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Fuga da Tripoli: parla un imprenditore bloccato in Libia (IL VIDEO DEGLI SCONTRI)


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di Angelo Vitale





Si sarebbe sbloccata la situazione degli imprenditori italiani che erano arrivati in Libia pochi giorni fa, a breve dovrebbe essere riavviato il canale di voli da Tripoli verso l’Italia. A seguito dei recenti e violenti scontri armati avvenuti a Tripoli tra milizie rivali, alcune decine di loro risultavano fino a ieri bloccati nella capitale libica. Tra questi, imprenditori e rappresentanti di circa 30 aziende italiane arrivati per partecipare alla fiera internazionale Libya Build nello stand Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Italiani che si trovavano prevalentemente in hotel situati nella zona internazionale, nei pressi dell’ambasciata italiana guidata da Gianluca Alberini, dal giugno del 2023 a capo della nostra rappresentanza diplomatica.

L’identità aveva raggiunto telefonicamente ieri pomeriggio uno di loro, Bruno Ferrarese, cotitolare dell’azienda di idropulitrici Idrobase Group di Borgoricco che solo due mesi fa aveva sottoscritto importanti contratti per avviare una produzione in Algeria. “Sono a Tripoli – ci aveva detto – perché anche qui alla ricerca di partner commerciali. Un proposito che si è bloccato dopo la partecipazione al primo giorno di Lybia Build. Per tutta la notte abbiamo assistito dalle finestre dell’albergo a violenti e continui scontri tra milizie che apparivano indistinguibili, a bordo di pick-up di colore nero o sabbia che si muovevano di continuo nelle strade qui intorno (l’albergo di Ferrarese era a poca distanza dalla sede della nostra ambasciata, l’imprenditore ci ha inviato la foto e il video che pubblichiamo qui sotto, ndr). Scontri e spari durati fino alle 8/9 del mattino. La direzione dell’albergo e pure i rappresentanti della nostra ambasciata ci hanno suggerito di non uscire e di tenerci distanti da finestre e balconi. Fortunatamente abbiamo potuto continuare a soggiornare nelle nostre stanze ma abbiamo pure saputo di altri nostri connazionali che dai loro albergatori sono stati riparati in locali sotterranei”.

Una situazione turbolenta, quella dello scontro fra milizie di varie fazioni, che è stata assai evidente all’imprenditore veneto: “Gli automezzi sui quali si muovono non hanno insegne ma solo a bordo mitragliatrici e uomini che usano armi leggere. Abbiamo appreso che il nostro volo sarà rinviato almeno fino al 22 maggio (in realtà, secondo le notizie aggiornate ad oggi, lo scalo aereo della capitale libica dovrebbe essere per loro riaperto a partire già dalle prossime ore, ndr). Per noi tutti tanta paura e pure lo stop alle strategie di sviluppo che l’Ice puntava a favorire”. La conferma di un’incertezza che ora è sempre più palpabile. Lo stesso sito web dell’Ice tuttora non segnala nulla al riguardo. E quello dell’ambasciata d’Italia a Tripoli paradossalmente ancora tiene in primo piano la notizia del febbraio scorso su un incontro tra il nostro ambasciatore Alberini e il ministro dell’Economia e del Commercio del Governo di Unità Nazionale Mohammed Al-Huweij, che avevano discusso gli aspetti della cooperazione economica e degli scambi commerciali tra Italia e Libia.

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