecipino in maniera propositiva», è stato il commento del ministro sollecitato sull’argomento mentre presenziava alla presentazione del bilancio socio-economico di Lidl in Italia.
«Dobbiamo evitare – ha aggiunto il ministro Urso – che anche gli investitori internazionali che avevano manifestato interesse ad acquisire gli impianti possano essere scoraggiati dal farlo» né che ci possano essere condizionamenti esterni che possano scoraggiare gli investitori e precludere lo sviluppo della tecnologia green nel piiù grande polo siderurgico italiano».
Scarpa e Brigati (Fiom): “In fabbrica clima di incertezza. È necessario coinvolgere sindacati e istituzioni per uscire dalla crisi in cui versa l’ex Ilva”.
«All’interno della fabbrica si continua a vivere in un clima di incertezza e forte preoccupazione rispetto alle prospettive ambientali, industriali e occupazionali del sito di Taranto. Il grave incidente di ieri (7 maggio, ndc), che solo per una casualità non ha coinvolto i lavoratori e di cui non conosciamo ancora le ricadute ambientali, ha portato oggi (8 maggio, ndc) al sequestro senza facoltà d’uso da parte della magistratura tarantina di Afo1, con possibili ripercussioni sulla vendita dello stabilimento. Questo è la riprova di quanto sosteniamo da tempo in merito alla necessità di avere le risorse per il pieno compimento del piano di ripartenza per il rilancio in sicurezza dell’ex Ilva e per avviare una transizione ecologica e sociale giusta che deve avvenire attraverso la decarbonizzazione». Così Loris Scarpa, responsabile nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, e Francesco Brigati, segretario generale Fiom-Cgil Taranto.
I due sindacalisti inoltre, chiedono al Governo che siano stanziate ulteriori risorse «per portare a compimento il piano di ripartenza e, quindi, tutti gli interventi di natura manutentiva per mettere in sicurezza i lavoratori e la città» per cui è necessario un coinvolgimento di tutte le istituzioni nazionali e locali e delle organizzazioni sindacali affinché si possa traguardare un processo complicato come la transizione ecologica, evitando di scaricare ancora una volta i problemi sui lavoratori e cittadini».
Palombella (Uilm): “La sicurezza prima di tutto”
«L’incidente di ieri nello stabilimento ex Ilva di Taranto ripropone in modo drammatico la questione della sicurezza sui luoghi di lavoro. Solo per un caso fortuito non ci sono stati lavoratori coinvolti ma l’entità dello scoppio e dell’incendio poteva avere gravissime conseguenze. In attesa di conoscere i risultati dei rilievi ambientali prontamente avviati dagli organi competenti, ritengo necessario che si eviti di far pagare le conseguenze dell’incidente ai lavoratori e alla comunità». A dichiararlo è Rocco Palombella, segretario generale Uilm, il quale si aspetta «l’immediata azione dei commissari per il ripristino degli impianti e garantire la totale sicurezza. Alla luce di quello che si è verificato chiediamo tempi certi e garanzie sul processo di vendita in corso, che dura ormai da diversi mesi, e sulla realizzazione dei forni elettrici per la decarbonizzazione».
Infine, Palombella ritiene fondamentale la convocazione di un incontro urgente con il ministro Urso e i commissari di Acciaierie d’Italia in as «per individuare immediatamente dei provvedimenti straordinari per salvaguardare tutti i lavoratori, le comunità interessate, l’ambiente e un’economia distrutta negli anni».
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