Nel mese di aprile il posticipo dell’avvio della stagione turistica fa registrare un aumento delle assunzioni
Continua a mantenersi superiore rispetto all’analogo periodo del 2024 il bilancio dei contratti a tempo indeterminato (+14.100), grazie prevalentemente alle trasformazioni dai tempi determinati (+9%) e dalla riduzione delle cessazioni (-3%, supportata da un ampio utilizzo della Cassa Integrazione), mentre restano in calo le nuove attivazioni dirette (-7%). Stessa flessione anche per i nuovi avviamenti di contratti di apprendistato, il cui bilancio nel 2025 è di appena +140 (+1.000 nel 2024). Ad aprile crescono invece le nuove attivazioni di contratti a tempo determinato (+7%), legate prevalentemente al turismo, che mantengono il saldo da inizio anno positivo (+26.000) seppur in ridimensionamento rispetto all’anno precedente (+31.700).
Rispetto alle assunzioni, si conferma una maggiore richiesta di personale straniero (+4%) e over 55 (+2%), mentre sono in calo le nuove attivazioni di contratti di donne (-6%), italiani (-6%) e adulti tra i 30 e i 54 anni (-6%). In generale, in tutti e tre i macro-settori economici si evidenzia una diffusa riduzione della domanda di lavoro, pur mantenendo i rispettivi saldi con segno positivo: agricoltura +4.900 (+6.100 nel 2024), industria +6.800 (+7.100 nel 2024) e terziario +28.600 (32.300 nel 2024). Rispetto allo scorso anno, ad aprile rallentano le nuove attivazioni in quasi tutti i settori dell’industria, con saldi negativi in alcuni comparti del made in Italy come l’occhialeria (-150) e il tessile-abbigliamento (-320), mentre rimangono positive le performance di costruzioni (+3.400) e metalmeccanico (+2.050). Anche il terziario mostra una riduzione delle attivazioni contrattuali trasversale a tutti i settori, in particolare nei servizi di pulizia (-12%), nella logistica (-6%) e nel terziario avanzato (-17%). Bilanci occupazionali positivi ma in ridimensionamento per servizi turistici (+18.400), commercio all’ingrosso (+1.300) e al dettaglio (+860).
Anche da un punto di vista territoriale i saldi occupazionali da inizio anno sono positivi ma in ridimensionamento in tutte le province ad eccezione di Belluno (-3.300), dove si conferma il diffuso calo della domanda di lavoro dettato in primis dalle difficoltà dell’occhialeria, settore trainante del territorio.
Per quanto riguarda le cessazioni, diminuiscono ulteriormente quelle per dimissioni e recesso del lavoratore del –4% sul 2024 e del 7,3% sul 2023, dati che sono indice di una riduzione della mobilità nel mercato del lavoro regionale. In aumento invece, nel mese di aprile, i licenziamenti per motivi economici individuali e quelli collettivi, mentre calano quelli per motivi disciplinari.
Tutti i dati sull’andamento del mercato del lavoro veneto nel mese di aprile sono disponibili nella Bussola di Veneto Lavoro alla pagina www.venetolavoro.it/bussola.
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