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l’innovazione su misura che connette persone, idee e tecnologie – StartUp Magazine


Marco Rinelli, CEO di GeckoWay, racconta il percorso di una software house italiana che punta all’eccellenza tecnologica globale con soluzioni su misura, Realtà Mista e una visione orientata al futuro.

Alessandra D’Amato: Marco, grazie di essere qui! ci racconti com’è nata GeckoWay e qual è stata l’ispirazione dietro la sua fondazione nel 2017?

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Marco Rinelli: GeckoWay è nata nel 2017 con una visione ben precisa: portare sul mercato tecnologie capaci di trasformare problemi in soluzioni innovative. L’ispirazione è arrivata dall’esperienza maturata in progetti di ricerca, che ci hanno permesso di sperimentare tecnologie d’avanguardia e di capire quanto fosse cruciale offrire alle aziende non solo strumenti, ma veri e propri percorsi di crescita innovativa.

Fin dall’inizio, abbiamo scelto di non limitarci a fornire software, ma di accompagnare i nostri clienti in tutte le fasi del progetto: dall’analisi iniziale dei bisogni alla realizzazione della soluzione, fino al supporto post-lancio. Il nostro approccio è quello di un partner tecnologico, non di un semplice fornitore. Questo ci consente di costruire relazioni solide e durature, basate sulla fiducia e sulla capacità di generare valore nel tempo. In questo modo, non solo costruiamo un know-how sempre più solido e mirato sul mercato di riferimento, ma siamo in grado di portare un valore significativo e tangibile all’interno dell’organizzazione del cliente.

Alessandra D’Amato: Quali sono stati i momenti chiave che hanno segnato l’evoluzione dell’azienda fino a oggi?

Marco Rinelli: Oltre alla fondazione di GeckoWay, che ha rappresentato il primo passo verso la costruzione di un’impresa votata all’innovazione, ci sono stati diversi momenti chiave che hanno segnato profondamente la nostra evoluzione. Uno dei primi momenti chiave è stata sicuramente la pandemia che ci ha aperto gli occhi sulla necessità di dover trovare nuove soluzioni in un contesto così complicato, da qui è nata la collaborazione con l’Università IUAV di Venezia per lo sviluppo del progetto Virtual Crab, dedicato alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano attraverso l’uso della Realtà Mista. Questo ci ha permesso di coniugare ricerca, tecnologia e cultura, aprendo nuovi scenari applicativi e rafforzando il nostro posizionamento nel settore delle tecnologie immersive.

Un altro momento fondamentale è stata la nostra partecipazione al CES di Las Vegas nel 2023, una delle più importanti fiere internazionali dedicate all’innovazione tecnologica. In quell’occasione, GeckoWay si è distinta come una delle startup italiane con maggiore visibilità mediatica, ricevendo grande attenzione sia dal pubblico che dagli operatori del settore. È stato un riconoscimento importante del nostro lavoro e un’occasione strategica per espandere la nostra rete a livello globale.

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Infine, siamo particolarmente orgogliosi della scelta da parte del governo cinese di includere GeckoWay all’interno del parco tecnologico di Yuyao – il Sino Italy Park – un polo di eccellenza nato per favorire la cooperazione tra innovatori italiani e cinesi. Questa opportunità ci consente non solo di rafforzare la nostra presenza internazionale, ma anche di esportare il nostro modello di innovazione su scala globale, mantenendo salde le nostre radici italiane.

Alessandra D’Amato: Parlate spesso di “innovazione su misura”: cosa significa per GeckoWay creare soluzioni tailor-made per i clienti?

Marco Rinelli: Per noi, “innovazione su misura” significa entrare nel merito delle esigenze specifiche di ogni cliente, affrontando i loro obiettivi e le loro sfide come se fossero i nostri. Non proponiamo soluzioni preconfezionate, ma costruiamo insieme al cliente il percorso più adatto, combinando competenza tecnica, visione strategica e capacità di ascolto.

Nel tempo abbiamo sviluppato strumenti interni, basati anche su intelligenza artificiale, che ci consentono di essere estremamente flessibili e rapidi nell’adattare ogni progetto alle necessità specifiche. Questo approccio ci permette non solo di personalizzare profondamente ogni soluzione, ma anche di ottimizzare i processi, rendendo possibile una vera e propria industrializzazione dello sviluppo su misura. Il risultato è un software costruito intorno al cliente, ma con l’efficienza e la solidità di un prodotto scalabile.

Alessandra D’Amato: Come avviene, nel concreto, il vostro processo di definizione e sviluppo di un progetto software?

Marco Rinelli: Il nostro processo parte sempre da un’attenta fase di ascolto e analisi. Spesso il cliente arriva con un’esigenza ancora poco definita, quindi il nostro primo compito è aiutarlo a fare chiarezza, identificando non solo ciò che chiede, ma soprattutto ciò di cui ha realmente bisogno. Questo significa scavare a fondo per individuare il problema nella sua essenza e costruire la soluzione attorno a quel nucleo centrale.

In questa fase, utilizziamo anche sviluppi prototipali che ci permettono di testare idee e ipotesi in modo rapido e concreto. Questi prototipi non sono solo strumenti di validazione, ma diventano spesso parte integrante della soluzione finale.

Un elemento distintivo del nostro approccio è il coinvolgimento attivo del cliente lungo tutto il processo di sviluppo. Riteniamo che costruire insieme sia il modo migliore per realizzare una soluzione davvero su misura. Questo metodo non solo accelera i tempi, ma crea anche un’empatia reciproca fondamentale per costruire un rapporto di fiducia solido e duraturo. È così che GeckoWay si propone come partner tecnologico strategico e non come semplice fornitore.

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Alessandra D’Amato: In un mondo tecnologico in continua evoluzione, come riuscite a mantenervi sempre all’avanguardia?

Marco Rinelli: La chiave è non smettere mai di sperimentare. In GeckoWay incentiviamo fortemente la cultura dell’innovazione interna: ascoltiamo le proposte del nostro team, promuoviamo la ricerca e lasciamo spazio alla creatività tecnologica. Molte delle nostre soluzioni nascono proprio da idee sviluppate in questo modo, attraverso un processo che parte dall’intuizione e arriva alla realizzazione concreta.

Un ruolo fondamentale lo gioca anche la nostra collaborazione con il mondo universitario. La ricerca pura, quella che si sviluppa nei laboratori accademici, rappresenta per noi una fonte inesauribile di ispirazione. È su quella base che costruiamo la nostra ricerca applicata, trasformando conoscenza teorica in soluzioni utili e concrete per il mercato.

Rimanere aggiornati non è un optional: è il primo passo per correre più velocemente degli altri, anticipando i trend e costruendo innovazione prima che diventi standard.

Alessandra D’Amato: GeckoWay oggi è attiva in diversi settori: web, mobile, SaaS, Mixed Reality. Qual è il progetto di cui vai più orgoglioso?

Marco Rinelli: Tra i tanti progetti a cui abbiamo lavorato, ce ne sono due che rappresentano in modo emblematico la nostra visione e il nostro approccio all’innovazione.

Il primo è VirtualCrab, una piattaforma nata per valorizzare il patrimonio artistico-culturale, con un obiettivo ambizioso: rendere l’Italia accessibile anche a chi, per vari motivi, non può visitarla di persona. Grazie alla Mixed Reality, vogliamo offrire esperienze immersive che non sostituiscano la realtà, ma che la arricchiscano, permettendo alle persone di vivere le bellezze del nostro patrimonio culturale insieme ad altri, nello spazio fisico che li circonda. Non si tratta solo di tecnologia, ma di emozione condivisa, di memoria e di connessione umana.

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Il secondo progetto è più orientato al mondo delle imprese e riguarda il settore dell’edilizia, in particolare l’ambito AEC (Architecture, Engineering and Construction). PlanyBuild è la prima soluzione al mondo pensata per permettere la visualizzazione integrata del passato, presente e futuro di un progetto di costruzione: dalla fase iniziale della commessa, fino alla gestione dell’immobile nel tempo. Anche in questo caso, l’uso combinato di Mixed Reality e Intelligenza Artificiale ci consente di rivoluzionare l’approccio gestionale, offrendo uno strumento strategico, intuitivo e altamente innovativo.

Alessandra D’Amato: VirtualCrab è un’idea affascinante. Come nasce e che tipo di impatto può avere sul mondo dell’arte e della cultura?

Marco Rinelli: VirtualCrab nasce in un momento molto particolare, durante la pandemia, ispirato da un’immagine che ha colpito il mondo intero: Papa Francesco, solo, in una Piazza San Pietro completamente vuota. In quell’istante ci siamo posti una domanda che ha dato il via al progetto: “E se i turisti non potessero mai più tornare in Italia? Perché allora non portare l’Italia da loro?”

Da qui è nata l’idea di utilizzare le tecnologie immersive per abbattere i limiti di spazio e tempo, rendendo il nostro patrimonio culturale accessibile ovunque. L’obiettivo è duplice: da un lato offrire esperienze potenziate anche a chi visita fisicamente i luoghi, dall’altro rendere possibile fruire delle meraviglie italiane — e non solo — a distanza, portando per esempio la storia del Colosseo in una scuola cinese o in un museo americano.

VirtualCrab permette anche di valorizzare ciò che oggi è nascosto o non fruibile: un reperto conservato nei depositi di un museo, una moneta dimenticata, un affresco fragile. Grazie alla Mixed Reality, ogni dettaglio può prendere vita, raccontare la propria storia e diventare parte di un’esperienza culturale coinvolgente, accessibile e condivisibile. È un modo nuovo di vivere l’arte, che unisce emozione, tecnologia e inclusività. Attualmente stiamo lavorando per costruire intorno a VirtualCrab un nuovo brand “Deorama”.

Alessandra D’Amato: PlanyBuild si rivolge al mondo delle costruzioni. Come cambia il lavoro delle imprese edili grazie a questa piattaforma?

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Marco Rinelli: PlanyBuild rappresenta una vera rivoluzione per il settore AEC. È una piattaforma pensata per trasformare il modo in cui si gestisce il lavoro, sia in ufficio che in cantiere, offrendo a professionisti, grandi imprese edili e general contractor uno strumento completo, intuitivo e ad altissimo valore tecnologico.

Grazie all’integrazione tra Intelligenza Artificiale e Realtà Mista, PlanyBuild consente una gestione estremamente accurata delle commesse, riducendo sprechi di tempo e denaro. Ma non solo: permette anche di visualizzare in tempo reale i progetti in 3D, sia da remoto che direttamente in cantiere, offrendo la possibilità di “camminare” all’interno del modello in totale sicurezza.

Questo significa anticipare problemi, prendere decisioni più consapevoli e migliorare il coordinamento tra tutti gli attori coinvolti. È un cambio di paradigma che avvicina l’edilizia tradizionale a un futuro sempre più digitale, efficiente e collaborativo.

Alessandra D’Amato: Mixed Reality e digital twins: quanto è importante oggi l’integrazione tra mondo reale e digitale nel business?

Marco Rinelli: L’integrazione tra mondo reale e digitale è sempre meno un’opzione e sempre più una necessità. Rappresenta la chiave per abilitare nuove forme di fruizione, più coinvolgenti, interattive e intelligenti, ma soprattutto è un abilitatore concreto di nuove opportunità di business.

In GeckoWay crediamo fortemente che questa convergenza sia il futuro: ci permette di costruire soluzioni che vanno oltre l’interfaccia tradizionale e che mettono l’utente al centro, migliorando processi, formazione, progettazione e anche il modo in cui si prendono decisioni.

Attraverso la replica digitale del reale — il digital twin — possiamo monitorare, simulare, prevedere. E grazie alla Mixed Reality, possiamo far vivere queste informazioni in modo immersivo, favorendo una comprensione immediata e condivisa. È così che si crea innovazione tangibile, utile e scalabile.

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Alessandra D’Amato: Avete ricevuto feedback molto positivi da realtà e clienti importanti. Qual è il vostro segreto per creare rapporti così solidi con i clienti?

Marco Rinelli: Il nostro “segreto”, se così possiamo chiamarlo, è molto semplice: dialogo costante e attenzione reale ai bisogni del cliente. Ascoltare davvero, comprendere a fondo le esigenze, anche quelle non esplicitate, e poi costruire soluzioni che abbiano un impatto concreto.

Non ci poniamo come semplici fornitori, ma come partner affidabili, su cui il cliente sa di poter contare ogni volta che vuole migliorare un processo, risolvere un problema o cogliere un’opportunità grazie alla tecnologia.

Un altro elemento che fa la differenza è l’esperienza trasversale che abbiamo maturato in settori molto diversi tra loro: dalla cultura all’industria, dalla PA al mondo edilizio. Questo ci consente di portare ai nostri clienti prospettive nuove, soluzioni inaspettate e contaminazioni virtuose che spesso generano innovazione proprio dove non la si aspettava.”

In un mondo in continua evoluzione, portare valore significa anche portare visione. Ed è quello che cerchiamo di fare, ogni giorno.

Alessandra D’Amato: GeckoWay ha aperto due sedi in Cina, nel prestigioso Sino-Italy Park. Come è nata questa opportunità e che prospettive offre? Che sfide e opportunità comporta per una software house italiana espandersi all’estero, soprattutto in un mercato competitivo come quello asiatico?

Marco Rinelli: L’opportunità di aprire due sedi in Cina, nel prestigioso Sino-Italy Park, è nata grazie a un nostro partner strategico, che ci ha permesso di entrare in contatto diretto con le istituzioni locali. Il governo cinese ha dimostrato fin da subito un forte interesse per le nostre soluzioni di Realtà Mista, riconoscendone il valore applicato in contesti complessi, dalla cultura all’industria.

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Da quel primo contatto è iniziato un percorso intenso, fatto di scambi, scoperte e una profonda curiosità reciproca. La Cina è un mondo che, per molti versi, può sembrare distante, ma che condivide con l’Italia una cultura millenaria e un rispetto profondo per la storia e l’innovazione. Questa comunanza di valori ha creato un terreno fertile per collaborazioni significative.

Espandersi in un mercato competitivo e strutturato come quello asiatico rappresenta una sfida importante, certo, ma anche un’enorme opportunità di crescita. È un contesto che ci costringe ad alzare ulteriormente il livello, ad adattare la nostra tecnologia e il nostro approccio a dinamiche nuove, mantenendo però intatta la nostra identità.

Stiamo imparando molto e, al tempo stesso, stiamo portando il nostro contributo: un ponte tra due culture, che può generare valore concreto su entrambi i fronti.

Alessandra D’Amato: Come immagini GeckoWay tra 5 anni? C’è un sogno o obiettivo che vuoi realizzare?

Marco Rinelli: Nel nostro settore, cinque anni rappresentano quasi un’era geologica: le tecnologie cambiano, i modelli evolvono e nascono nuove esigenze a ritmi vertiginosi. Ma proprio per questo motivo è fondamentale avere una visione chiara e ambiziosa.

Il nostro obiettivo è quello di essere presenti in modo stabile in diversi mercati internazionali. Già oggi, pur essendo una realtà di dimensioni contenute, ci comportiamo come una grande multinazionale: adottiamo processi scalabili, pensiamo in ottica globale e ci prepariamo ogni giorno a cogliere le opportunità che arrivano da ogni parte del mondo.

Il sogno? Continuare a innovare, certo, ma farlo creando valore concreto per le persone e per le imprese. Essere riconosciuti non solo per la qualità delle nostre soluzioni tecnologiche, ma per la nostra capacità di generare impatto positivo, di costruire connessioni tra culture e di rendere la tecnologia un ponte — e non una barriera — tra le idee e il futuro, proprio come una startup factory.

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Alessandra D’Amato: Ci puoi anticipare qualche progetto futuro in cantiere? Magari qualcosa di visionario in arrivo in futuro?

Marco Rinelli: Attualmente ci sono varie opportunità sul quale stiamo lavorando che vertono sui principali trend di mercato, tra cui l’utilizzo di visori e IA. Ma la prossima idea non la decideremo tanto noi quanto la visione innovativa su specifiche esigenze del mercato.

Alessandra D’Amato: Un consiglio che daresti a chi oggi vuole fondare una startup tecnologica?

Marco Rinelli: Il mio consiglio è di lasciarsi guidare dal mercato. Spesso vedo giovani imprenditori lanciarsi con idee brillanti, ma senza un riscontro reale da parte in termini di clienti o partner: questo è uno degli errori più comuni. Il successo di una startup non si misura solo nella qualità dell’idea, ma nella sua capacità di generare valore concreto. Inoltre, bisogna essere consapevoli che il maggiore investimento non risiede tanto nella tecnologia, quanto nella costruzione di una solida struttura aziendale: dall’amministrazione alla parte commerciale. Avere già delle opportunità di business prima di partire può essere la chiave per validare l’idea sul campo. Infine, il capitale è importante, certo, ma lo è ancora di più la capacità di saperlo impiegare nel modo giusto.

Alessandra D’Amato: E infine… GeckoWay invita a “prendersi un caffè”: cosa succede quando qualcuno accetta quell’invito?

Marco Rinelli: Tutto inizia con una domanda semplice: “Piacere, come possiamo esserti d’aiuto?” È un invito autentico, che riflette il nostro approccio basato su semplicità e trasparenza. Da lì cominciamo a costruire un legame, ascoltando con attenzione e cercando soluzioni su misura. Non si tratta solo di presentare un prodotto o un servizio, ma di avviare una relazione umana e professionale che possa davvero portare valore. Quel caffè è spesso il primo passo verso una collaborazione concreta e duratura.

Marco Rinelli

CEO di GeckoWay



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