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Olimpiadi, l’allarme dei costruttori: «Senza finanziamenti a rischio un miliardo di lavori e 450 posti»


Un miliardo di opere da stabilizzare. Da consolidare attraverso il finanziamento e l’iter autorizzativo prima delle Olimpiadi. Lo chiede l’Ance, l’Associazione dei Costruttori.

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Mai così floridi i cantieri delle costruzioni e, in parte, dell’edilizia in provincia di Belluno. Ma, attenzione, bisogna consolidare le prospettive, perché con il completamento delle opere olimpiche si esauriranno, entro fine anno, 450 posti di lavoro; un centinaio sono già stati disattivati.

È vero che la forza lavoro impegnata per i Giochi rappresenta solo il 10-15% di quella provinciale nei due settori delle opere pubbliche e dell’edilizia privata, però i grandi cantieri sono il toccasana per tante piccole imprese.

Il 2024, per la cassa Edile di Belluno, è stato un anno record: 552 aziende e circa 4.800 addetti e un monte retributivo totale (ovvero la somma dei salari pagati dalle aziende) di 43 milioni e 300 mila euro, in crescita di circa il 12% rispetto all’anno precedente. Ma quanto durerà questo trend? Ecco perché Paolo De Cian, presidente provinciale di Ance, rilancia ancora con più forza un appello che fino ad oggi si era limitato a rivolgere alle istituzioni.

«Abbiamo ancora otto mesi di tempo», afferma, «per farci finanziare le grandi opere che erano state annunciate per le Olimpiadi, ma che mancano ancora dell’indispensabile stanziamento pubblico, oltre che del progetto almeno definitivo, quindi dell’iter autorizzativo. Se per il 6 febbraio 2026, queste infrastrutture rimarranno soltanto sulla carta, possiamo purtroppo scordarcele. E sarebbe un colpo duro per tutti».

Si tratta, in particolare, della variante dell’Alemagna tra Pian di Vedoia e Longarone e della tangenziale di Cortina. Le due sospirate circonvallazioni cubano insieme circa un miliardo di euro, considerati gli aumenti dei prezzi rispetto a quando sono state ipotizzate. La variante di Longarone dispone già dei fondi (396 milioni di euro, ma prima dell’incremento).

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Il progetto definitivo doveva essere presentato ancora entro il 30 giugno 2024, dopo l’aggiornamento deciso da Simico sullo studio preliminare predisposto dall’Anas. Si era assicurato che il cantiere sarebbe partito la scorsa primavera. Vedrà la luce dopo i Giochi. La tangenziale di Cortina, del costo quasi analogo della direttrice longaronese, non è nemmeno stata finanziata. Almeno per la parte in galleria (che è il tratto più lungo).

«Aspettavamo queste infrastrutture, per i Giochi, come era stato inizialmente detto. Pazienza se arriveranno successivamente; l’importante è averle. Ma l’esperienza dice che se il finanziamento non avviene nel tempo giusto, quello atteso, dopo l’evento si troverà qualche scusa per allungare l’attesa», afferma De Cian. «E per la variante di Longarone, prima delle Olimpiadi è indispensabile che quanto meno si concluda l’iter autorizzativo».

Con poco meno di un miliardo di stanziamenti, le costruzioni in provincia potrebbero assicurare il respiro al settore per qualche altro anno. Almeno fino al 2030-2032. Ma c’è un altro capitolo che De Cian vorrebbe scrivere: quello del post Pnrr, ossia del “Partenariato pubblico privato”, le tre “PPP”, per la realizzazione di opere fondamentali allo sviluppo. «Dopo il Pnrr è impensabile immaginare una politica di investimenti pubblici senza il coinvolgimento dei privati», afferma De Cian.

«Serve un cambiamento culturale che coinvolga imprese, pubbliche amministrazioni e mondo finanziario. È tempo di superare la diffidenza verso uno strumento poco conosciuto ma ricco di potenzialità: il Partenariato Pubblico Privato».

Il tema è fondamentale, soprattutto in prospettiva dell’introduzione dei vincoli relativi ai bilanci delle pubbliche amministrazioni – legati, ad esempio, al patto di stabilità – e del progressivo esaurimento delle spinte propulsive in termini di edilizia connesse al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il presidente riconosce che la formula del pubblico-privato rappresenta una soluzione vincente per superare i limiti connessi agli aiuti di Stato, che si pongono nel momento in cui si prevede una contribuzione pubblica a favore di interventi esclusivamente privati.

«Sbloccare questo impasse», insiste il presidente dell’Ance, «significa consolidare l’edilizia e le costruzioni ai più alti livelli, altrimenti rischiamo di retrocedere dopo aver esaurito i lavori olimpici».



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