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Prato, le aziende tessili cambiano approccio: ora l’86% è disponibile ad aggregarsi


Le aziende tessili di Prato sono rimaste finora diffidenti sia verso le aggregazioni, sia verso le reti d’impresa, sia verso le le operazioni di M&A, che tanto impatto hanno avuto in distretti vicini come quello della pelletteria di Scandicci o quello della concia di Santa Croce sull’Arno. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare, visto che – secondo una ricerca promossa dall’associazione PratoFutura guidata da Marco Ranaldo e presentata pochi giorni fa – sta cambiando la mentalità degli imprenditori.

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Il 30% valuterebbe l’ingresso di un investitore

Se l’80% di coloro che ha risposto all’indagine (più di 300 questionari compilati online tra dicembre 2024 e marzo 2025) non ha mai avuto esperienze di aggregazione – considerate una delle soluzioni possibili per ridurre la vulnerabilità e aumentare la competitività – l’86% risponde di essere ora disposto a valutare forme di aggregazione parziale, e il 70% si dice aperto anche ad aggregazioni totali. Il 30% valuterebbe inoltre l’ingresso di un investitore, soprattutto industriale (50%), e in minor misura finanziario (15%). Le piccole aziende sono più restìe a muoversi verso forme di collaborazione o crescita per integrazione a causa della mancanza di competenze, riferimenti, fiducia. “Le aggregazioni sono uno dei modi più semplici – ha spiegato il presidente Ranaldo – ma ci possono essere tanti altri esempi come le fusioni, le reti d’impresa, le acquisizioni. Prato ha capito che vanno aumentate le dimensioni delle aziende. C’è bisogno di una visione di distretto unica e non frammentata”.

Poche acquisizioni e ancora meno aggregazioni

Negli ultimi anni le operazioni di aggregazione si contano sulle dita di una mano: quella tra Carbonizzo Cocci srl e F.lli Bianchi srl, che hanno acquisito anche un terzo carbonizzo, Carbosilta srl, dando vita nell’aprile 2023 alla nuova società CarboPrato, specializzata nella carbonizzazione in pezza, passaggio fondamentale del tessile laniero per eliminare le impurità presenti nei semilavorati; o la nascita del Gruppo Bisentino che ha messo insieme Lanificio Bisentino, Filatura di Spicciano e Manifattura Big. Sul fronte acquisizioni: Lanificio dell’Olivo (filati) acquisito dal fondo Ethica Global Investments ; Beste (tessuti e filati) entrata nel polo dei terzisti Holding Moda; Lanificio Pontetorto (tessuti tecnici) acquisito dal gruppo giapponese Daidoh Limited Clothing; Filati Biagioli Modesto acquisita da Prada e Zegna.

Più della metà delle imprese non vede prospettive di crescita

“Il 53% degli imprenditori non vede prospettive di crescita nel contesto attuale”, afferma la ricerca di PratoFutura indicando che “solo l’8% è ottimista sullo sviluppo”. Addirittura il 30% – dunque quasi un imprenditore su tre – si attende un declino della propria impresa nei prossimi cinque anni. Il fatto di essere inserito in un distretto, considerato ancora una risorsa dalla maggior parte delle imprese, non basta più. Ora – conclude la ricerca – si deve cambiare: “Serve un progetto di distretto, strumenti per favorire aggregazioni, e politiche per governare il cambiamento invece di subirlo. La sfida è modificare il modo di lavorare, non cambiare lavoro”.





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