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Le 20 migliori aziende in Italia secondo le lavoratrici e perché


La classifica e analisi di Great Place to Work Italia dal parere di 40mila donne conferma che valorizzare il femminile rende più competitivi

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Presentata l’edizione 2025 del ranking Best Workplaces for Women, la classifica delle 20 migliori aziende per cui lavorare in Italia secondo le opinioni delle lavoratrici (immagine sopra), stilata da Great Place to Work Italia ascoltando i pareri e le opinioni espresse da quasi 40mila donne (37.567) appartenenti ad aziende suddivise sulla base del numero di dipendenti. Tra gli indicatori principali presi in considerazione il Trust Index, l’indice che misura la fiducia e il grado di engagement dei collaboratori e delle collaboratrici nei confronti dell’organizzazione.

Quali sono, dunque, le 20 migliori aziende per cui lavorare in Italia secondo le donne? Al primo posto troviamo TP, realtà attiva nel settore telecomunicazioni e leader mondiale nell’offerta dei servizi di supporto alla clientela, che precede S.C. Johnson e Biogen, attiva nel settore delle biotecnologie. Sulla base del numero di collaboratori, sono 4 (20%) le realtà virtuose presenti in classifica che hanno più di 1.000 dipendenti, poi ce ne sono 3 (15%) con un numero di collaboratori compreso tra 500 e 999, altre 5 realtà (25%) del ranking hanno tra 150 e 499 dipendenti e infine in classifica si piazzano ben 8 organizzazioni (40%) con un numero di collaboratori compreso tra 50 e 149. Questo dato è particolarmente rilevante perché evidenzia come le buone politiche a favore della parità ed equità di genere stiano progressivamente permeando la cultura aziendale anche delle realtà organizzative più piccole, le quali tradizionalmente faticavano di più a competere con le multinazionali. Tra i settori maggiormente rappresentati in classifica spiccano biotecnologie e prodotti farmaceutici (30%), servizi finanziari – assicurazioni e servizi professionali (15%), healthcare – assistenza sanitaria e manifattura – produzione (10%).

Fiducia e coinvolgimento alla base della retention, che è un vantaggio competitivo

Un primo risultato da segnare, sul fronte più analitico, è che il livello di fiducia e coinvolgimento tra le donne impiegate in uno dei 20 “best workplaces” è dell’85%, con una differenza del +8% (77%) nel confronto con il dato fatto registrare tra le aziende certificate Great Place to Work ma non presenti in classifica e addirittura del +34% (51%) rispetto alle organizzazioni non certificate. Quando ci sono elevati livelli di fiducia nei confronti del proprio luogo di lavoro, la volontà di continuare a proseguire la propria esperienza professionale è maggiore: nei 20 Best Workplaces for Women l’87% delle donne dichiara di avere intenzione di continuare a lavorare all’interno dell’organizzazione, un dato che scende all’82% nelle aziende certificate e al 66% nelle realtà non certificate. Forte è anche tra i Best Workplaces for Women 2025 il senso di appartenenza dei collaboratori con l’86% della popolazione femminile che raccomanderebbe la propria azienda a terzi, con una differenza di ben 46 punti percentuali (40%) nel confronto con le aziende non certificate.
L’87% delle donne delle aziende Best Workplaces for Women 2025 ritiene eccellente il proprio luogo di lavoro con una differenza del 43% nel confronto con le realtà non certificate (44%). “Il ranking Best Workplaces for Women 2025 mette in chiaro un persistente problema di meritocrazia legato al genere – spiega Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia – Un dato su tutti: nelle 20 organizzazioni in classifica, il 48% del management è di genere femminile, quasi il triplo della media nazionale (17%). Segno che quando le opportunità di crescita sono presenti, diffuse e accessibili a tutti, la soddisfazione di collaboratori e collaboratrici aumenta di conseguenza. Creare un eccellente ambiente di lavoro – conclude Bedusa – significa proprio questo: costruire un’esperienza di valore per tutte e tutti, a prescindere da genere, età e ruolo”.

Elementi di soddisfazione e attrattiva

Lo studio analizza poi diversi aspetti con riferimento alla condizione femminile in azienda come, ad esempio, l’incoraggiamento a trovare un equilibrio fra lavoro e vita privata, comparandoli con il parere espresso dai colleghi uomini. Da qui emerge come l’82% delle donne impiegate nei Best Workplaces for Women 2025 dichiara che la propria organizzazione è in grado d’incoraggiare la ricerca di un corretto work-life balance, la stessa percentuale vale per gli uomini con una differenza del +43% nel confronto con le realtà non certificate come Great Place to Work. Tra le aziende più virtuose per cui lavorare in Italia secondo le donne il 48% del management (Ceo, c-level, second level management) è al femminile, percentuale che scende al 25% nelle aziende certificate e addirittura al 17% tra quelle senza certificazione. Un altro aspetto importante secondo le donne riguarda l’importanza di avere degli ambienti sani da un punto di vista psicologico e qui le aziende “best” (80%) hanno un vantaggio di ben 45 punti percentuali nel confronto con le organizzazioni non certificate. Un divario ancora più ampio tra i Best Workplaces for Women (87%) e le realtà non certificate (39%), pari a ben 48 punti percentuali, riguarda l’attenzione delle persone nei confronti dei colleghi di lavoro.

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