Istat, Le imprese italiane sottoposte a rischi e costi: così, investire a Dubai diventa la soluzione per il business

L’Istat conferma: nel 2025 le imprese italiane sono sempre più esposte a rischi finanziari, ritardi nei pagamenti e aumento dei costi di gestione. In un contesto economico dominato da instabilità macroeconomica e liquidità compromessa, molte aziende cercano alternative per proteggere il proprio fatturato e continuare a crescere. Tra le soluzioni più efficaci? Sempre più imprenditori scelgono di aprire una società a Dubai per fare impresa in un contesto più solido, dinamico e fiscalmente vantaggioso.

Le difficoltà strutturali delle imprese italiane

Secondo i dati Istat aggiornati a gennaio 2025, il sistema produttivo italiano sta attraversando una fase delicata:

• inflazione al 1,1%;
• tassi d’interesse al 3,15%;
• un aumento del 12% medio annuo delle istanze di fallimento aziendale.

Le PMI, più vulnerabili delle grandi aziende, sono penalizzate da ritardi nei pagamenti che superano i 65 giorni medi e che, in settori chiave come l’edilizia o la ristorazione, raggiungono anche i 75 giorni.

Questo squilibrio mette a dura prova liquidità, investimenti e margini di profitto.

Rischi concreti e costi nascosti: l’impatto dei mancati pagamenti

Ogni giorno di ritardo costa caro.

Un insoluto da 10.000 euro con un ritardo di 180 giorni può generare oltre 1.000 euro di costi indiretti.

Tra oneri finanziari, costi di tesoreria e perdita di valore legata all’inflazione, le PMI italiane si trovano a dover coprire queste perdite con fatturati aggiuntivi anche di 100.000 euro, compromettendo la loro sostenibilità.

A tutto questo si aggiungono spese legali per il recupero crediti e il rallentamento di ogni strategia di sviluppo.

Un ecosistema che non incentiva la crescita.

Italia fanalino di coda in Europa per puntualità

Nel confronto europeo, l’Italia si posiziona tra i peggiori paesi per affidabilità nei pagamenti.

Peggio di noi solo Grecia, Romania e Serbia.

Questo dato riflette un tessuto imprenditoriale frammentato, una scarsa cultura del rischio e una complessità burocratica che rallenta ogni iniziativa.

Mentre nel Nord Europa si adottano strumenti digitali avanzati per la gestione del credito, in Italia le imprese restano scoperte e vulnerabili.

In questo contesto, fare impresa a Dubai rappresenta una soluzione sempre più valutata.

Dubai: ecosistema ideale per proteggere e far crescere il business

A differenza dell’Italia, Dubai offre alle imprese un ambiente fiscalmente vantaggioso, regolamentato e proiettato verso l’innovazione.

Aprire una società a Dubai significa operare in una giurisdizione senza imposte dirette sul reddito, con zero burocrazia, accesso facilitato ai capitali, infrastrutture digitali all’avanguardia e pagamenti puntuali.

Inoltre, Dubai rappresenta un hub internazionale strategico, al crocevia tra Asia, Europa e Africa, perfetto per chi desidera internazionalizzare la propria attività.

Come proteggersi: strumenti e strategie concrete

Per chi vuole un cambio di paradigma, delocalizzare a Dubai diventa una scelta di lungo termine per consolidare, espandere e proteggere il proprio business da un sistema ormai insostenibile.

Aprire una società a Dubai oggi non è solo una possibilità, è una scelta strategica.

Il futuro del business passa per scelte coraggiose

In un’Italia in cui fallimenti, insolvenze e ritardi diventano cronici, è il momento di guardare oltre.

Dubai, con il suo ambiente business-friendly, si propone come una delle migliori destinazioni al mondo per investire, produrre e crescere.

Che si tratti di espandere un’attività, diversificare il rischio o semplicemente proteggere i propri asset, oggi più che mai vale la pena chiedersi: conviene ancora fare impresa in Italia, o è tempo di guardare a Dubai?