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i dati della ricerca Unibo al Focus 2025


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I primi bilanci di sostenibilità delle grandi aziende italiane si rivelano più lunghi, complessi e orientati alla gestione dei rischi. Ma per le Pmi italiane la sostenibilità è ancora una sfida aperta, con investimenti insufficienti e una preparazione limitata agli standard europei in arrivo. A rivelarlo è un’anticipazione della ricerca dell’Università di Bologna che sarà presentata giovedì 15 maggio 2025 a Bologna, nel corso della XIII edizione del Focus Pmi promosso da LS Lexjus Sinacta.

Investimenti delle PMI in Emilia-Romagna: i dati in un grafico


Secondo i dati diffusi al Focus PMI 2025 di LS Lexjus Sinacta, le piccole e medie imprese dell’Emilia-Romagna sono ancora in ritardo nella lotta al cambiamento climatico. Ecco la distribuzione percentuale degli investimenti in sostenibilità:


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I dati mostrano che solo il 15,7% delle PMI ha investito contro i rischi fisici acuti, appena il 6% contro quelli cronici e il 20% ha avviato una transizione energetica. La necessità di un cambio di passo è evidente, soprattutto in vista degli obblighi europei previsti dalla nuova normativa Csrd.


L’evento, che si terrà a Palazzo de’ Toschi (piazza Minghetti) dalle 9 alle 13.30, avrà come titolo “La forza delle Pmi italiane – La sostenibilità delle filiere come fattore di crescita e innovazione”. Alla tavola rotonda interverranno rappresentanti di imprese e istituzioni, tra cui Gianpiero Calzolari, numero uno di Granarolo, Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna, Fabio Raimondi, ad di Banca di Bologna e Filippo Forni di Confindustria Emilia.


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Bilanci di sostenibilità: report più lunghi e meno ottimisti

Secondo la ricerca, curata dai professori Marco Maria Mattei e Andrea Caccialanza dell’Università di Bologna, la nuova rendicontazione europea di sostenibilità (Esrs) ha già avuto effetti tangibili. Le prime analisi sui bilanci 2024 delle aziende soggette alla Corporate sustainability reporting directive mostrano un aumento medio del 68% nelle parole e del 47% nelle pagine, oltre a una significativa complessità sintattica e un tono più pessimista.

In Italia, le aziende più attente alla governance sono Amplifon, Edison, Eni, Ferrari, Prysmian e Unicredit, che hanno già pubblicato report secondo i nuovi standard. A dominare nei contenuti sono i temi legati alla trasparenza, integrità organizzativa, anticorruzione e diritti umani.

Pmi italiane in ritardo sugli investimenti climatici

Nel frattempo, le Pmi italiane arrancano nella transizione verde. Dall’analisi dei dati del progetto Grins, emerge che solo una Pmi su sei in Emilia-Romagna ha investito nella mitigazione del rischio climatico acuto, come frane o alluvioni.

La percentuale scende a una su dieci nel Lazio, nonostante i segnali sempre più frequenti del cambiamento climatico.

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I dati evidenziano che in  Veneto, quasi un’impresa su cinque ha investito in protezione dagli eventi estremi mentre in Emilia-Romagna, solo il 7,3% ha affrontato i rischi cronici come siccità e stress termico. In Piemonte, i numeri crescono leggermente per le transizioni energetiche, ma restano bassi per altri rischi, mentre il Lazio chiude la classifica con una bassa incidenza di investimenti, malgrado le criticità ambientali.

“Pacchetto Omnibus” e rinvio degli obblighi di sostenibilità

La proposta europea nota come “Pacchetto Omnibus” ha concesso più tempo alle Pmi per adattarsi ai nuovi obblighi. Il rinvio è stato accolto positivamente dagli esperti, che lo considerano un’occasione per affrontare la transizione con consapevolezza strategica, evitando approcci improvvisati.

Secondo Fausto Maroncelli, presidente di LS Lexjus Sinacta, le PMI devono cogliere questa finestra per “superare la logica dell’adempimento e trasformare la sostenibilità in leva per innovazione e competitività”.

I tre punti chiave per le Pmi

La ricerca Unibo evidenzia tre fattori decisivi per le piccole e medie imprese che vogliono investire in sostenibilità l’orientamento della proprietà verso la sostenibilità, il posizionamento competitivo nelle filiere produttive, il gap informativo tra ciò che serve per rendicontare e ciò che è effettivamente misurato.

Un recente sondaggio mostra che tra il 2021 e il 2023 solo dal 6% al 19,6% delle Pmi italiane ha fatto investimenti green, a fronte di percentuali tra il 20% e il 40% per le grandi imprese.

Un divario che, secondo i ricercatori, rischia di escludere le Pmi dalle supply chain sostenibili se non colmato rapidamente.

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Durante il Focus Pmi 2025, i dati saranno discussi da numerosi esperti del mondo imprenditoriale e istituzionale, con il coordinamento della giornalista Monica D’Ascenzo de Il Sole 24 Ore. L’evento si svolge nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della Camera di Commercio di Bologna.

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