Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Torna a salire l’export di vino italiano in Cina dopo anni di declino



Salvatore Ferragamo, direttore della tenuta Il Borro


Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Le importazioni di vino da Cina sono riprese con vigore dopo anni di declino: i dati dell’Amministrazione generale delle dogane mostrano che nel 2024 il valore delle importazioni sono aumentate di oltre il 37% su base annua e, in particolare, le importazioni di vino dall’Italia si sono classificate al quarto posto, con un valore di 97 milioni di euro, pari al 6% della quota di mercato.

Nel primo trimestre di quest’anno il trend è continuato, con le importazioni di vino italiano che hanno superato 24 milioni di euro, con un aumento del 2,1% su base annua. Questi dati hanno fatto da sfondom e galvanizzato la terza edizione della manifestazione Wine to Asia Shenzhen International Wine and Spirits Fair che si è concluso ieri nella capitale tecnologiva del Guangdong. La delegazione italiana, organizzata dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice), ha riunito 50 aziende vinicole provenienti da tutta Italia, rendendo l’Italia il Paese con il maggior numero di imprese partecipanti a questa fiera.

«In passato quasi l’80% degli espositori erano importatori, ma questa volta produttori e importatori rappresentano rispettivamente il 70% e il 30%», ha fatto sapere Simone Incontro, direttore generale di Veronafiere Greater China, l’organizzatore della manifestazione, che ha attirato 500 espositori da 30 paesi. 

La famiglia italiana Ferragamo, famosa per il suo marchio di moda di lusso, ha partecipato con una varietà di vini delle cantine toscane Il Borro e Pinino.

«La produzione totale combinata è di circa 400.000 bottiglie. La serie il Borro ha una storia di vendite di oltre 10 anni in Cina, con un volume di vendite annuali fino a 15.000 bottiglie”, ha dichiarato Dario Mulino, Asia Brand Ambassador di Ferragamo Wines.

Microcredito

per le aziende

 

«Nonostante la concorrenza di altri Paesi, come la Francia, crediamo che il potenziale di mercato dei vini italiani in Cina sia ancora enorme. Con il cambiamento delle abitudini di consumo delle giovani generazioni, i vini stanno gradualmente diventando più popolari tra loro e, con l’apertura di sempre più ristoranti italiani in Cina, le vendite di vini italiani aumenteranno ulteriormente», ha dichiarato Mulino.

Cantalici, un’altra azienda vinicola della Toscana, produttrice soprattutto di Chiant, ha partecipato alla mostra per la prima volta quest’anno, portando 8 tipi di vini, tre dei quali appositamente personalizzati per i consumatori cinesi. “Abbiamo 60 ettari di vigneti, che sono la materia prima per la nostra produzione di vino. Attualmente vendiamo solo un tipo di vino in Cina, con un volume di vendita annuale di circa 5.000 bottiglie. Il mercato cinese del vino ha un grande potenziale e speriamo di aumentare ulteriormente le vendite grazie a questa fiera», ha dichiarato Carlo Cantalici, ilproprietario della Cantina.

«È ovvio che l’Italia attribuisce la massima importanza a partner strategici come la Cina. Abbiamo grande fiducia nelle aziende italiane e attendiamo con ansia il loro ulteriore sviluppo in Cina. L’attuale quota di mercato dell’Italia in Cina è abbastanza positiva, pari al 6%, ma crescerà sicuramente nei prossimi anni”, ha dichiarato Francesco Pensabene, commissario commerciale dell’Ufficio Ice di Pechino. (riproduzione riservata)



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Contabilità

Buste paga

 

Prestito personale

Delibera veloce