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IMPRESE/ Accessibilità evolutiva, così la tecnologia ridefinisce gli spazi inclusivi


Il concetto di accessibilità sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel campo dell’edilizia e dell’urbanistica, nell’ottica di una progettazione di ambienti inclusivi sia in spazi pubblici che privati. Difatti, non si tratta più soltanto di un insieme di norme da rispettare, ma di un autentico principio guida per lo sviluppo di ambienti inclusivi pensati per accogliere ogni individuo, a prescindere dal proprio status e dalle proprie capacità fisiche o cognitive.

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Con il termine accessibilità si fa riferimento alla possibilità per tutte le persone di accedere ad un ambiente, servizio o prodotto in modo autonomo, sicuro e dignitoso, e ciò non riguarda solo le persone con disabilità motorie, ma anche anziani, persone con difficoltà temporanee o con esigenze specifiche. In un mondo che invecchia rapidamente e in cui ogni giorno cresce la consapevolezza dell’importanza dell’inclusione, progettare in modo accessibile è diventato una necessità.



La sensibilità verso queste tematiche è stata favorita sia da normative più stringenti a livello nazionale ed europeo, sia da una crescente pressione sociale che nasce dalla necessità di garantire pari opportunità e qualità della vita per tutti. In molti ambiti della progettazione la cultura dell’accessibilità non è più vista come un vincolo burocratico, bensì come una leva per migliorare il benessere collettivo.

Tra i luoghi dove l’accessibilità presenta più criticità vi sono i servizi igienici pubblici e privati, spazi fondamentali in cui l’accessibilità deve essere garantita per assicurare autonomia e comfort a tutte le persone, indipendentemente dalle loro condizioni fisiche o sensoriali. Gli interventi più diffusi in materia si concentrano, ancora oggi, su un mero adeguamento tecnico minimo che comprende l’installazione di corrimano, sanitari a misura, porte più ampie e spazi di manovra più ampi per le carrozzine, tutti interventi che, sebbene importanti, risultano spesso insufficienti a rispondere alla complessità delle esigenze delle persone con disabilità o ridotta mobilità.

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Tali servizi rimangono, infatti, poco funzionali o addirittura pericolosi per queste categorie di utenti, mancano sistemi tecnologici integrati, supporti intelligenti per l’assistenza, soluzioni ergonomiche dinamiche e, soprattutto, un design che sappia coniugare funzionalità, sicurezza e comfort.

È in tale scenario che va menzionata la EdilMea, azienda materana specializzata nella vendita di prodotti e progettazione di soluzioni per arredare i diversi ambienti della casa, che si è posta come obiettivo quello di ridefinire il concetto stesso di accessibilità sviluppando un servizio igienico ad elevata accessibilità frutto di una progettazione avanzata che combina tecnologie digitali, soluzioni architettoniche inclusive e materiali intelligenti per offrire un’esperienza d’uso senza barriere e che rappresenta un significativo upgrade rispetto alle soluzioni attualmente presenti sul mercato.

Il sistema è costituito da una rete di tag NaviLens, una tecnologia innovativa pensata per migliorare l’accessibilità delle persone con disabilità visiva, facilitando il loro orientamento e la fruizione di spazi pubblici e privati, che si basa sull’uso appunto di tag che, anche se simili ai tradizionali QR code, offrono prestazioni superiori.

Questi tag possono infatti essere letti da una normale fotocamera di smartphone anche da distanze notevoli (fino a circa 15-20 metri) senza che sia necessario centrare o mettere a fuoco il codice con precisione, funzionano efficacemente anche in condizioni di scarsa illuminazione o con la fotocamera in movimento e permettono di fornire all’utente informazioni audio dettagliate, come la descrizione di un luogo, indicazioni per raggiungere una destinazione o istruzioni su come interagire con l’ambiente circostante.

I NaviLens sono associati agli accessi e agli elementi di arredo, che sono appunto rilevabili tramite applicativo specifico per smartphone, e sono stati progettati ed implementati avvalendosi di opportuna interfaccia web che dettaglia il contesto funzionalmente con l’ausilio del voiceover.

Il sistema NaviLens sposa l’applicativo QRCORAL diventando così funzionale per dare informazioni in tempo reale su un disservizio, una funzione aggiuntiva o semplicemente come interruttore smart (on/off).

Inoltre, la progettualità avviene mediante l’utilizzo di un CAD specifico per modellare al meglio a livello planimetrico la disposizione degli stessi (sull’elemento di arredo o a parete) e per combinare il relativo utilizzo con percorsi di pavimentazione LogesVET (un sistema avanzato di percorsi tattili progettato per migliorare l’autonomia e la sicurezza delle persone con disabilità visiva). In questo modo, l’ambiente si adatta progressivamente alle reali esigenze degli utenti, offrendo una forma di accessibilità evolutiva e personalizzata.

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Al fine di valutare l’importanza della tematica e di questi strumenti è stata condotta un’indagine, tramite uno strumento di sondaggio digitale, su un panel di 15 referenti aziendali. L’analisi delle risposte mostra che, dei 15 intervistati, il 60% ritiene fondamentale il tema dell’accessibilità nella propria azienda, e il 100% ritiene che debba essere considerata un diritto universale nella progettazione degli spazi aziendali.

Tuttavia, è interessante scoprire come solamente il 26,7% degli intervistati ritiene gli attuali servizi igienici della propria azienda adeguatamente accessibili a persone con disabilità o esigenze specifiche. Più della metà del panel (66,7%) ha dichiarato di conoscere i NaviLens mentre la totalità del panel si è dichiarato favorevole all’adozione di tecnologie digitali all’interno della propria impresa al fine di migliorare l’accessibilità nei servizi igienici.

Il progetto della EdilMea persegue obiettivi di sostenibilità e inclusione sociale, in quanto mira a promuovere un modello di bagno (domestico o per contesti B2B) fruibile da tutti, con una visione che va ben oltre il mero rispetto delle normative in quanto si tratta di una filosofia progettuale che mette la persona al centro, riconoscendo la diversità come una risorsa e non come un limite, con ciò dimostrando che anche uno spazio tradizionalmente trascurato come il bagno può diventare terreno fertile per la sperimentazione e la qualità della vita.

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