La crisi del Polo siderurgico di Piombino si aggrava. Questa mattina, durante il Consiglio di Fabbrica, con la presenza delle RSU delle principali aziende, dei coordinatori e delle segreterie territoriali di FIM, FIOM, UILM e USB, è emerso un quadro di emergenza industriale e occupazionale che coinvolge centinaia di lavoratori.
Al centro del confronto, le situazioni critiche degli stabilimenti JSW Steel Italy e Liberty Magona, sempre più vicini a un punto di non ritorno, tra incertezze gestionali, assenza di strategie industriali e silenzi istituzionali.
JSW: produttività a picco e incertezza ai vertici
Lo stabilimento JSW vive una crisi strutturale, caratterizzata da produttività intermittente e perdita di mercato. I lavoratori segnalano da tempo il progressivo deterioramento degli impianti e una dirigenza assente. La notizia dell’ennesimo cambio al vertice, atteso nel Consiglio di Amministrazione di venerdì, alimenta i timori che non si tratti di un vero rilancio, ma dell’ennesima sostituzione senza visione.
A peggiorare la situazione, l’immobilismo del Ministero: da quattro mesi una bozza di Accordo di Programma giace senza risposta, e anche se fosse approvata, mancano ancora gli atti urbanistici del Comune indispensabili per far ripartire il treno rotaie, l’unico in Italia nel suo genere, oggi incapace di garantire gli standard richiesti.
Anche Ferrovie dello Stato ha ridotto le commesse, segnale evidente della perdita di credibilità industriale del sito.
Liberty Magona: stallo nella cessione, rischio tracollo
La situazione di Liberty Magona è definita “insostenibile”. Il processo di cessione, già lento e incerto, è attualmente in stallo, mentre la prospettiva di un crollo finanziario imminente si fa concreta. Secondo i sindacati, nessuna istituzione sta assumendo un ruolo attivo per individuare soluzioni.
La mancanza di chiarezza sul futuro industriale di Liberty lascia i lavoratori nell’incertezza più totale, senza piani di investimento o rilancio produttivo.
Il ruolo (assente) delle istituzioni
Le accuse rivolte al Governo e al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sono dure e dirette: “È evidente l’assenza totale di una regia politica e industriale”.
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Metinvest, che dovrebbe guidare il rilancio dell’area, resta silente: una bozza di testo circola, ma serve una convocazione urgente per definire un accordo.
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JSW viene definita “multinazionale assenteista”, incapace di garantire una gestione responsabile degli impianti.
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Liberty Magona è descritta come “in balia degli eventi”, senza alcuna prospettiva industriale sostenibile.
Sciopero il 23 maggio e mobilitazioni in partenza
Di fronte a questo scenario, le organizzazioni sindacali proclamano lo stato di agitazione e annunciano assemblee con sciopero per venerdì 23 maggio:
Le manifestazioni si terranno davanti alle direzioni aziendali dei rispettivi stabilimenti. È solo l’inizio: altre mobilitazioni saranno valutate e calendarizzate nei prossimi giorni.
Le richieste sindacali: convocare JSW e Liberty ai massimi livelli
I sindacati chiedono:
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Un incontro urgente con il ministro Urso
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La convocazione ai massimi livelli di JSW e Liberty Magona
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Una regia politica e industriale chiara e attiva
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L’approvazione immediata dell’Accordo di Programma, accompagnato dagli atti urbanistici necessari
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