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Open Innovation, a Dublino le aziende italiane incontrano gli innovatori


Negli ultimi 20 anni l’Irlanda è riuscita a costruire, praticamente da zero, uno dei più dinamici e attrattivi poli dell’innovazione d’Europa, grazie a una politica industriale incisiva e lungimirante e una tassazione competitiva. Dove un tempo c’erano magazzini in abbandono, nella zona portuale dei Docklands a Dublino, hanno aperto sedi modernissime le più note big tech multinazionali e opera una effervescente rete di incubatori, centri di ricerca, università e istituzioni governative capace di supportare la nascita di startup innovative e lo sviluppo delle aziende irlandesi. Alla base c’è la ferma convinzione che l’innovazione sia il propellente che permette alle aziende di crescere e competere con successo e resilienza nei mercati internazionali. Il tutto mantenendo una salda connessione con Bruxelles, per cercare di avere voce in capitolo nelle politiche europee che impattano sulle aziende.

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La chiave di volta della strategia è la stretta collaborazione fra le diverse realtà che compongono questo ecosistema, che unisce pubblico e privato in un costante circolo virtuoso di scambi e interazioni, e che riesce a espandersi ben al di fuori dei confini dell’Isola, aprendosi a ogni occasione di condivisione e contaminazione.

Per conoscere da vicino l’ecosistema dell’innovazione e delle startup irlandese e avviare un percorso di scambio culturale e conoscenza reciproca, a maggio gli Osservatori Digital Innovationdel Politecnico di Milano hanno organizzato Startup Thinking Irish Chapter, un evento di due giorni frutto della collaborazione con Enterprise Ireland, l’agenzia per lo sviluppo delle imprese del governo irlandese. Il gruppo di ricercatori dell’Osservatorio Startup Thinking, guidato dalla direttrice Alessandra Luksch, ha accompagnato una delegazione di Innovation Manager di importanti aziende italiane a incontrare alcuni dei principali protagonisti dell’ecosistema dell’innovazione irlandesi. Hanno partecipato alla due giorni i responsabili dell’innovazione di Amplifon, Angelini Industries, Bticino, Cassa Depositi e Prestiti, Enel, Enav, Gruppo Enercom, Leonardo, Mediolanum, Movyon, Pirelli, SEA Milano, Sisal, Snam, Unipol. Con loro hanno partecipato i colleghi di Enterprise Ireland, John Roche, Regional Director Italy, Greece, Cyprus & Malta di Enterprise Ireland, Sara Bonomi, Market Adviser Italy, Greece, Cyprus & Malta di Enterprise Ireland, e Niamh Ryan, Executive Assistant.

“Le attività dell’Osservatorio Startup Thinking hanno l’obiettivo specifico di supportare le aziende e le istituzioni italiane nella promozione dell’Open Innovation e della cultura – spiega Alessandra Luksch. Raggiungiamo questi obiettivi attraverso la ricerca sull’innovazione tecnologica e di business per anticipare i nuovi trend, lo scouting di startup innovative, attività di diffusione di cultura e competenze imprenditoriali in azienda e con lo scambio di esperienze. La community raccoglie oltre 40 aziende, fra cui le 16 presenti all’evento di Dublino, che si inserisce perfettamente nel programma di Open Innovation dell’Osservatorio.”

Innovazione a Dublino: le startup nascono sotto il cielo d’Irlanda

“Con una popolazione di circa 𝟱 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗶 di abitanti e un PIL poco superiore ai 𝟱𝟱𝟬 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗱𝗶 𝗱𝗶 𝗲𝘂𝗿𝗼 l’Irlanda è oggi uno dei Paesi nel nostro continente 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼 𝗰𝗮𝗽𝗶𝘁𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝘀𝘁𝗮𝗿𝘁𝘂𝗽 – sottolinea Stefano Mainetti, responsabile scientifico dell’Osservatorio -. Alcuni dati parlano da soli: nel solo 2024 Enterprise Ireland ha investito 27,6 milioni in 157 nuove startup, di cui 90 ad alto potenziale. 𝗨𝗻𝗮 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲 𝟱 𝘀𝘁𝗮𝗿𝘁𝘂𝗽 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝘁𝗲 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝟭𝟬𝟬.𝟬𝟬𝟬 𝗮𝗯𝗶𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶: numeri che, rapportati alla scala del Paese, testimoniano un impatto straordinario”.

Nata nel 1998, oggi Enterprise Ireland ha un bilancio annuale di quasi mezzo miliardo di euro, 42 sedi internazionali e oltre 800 dipendenti, di cui 7 in Italia. Oltre a supportare le realtà innovative nascenti, collabora con 4000 aziende irlandesi che esportano, con l’obiettivo di aiutarle a crescere sui mercati esteri, battere sul territorio nazionale le multinazionali e creare nuova occupazione qualificata in Europa: per il periodo 2025-2029 prevede di aprire 275mila opportunità di lavoro.

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All’impegno per la crescita dell’economia irlandese si aggiunge quello per la sostenibilità, molto sentita nel Paese e indicata come uno dei KPI che contribuiscono a misurare la validità delle iniziative avviate.

“L’innovazione è fondamentale per il successo di qualsiasi azienda. Per questo motivo è una priorità per Enterprise Ireland, e dedichiamo molte delle nostre risorse e del nostro tempo nell’incoraggiare le aziende irlandesi ad investire nell’innovazione. Siamo stati entusiasti di invitare il team dell’Osservatorio Startup Thinking del Politecnico di Milano a Dublino per vedere e sperimentare l’ecosistema dell’innovazione irlandese e incontrare alcune delle nostre aziende tecnologiche e partner più promettenti”, aggiunge John Roche.

Enterprise Ireland ha anche un ruolo di catalizzatore nell’attivare collaborazioni proficue e fare rete con i vari attori dell’ecosistema: ne fanno parte le prestigiose università del Paese, il Trinity College e lo University College Dublin – a cui afferisce NovaUCD, il centro di innovazione e imprenditorialità, e CeADAR – Ireland National AI Research Centre – e incubatori privati come Dogpatch Labs e Growing Capital, quest’ultimo fondato dall’italiano Gianni Matera. La delegazione ha potuto visitare i centri e dialogare con i manager, che con entusiasmo hanno condiviso strategie e risultati fin qui ottenuti. A NovaUCD la community di Startup Thinking ha anche assistito ai pitch di startup innovative irlandesi, tra cui Plasma Bound, Know Carbon, Tao Climate, Go Eve, OCE Technologies, ENODA, Binarii Labs, Bioplastech, Head Diagnostics, SusBioME. Altre startup che hanno avuto l’occasione di dialogare con i manager italiani sono Gemmo AI, creata da Luca Marchesotti, e Ulysses Neuroscience, fondata da Massimiliano Bianchi.

Manna e Cubic3: due casi di successo di innovazione in Irlanda

Particolarmente interessanti sono stati gli incontri con due startup nate nell’alveo dell’ecosistema irlandese e ora diventate realtà già attive nel mercato internazionale con successo.

Cubic3 è oggi un’azienda globale, attiva in 200 Paesi, specializzata in soluzioni di connettività avanzate per veicoli connessi (i cosiddetti software-defined vehicles) e dispositivi IoT, che fornisce accedendo a oltre 550 reti mobili. L’azienda ha iniziato lo sviluppo della soluzione nel 2009 e ha avviato la commercializzazione nel 2016, ottenendo nell’arco di pochi anni contratti OEM per i più noti brand dell’automotive, tra cui Wolksvagen, Honda e Iveco.

Manna è invece un’azienda che effettua consegne a domicilio attraverso droni, per il momento in Irlanda, Finlandia e Texas. Lavora per conto degli operatori del settore, come Deliveroo e Just It, e offre il vantaggio di consegnare in modo più rapido, attualmente in un raggio di 3Km dalla base di partenza, e senza atterrare: il pacco viene infatti calato dall’alto nella zona di consegna (un giardino o un’area dedicata) attraverso un cavo. Attualmente evade 300 ordini al giorno, per i quali i clienti pagano un sovrapprezzo.

Innovazione a Dublino: il benvenuto delle istituzioni italiane

La due giorni dublinese è stata anche l’occasione per incontrare i rappresentanti italiani delle istituzioni attive in Irlanda, Paese molto legato all’Italia e che ospita una nutrita comunità di connazionali. Alla cena del primo giorno, con Growin Capital, hanno partecipato il Presidente della Camera di Commercio Italiana in Irlanda Furio Pietribiasi (nonché CEO di Mediolanum International Funds) e Fabio Pietrobon, Secretary General. La seconda sera è stato organizzato un ricevimento all’Epic Museum, il suggestivo museo dell’emigrazione irlandese, a cui si sono uniti e anche l’Ambasciatore italiano in Irlanda, Nicola Faganello, e Giovanni Sacchi, Direttore dell’Italian Trade Agency a Londra per dare il proprio contributo all’iniziativa del Politecnico di Milano e confermare la volontà di collaborazione con l’ecosistema dell’innovazione irlandese.

“Gli obiettivi che ci hanno spinto a organizzare lo Startup Thinking Irish Chapter sono molteplici: comprendere il vivace ecosistema dell’innovazione irlandese, di cui abbiamo sentito tanto parlare e che rappresenta un obiettivo invidiabile a cui tendere, creare relazioni e scambio di conoscenze personali tra le persone e le aziende italiane e irlandesi coinvolte, che ci auguriamo possano dare vita a collaborazioni e spunti di lavoro”, conclude Filippo Frangi, Ricercatore Senior dell’Osservatorio Startup Thinking.

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