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Imprese: in calo aperture e chiusure in provincia di Ferrara


Aperture (544 unità) e chiusure (767 unità) in contrazione, con un bilancio nei primi 3 mesi di quest’anno, quello dell’anagrafe delle imprese ferraresi, di poco negativo con un saldo che si attesta -223 unità, pari ad un tasso del -0,70%, a fronte del -0,15% dell’Emilia Romagna e del -0,05% dell’Italia. Bene i Servizi, soffrono Manifattura, Commercio e Agricoltura. Crescono le imprese più tecnologiche e si irrobustiscono le start-up innovative. A fine marzo 2025, lo stock complessivo delle imprese registrate in provincia di Ferrara si attesta sulle 31.781 unità. Queste alcune delle evidenze che emergono dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel primo trimestre, elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara Ravenna sulla base del Registro delle imprese.

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“Il costante aggiornamento e le analisi sulle condizioni dell’economia ferrarese è cruciale per contribuire a disegnare e suggerire le misure più appropriate di policy, che indirizzino verso una maggiore crescita economica. Occorre agevolare chi investe, le imprese non si tirano indietro ma hanno bisogno di orizzonti di medio periodo”. Così Paolo Govoni, vice presidente della Camera di commercio, che ha aggiunto: “Il lavoro resta la vera priorità, per questo l’impegno degli imprenditori a rendere più forti le loro aziende, a investire, a cercare nuovi mercati, a innovare, a migliorare l’impatto con l’ambiente esterno, è altamente prezioso. A creare il lavoro sono anzitutto le imprese e compito di chi riveste funzioni pubbliche è rendere più agevole la loro positiva attività e più favorevoli le ricadute sociali dei risultati economici. “Infrastrutture, materiali e immateriali, conoscenza e formazione, come pure le connessioni – indispensabili nell’economia digitale – sono cruciali per sostenere la competitività e consentire anche alle piccole imprese, pilastro della nostra economia e delle nostra tradizione, di sviluppare metodi produttivi innovativi e accedere a nuovi mercati”.

Tornando all’indagine della Camera di commercio, si registra la crescita delle società di capitali ( (+0,3%), segnalandosi come l’unica forma giuridica d’impresa a chiudere il trimestre con un saldo positivo (+21 unità). Continuano invece a contrarsi le imprese individuali (-203), le società di persone (-41), mentre le altre forme (sostanzialmente cooperative) registrano un saldo nullo.

A livello settoriale, il dato più positivo arriva dai servizi professionali, scientifici e tecnici, che segnano un saldo di +12 imprese (+1,13% in termini relativi rispetto alla fine di dicembre), consolidando una tendenza di fondo che premia le attività ad alto contenuto intellettuale e consulenziale. Continua invece la flessione di comparti tradizionali come il commercio (72 imprese in meno, per una variazione dello stock di -1,19%), l’agricoltura (-150 imprese, -2,17%) e la manifattura (-14 imprese, -0,61%).

Gli indicatori per il settore artigiano registrano una contrazione più contenuta rispetto a quanto rilevato dal totale delle imprese, con 214 iscrizioni e 258 cessazioni, in termini relativi la riduzione vale -0,53%. L’andamento di questo particolare settore economico è fortemente determinato da quello delle imprese individuali, la forma giuridica più diffusa tra gli artigiani (il 77% del totale, oltre i tre quarti). Tra le 8.201 imprese artigiane (che rappresentano il 25,8% sul totale delle registrate), i settori che cercano di contenere la contrazione con variazioni positive sono rappresentati dai Servizi di informazione e comunicazione e la voce Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese, mentre quelli che contribuiscono alla riduzione sono principalmente le Costruzioni e le Altre attività di servizi.

L’analisi per tipologia registra un tasso di crescita positivo sia per le imprese giovanili (+3,4%, corrispondente ad un saldo netto tra iscrizioni e cessazioni volontarie più che positivo e pari a +82 unità per le imprese capitanate da “under 35”) in linea con il risultato ottenuto un anno fa (nel primo trimestre del 2024 la crescita era stata pari a +3,1%) e per le imprese straniere (+1,5% e saldo pari a +56 unità); in calo invece le imprese femminili con 59 attività in meno e tasso trimestrale negativo pari a -0,8%, analogamente a quanto conseguito nello stesso periodo del 2024.

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