“La situazione non è brillante. Il nostro settore, nel 2024, ha perso quasi 1 miliardo e 200 milioni di fatturato, scendendo a 12 miliardi con una perdita dell’89%. Abbiamo dei dati che sono preoccupanti e che riguardano la produzione industriale al -23% e il numero delle ore di cassa integrazione autorizzate”. A sintetizzare la situazione dell’industria della moda, e in particolar modo della pelletteria, è la presidente nazionale Assopellettieri Claudia Sequi durante gli Stati Generali della Pelletteria Italiana che si sono tenuti stamani a Palazzo Vecchio. Un appuntamento che ha messo a confronto i protagonisti della filiera, esperti e istituzioni, sui temi chiave inerenti il futuro della pelletteria italiana. L’evento si è aperto con una riflessione sui complessi scenari geopolitici internazionali e sui profondi cambiamenti macroeconomici. Si è poi discusso delle possibili evoluzioni del settore e di come stanno reagendo i principali attori della filiera brand lifestyle globali, marchi di pelletteria e produttori.
“Il settore vive un momento congiunturale molto complesso, una situazione geopolitica incredibile che si è aggravata e si aggrava tutti i giorni. Siamo partiti dal Covid, poi la guerra alle porte dell’Europa tra Russia e Ucraina e adesso anche le tensioni tra India e Pakistan. E a tutto questo si sono aggiunti anche gli eventi macroeconomici che hanno impattato sul settore moda”. Sequi fa riferimento “all’aumento dei prezzi, all’aumento della materia prima, dei costi energetici, dei tassi di interesse e quindi a tutti gli eventi che hanno impattato molto sul nostro settore”.
“In Toscana 190 aziende in meno, persi duemila addetti”
Nonostante la sua forza e la storicità il settore moda toscano, e in particolare quello della pelletteria, sta soffrendo. “Il distretto toscano della pelletteria è molto forte, considerando che il 50% delle aziende si trovano in questa regione così come il 53% degli addetti, e proprio la Toscana sta soffrendo tantissimo in questo momento” afferma Sequi. “Abbiamo una diminuzione delle aziende toscane, si parla di circa 190 aziende in meno con una perdita di circa 2000 addetti, quindi sono numeri veramente importanti per quanto riguarda la nostra regione”.
Sulla fotografia toscana si è espresso anche il presidente della Regione Eugenio Giani.“Come Regione stiamo lavorando su cinque direttrici, ovvero quella dei finanziamenti europei da portare con bandi, abbiamo attivato 93 milioni di bandi per innovazione e sviluppo e per le condizioni logistiche delle imprese – afferma Giani – In secondo luogo stiamo lavorando sulla formazione, perché abbiamo bisogno di personale formato, di operai specializzati che diano qualità al settore, abbiamo bisogno di finanza perché nella situazione in cui ci si trova c’è bisogno di supporto finanziario alle attività delle piccole e medie imprese. C’è bisogno di avere, da livello nazionale, delle agevolazioni sotto questo aspetto anche per i processi di cassa integrazione e poi c’è la necessità di un orizzonte strategico fatto di servizi alle imprese. Su questi temi noi, come istituzione pubblica, siamo davvero a supporto del mondo della pelletteria”.
Vicini: “Aprirsi alle sfide del futuro”
“Abbiamo una sfida davanti quella di tutelare ciò che è stato fatto fino adesso ma anche aprirsi alle sfide future: alla sostenibilità, alla transizione digitale e all’internazionalizzazione – afferma Jacopo Vicini, assessore allo sviluppo economico del comune di Firenze – Come amministrazione vogliamo essere al fianco di questo settore e crediamo che oggi possa essere un momento utile per delineare le strategie del futuro”.
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