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CDP e l’innovazione condivisa: una Community per fare sistema


Cassa Depositi e Prestiti (CDP) è un’istituzione finanziaria a controllo pubblico che sostiene la crescita dell’economia italiana promuovendo lo sviluppo infrastrutturale e la competitività del Paese. Da anni CDP è anche protagonista attiva dell’innovazione, affiancando le imprese – dalle startup ai grandi gruppi industriali – con un’offerta di finanziamenti, strumenti di equity e servizi di advisory.

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Nel corso di una conversazione con i ricercatori dell’Osservatorio Startup Thinking degli Osservatori Digital Innovation, a cui CDP partecipa da qualche anno, Valeria De Flaviis (nella foto) e Adriano Amalfi (nella foto), rispettivamente Head of Innovation Lab & Digital Transformation e Head of Innovation Lab, hanno approfondito una delle iniziative più recenti e distintive per favorire l’ecosistema dell’innovazione: la creazione di una Community tra aziende partecipate dal gruppo CDP pensata per favorire uno scambio concreto di esperienze, strumenti e obiettivi. Un’iniziativa nata di recente che si sta consolidando come un modello operativo e potenzialmente replicabile.

“L’idea di partenza – racconta Amalfi – era tanto semplice quanto ambiziosa: unire le forze. Ma dietro questa semplicità si cela una visione sistemica, capace di mettere a fattor comune energie e prospettive diverse”. Di fatto, le società coinvolte nella community sono attive nell’ecosistema innovativo del Paese – da Fincantieri a Snam, da Poste a Terna – realtà differenti per mercato e struttura, ma accomunate dalla presenza di CDP nel proprio capitale. Proprio questa posizione di azionista “guida”, spiega Amalfi, permette a CDP di assumere un ruolo di regia, facilitando il dialogo e orientando l’attenzione verso temi di interesse condiviso. La Community non vuole sovrapporsi ad altri network già esistenti, ma “sfruttare la leva della partecipazione” per creare convergenze su priorità nazionali. Il funzionamento è fluido: a ogni incontro un’azienda diversa ospita e guida l’agenda, mentre CDP mantiene il coordinamento e garantisce continuità.

Il percorso della Community è iniziato affrontando temi di grande rilevanza con un approccio concreto, tra questi l’intelligenza artificiale, la gestione del procurement e i modelli di corporate venture building. Ogni incontro è strutturato in due fasi: un momento di ispirazione e apertura, con interventi anche di esterni o di impostazione della visione strategica, e un momento operativo in cui le aziende condividono progetti, strumenti o approcci già testati.

“È proprio dalla condivisione operativa che spesso nascono nuove collaborazioni, il valore si crea lì, tra peer che parlano lo stesso linguaggio”, spiega De Flaviis.

Tra i progetti più ambiziosi discussi nella Community, spicca l’idea di un modello di corporate venture building multi-stakeholder: non più confinato all’interno di una sola azienda, ma pensato come una costruzione condivisa, dove ciascun attore mette a disposizione asset, competenze e risorse per dare vita a una nuova realtà imprenditoriale con impatto sistemico.

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Un laboratorio di fiducia e convergenza

Il ruolo di CDP è duplice: da un lato coordinatore, dall’altro facilitatore. “Vogliamo creare uno strato condiviso – dice De Flaviis – un set di strumenti, metodi, metriche, che aiutino tutti a non ripartire da zero ogni volta”. Un esempio concreto è la misurazione dell’impatto dell’innovazione: un tema difficile, ma che affrontato in modo condiviso può portare a una metodologia robusta e replicabile.

Costruire fiducia è il primo passo. “È un percorso fatto anche di momenti informali che spesso sbloccano più idee di una riunione ufficiale”, raccontano. Il lavoro della Community è ancora in fase di consolidamento, ma la direzione è chiara: promuovere un nuovo modo di collaborare, dove la complementarità diventa forza e l’esperienza di ciascuno è al servizio degli altri.

Una leva anche per la cultura dell’innovazione

La Community non è solo una rete tra aziende: è anche uno strumento per diffondere cultura dell’innovazione all’interno di CDP. Dai laboratori peer-to-peer per sperimentare le AI generative agli articoli e programmi formativi mirati, fino alla riflessione aperta su come rendere più efficace la comunicazione interna. “Il problema non è generare idee – spiega Amalfi– ma farle conoscere, trasformarle in qualcosa di concreto e in utilità condivisa”. Dunque, l’obiettivo di CDP è alto, ma tangibile/realistico: costruire una comunità capace di generare impatto, non solo parole. “Lo si fa partendo dai bisogni, dai problemi reali, con un approccio pratico e collaborativo, perché se è vero che un’azienda può contribuire alla costruzione di una scuola, è solo lavorando insieme che si può costruire un sistema in grado di rendere quella nuova scuola davvero raggiungibile, servita, connessa, viva”, aggiunge Amalfi.

“Ogni incontro è un pezzo in più. Un mattoncino verso una Community matura, solida, che possa affrontare anche le sfide più complesse”, conclude De Flaviis. E forse, proprio da questa capacità di fare rete con metodo e visione, passa una delle scommesse più importanti per l’innovazione del Paese.



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