Fondi Europei: come funzionano le nuove regole per usare le risorse in modo corretto – Emilio Di Micco in una nota spiega: “Cos’è il DPR 66/2025 e perché è importante?
A partire dal 23 maggio 2025 entrerà in vigore il Decreto del Presidente della Repubblica n. 66,
una nuova legge che stabilisce le regole per spendere correttamente i fondi europei destinati
all’Italia nel periodo 2021–2027.
Questo decreto serve per assicurarsi che i soldi dell’Unione Europea vengano usati in modo
trasparente, utile e secondo le regole comuni.
Chi riguarda questo decreto?
Tutti coloro che ricevono fondi da programmi europei come:
- FESR (per lo sviluppo regionale),
- FSE+ (per l’occupazione e l’inclusione sociale),
- JTF (per la transizione ecologica),
- e molti altri programmi comunitari.
Quando una spesa è considerata valida (ammissibile)?
Per essere accettata, la spesa deve: - essere legata a un progetto approvato;
- essere documentata con fatture o ricevute;
- essere fatta nel periodo previsto;
- essere tracciabile e controllabile;
- essere registrata correttamente nei conti.
Quali tipi di spese sono ammesse?
Ecco alcuni esempi: - Spese reali e documentate (come l’acquisto di materiali o servizi);
- Contributi in natura (ad esempio lavoro volontario o beni donati);
- Stipendi e compensi al personale;
- Ammortamenti di macchinari usati nei progetti;
- Spese legali, perizie, consulenze;
- Spese per attività sociali e di inclusione.
Il D.P.R. 66/2025 riconosce l’importanza delle spese di assistenza tecnica come strumento per
garantire l’efficace attuazione dei programmi europei a gestione concorrente.
L’articolo 23 del decreto elenca in modo dettagliato le categorie di costi ammissibili, in linea con gli
articoli 36 e 37 del Regolamento (UE) 2021/1060.
Tra queste spese rientrano:
- Preparazione, gestione e sorveglianza
Attività legate all’organizzazione, coordinamento, raccolta dati e controllo dell’attuazione
dei programmi. - Formazione, informazione e comunicazione
Costi per corsi di formazione, campagne informative e strumenti per rendere visibile e
trasparente l’uso dei fondi. - Valutazione, controllo, monitoraggio e audit
Spese per valutazioni sull’efficacia, audit indipendenti e sistemi di controllo. - Riduzione degli oneri amministrativi
Interventi per semplificare le procedure, anche tramite strumenti informatici per la gestione
elettronica dei dati. - Rafforzamento della capacità amministrativa
Costi per migliorare le competenze di autorità pubbliche e beneficiari, inclusi consulenze e
attrezzature. - Gestione dei reclami e contenziosi
Spese per esaminare i reclami dei beneficiari e gestire eventuali controversie. - Azioni di networking e cooperazione
Attività per favorire lo scambio di buone pratiche tra soggetti coinvolti nei programmi. - Spese per operazioni interrotte o sospese per forza maggiore
Ammissibili se non già coperte da assicurazione e al netto di eventuali risarcimenti.
Quali spese NON sono ammesse?
Alcuni esempi di spese escluse:
- Multe, sanzioni, interessi di mora;
- Perdite dovute al cambio di valuta;
- Costi legati alla delocalizzazione aziendale;
- Acquisti di immobili, tranne rari casi.
Cosa succede con i vecchi progetti?
Se un progetto è iniziato prima dell’entrata in vigore del DPR 66/2025, valgono ancora le vecchie
regole, ma solo se sono compatibili con le nuove leggi europee.
Perché tutto questo è importante?
Per garantire che le risorse dell’Unione Europea siano usati nel modo giusto, aiutando le
persone, le imprese e i territori a crescere e migliorare, senza sprechi o irregolarità.
Vuoi leggere tutto il decreto? Puoi scaricare il DPR 66 del 10 marzo 2025 da questo link:
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2025/05/08/25G00073/sg”
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